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Le vie dello sviluppo che passano da Bari e dalle sue eccellenze

Crescita, innovazione, internazionalizzazione, turismo e formazione. A Panorama d'Italia le sfide del tessuto imprenditoriale pugliese - FOTO e VIDEO

Crescita, grandi sfide, resilienza, innovazione, internazionalizzazione. Dopo gli incontri dedicati alla crescita e all'imprenditoria ad alto tasso d'innovazione, le eccellenze imprenditoriali pugliesi sono state le protagoniste della terza giornata di Panorama d'Italia a Bari. Per tutte, il comune denominatore è stata la consapevolezza che la Puglia, chiamatela "punta più avanzata del Mezzogiorno", chiamatela "California d'Italia", è pronta per affrontare una nuova fase del suo sviluppo economico e sociale.

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Panorama d'Italia, Bari: le eccellenze

Il coraggio

Certo, ci vuole coraggio. Come quello che ha avuto il Gruppo Maiora, 50 anni di storia nella Gdo alle spalle ma che, nell'ultimo lustro, ha deciso di guardare veramente oltre e, lavorando di fino sulle economie di scala e mettendo in atto una serie di acquisizioni mirate, ha fatto il grande salto, arrivando a un fatturato di oltre 800 milioni di euro, contando su 400 punti vendita e duemila dipendenti. "A ispirarci è stata innanzitutto la nostra terra, con le sue eccellenze agroalimentari che ora esportiamo verso nuove avventure commericali", dice il suo presidente Pippo Cannillo.

La regola delle due "I": innovazione e internazionalizzazione

Ma la crescita imprenditoriale è fatta anche dell'apporto che arriva dal mondo della finanza. E Francesco Guido, direttore Regionale Campania, Basilicata, Calabria e Puglia di Banca Intesa Sanpaolo, lo spiega con i numeri: "L'accesso al credito da parte delle imprese, nel 2016, ha registrato un +180% rispetto al 2014. Ma perché il quadro sia davvero completo occorre guardare alle vie della crescita comprendendo anche l'importanza dell'internazionalizzazione, e alle potenzialità dello sbarco in nuovi mercati".

Francesco Guido (Intesa): "C'è ottimismo sulla ripresa"

Cosa che ha fatto, fin da tempi non sospetti, il Gruppo Natuzzi, una delle imprese-simbolo del made in Italy, anzi del made in Puglia, che se ne va in giro per il mondo in compagnia di un brand che ha sempre saputo leggere i tempi del business in anticipo su tutti gli altri e li ha assecondati, facendo della proverbiale flessibilità del Sud un punto di forza

Archiviata, non senza difficoltà e sacrifici, la crisi economica cominciata dieci anni fa, l'azienda è pronta a raccogliere le nuove sfide, e avrà come condottiero anche il giovanissimo Pasquale Natuzzi Jr., in rappresentanza della seconda generazione imprenditoriale (anche se lui, per ora, preferisce autodefinirsi un manager).

Ben consapevole della responsabilità che deriva dal portare un nome e un'eredità così ingombranti, Natuzzi Jr. ha le idee ben chiare su cosa lo aspetta negli anni a venire: "completare l'ingresso dell'Industry 4.0 nei processi produttivi, cogliere le nuove tendenze di stile dell'era digitale, guardare sempre più all'e-commerce come a uno tsunami, che se sei capace a surfare ti salvi, viceversa sei morto".

Difficile e ad alto tasso di concorrenza è anche il mercato in cui si trova a dover combattere ogni giorno Francesco Divella, uno dei due amministratori delegati dell'omonima azienda leader nella produzione di pasta. Dover generare grandi numeri per via delle marginalità sempre più basse, è sempre più complicato, dice,"nella fattispecie, per via dell'assenza di un porto commerciale adeguato e di una vera catena di distribuzione italiana, caso unico nel mondo".

L'importanza della formazione

Innovazione e internazionalizzazione servono ma non ci si arriva senza un'adeguata formazione. Alfonso Pisicchio (consigliere della Regione Puglia) esprime il suo stupore e disappunto su come in una regione in cui le università e i centri di ricerca sono di assoluta eccellenza, nei fatti "l'innovazione non sia presente ai livelli che ci si dovrebbe, ragionevolmente, aspettare".

Gianluigi De Gennaro, Delegato del Rettore allo Sviluppo della Creatività dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, non ci sta: "È vero che le cose potrebbero andare meglio, ma è anche vero che forse la percezione è così negativa perché ciò che invece funziona non viene comunicato abbastanza o abbastanza bene".

E snocciola una serie di iniziative di cui l'università è promotrice e che hanno come obiettivo "creare networking e offrire ai giovani spazi, occasioni e opportunità di sperimentare ed esprimere la propria creatività". Non solo d'estate e nei periodi di maggiore affluenza da turismo.

Il turismo al centro

Una disamina sullo stato di salute delle imprese che lavorano nel settore spetta a Loredana Capone, assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia. "Il 2016 è stato un anno record - spiega - con incrementi anno su anno superiori al 10% in tutte le voci. Ma non è ancora abbastanza, siamo ancora troppo carenti nel turismo che arriva dall'estero, per esempio, e abbiamo bisogno di investire nell'integrazione dei trasporti, nei servizi, nella comunicazione".

E poi c'è da sciogliere un altro nodo cruciale, quello dato dal limite di un turismo ancora stagionale, cioè concentrato nei soli mesi di luglio e agosto.

Per questo la Regione ha emesso un bando da 18 milioni di euro per una programmazione turistica triennale che renda la Puglia appetibile in tutti i mesi dell'anno, e sul quale sono riposte molte speranze.

Tra ambiente ed energia

La chiusura dei lavori spetta a due casi di studio che riguardano i temi dell'ambiente e dell'energia.

Christian D’Adamo, responsabile progetto Contatore elettronico E-distribuzione di Enel, introduce la rivoluzione che verrà generata dai dispositivi di rilevazione del consumo di nuova generazione nel campo delle energie sostenibili in cui la Puglia è una regione all'avanguardia. "Qui c'è la maggior quota di energie rinnovabili collegate alla rete" spiega. "Basti pensare che dei 600 mila impianti installati in italia, 50 mila (13% del totale, in prevalenza soprattutto eolico, mini-eolico e solare)".

Christian D’Adamo (Enel): "In Puglia 50 mila utenti produttori"

Nicola Veronico, ad dell'omonimo Punto Cobat invece dice: "Nel corso del 2016 abbiamo raccolto in Puglia 12 milioni di chili di rifiuti tecnologici per trasformarli in nuove risorse. È la dimostrazione che l'economia pugliese esiste e ha enormi potenzialità per lo sviluppo del territorio. Con una maggiore sensibilizzazione di cittadini e imprese potremmo fare ancora di più".

Nicola Veronico (Cobat): "Quanti problemi dalla burocrazia"

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Ada Masella
Pasquale Junior Natuzzi, direttore comunicazione e vicedirettore creativo Natuzzi

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Luciano Lombardi