Ostaggi dell’altrui approvazione

Benvenuti nel primo post “sull’essere ostaggi di … ”. In questo caso specifico mi piaceva l’idea di trattare una dipendenza molto comune: quella dall’altrui approvazione. Premetto che come post mi era venuto piuttosto lunghino e quindi ho deciso di …Leggi tutto

Benvenuti nel primo post “sull’essere ostaggi di … ”.

In questo caso specifico mi piaceva l’idea di trattare una dipendenza molto comune: quella dall’altrui approvazione. Premetto che come post mi era venuto piuttosto lunghino e quindi ho deciso di dividerlo in due parti per agevolarne la lettura.

Prima di iniziare mi sembra opportuno premettere un fatto certo. Noi esseri umani siamo animali sociali e quindi (che ci piaccia o meno) il pensiero, le opinioni e le azioni dei nostri simili hanno un effetto su di noi.

Molte figure professionali sono a conoscenza di quanto siamo facilmente manipolabili dalla “massa”. Quello che in altre parole pensano o fanno le altre persone in qualche modo ci influenza. Commerciali, politici e pubblicitari lo sanno bene!

Facciamo un po’ di esempi:
- Molti spot commerciali preferiscono narrare i risultati del prodotto pubblicizzato su coloro che lo hanno già provato piuttosto che parlarne bene in modo diretto.
- Molti politici riportano i risultati dei sondaggi anziché affrontare i fatti reali.
- In molti spettacoli teatrali c’è una claque che dà l’avvio agli applausi. Quando sentiamo gli applausi ci viene a nostra volta di emulare il gesto … e senza saperlo manipoliamo noi stessi … se tutti applaudono (noi compresi) un motivo ci sarà!
- Le orribili risate registrate che sentite nelle trasmissioni o nei telefilm agiscono sul medesimo meccanismo della claque!

Gli esempi potrebbero essere molteplici. In quelli appena riportati si evidenzia appunto che se “altri” hanno già fatto una determinata azione noi siamo più portati a farla a nostra volta.

Accertata quindi questa nostra debolezza parliamo un po’ degli effetti diretti sulla nostra persona dell’altrui approvazione. Cerchiamo di essere sinceri. Ricevere un applauso o dei pubblici elogi è deliziosamente gratificante. Il nostro ego cresce … cresce .. cresce … ed ovviamente viviamo un’esperienza fortemente gratificante. Non c’è niente di male a godere se approvati o gratificati.

Ma c’è il risvolto della medaglia ovviamente!

Godere dell’altrui approvazione è sano, ma nel momento in cui sto male senza le mie approvazioni quotidiane mi devo fare delle domandine. La differenza fra il sano e il non sano è proprio questa. Il principio stesso di dipendenza passa attraverso questo processo. Se godo a bere un buon bicchiere di vino va tutto bene. Se sono in crisi una volta che sono a bocca asciutta potrei avere una dipendenza, e ciò non è esattamente sano!

Come capiamo quindi se siamo dipendenti dall’altrui approvazione? Potremmo fare alcune ipotesi:

- Se non espongo facilmente le mie idee in quanto “sconvenienti”

- Se mi vesto solo in certi modi in quanto “sennò chissà cosa pensano gli altri”

- Se non ho il coraggio di chiedere ad altri di modificare atteggiamenti offensivi, umilianti ecc.

- Se non sono in generale me stesso con gli altri, o cambio radicalmente comportamento a seconda degli ambienti in cui mi trovo.

- Se do ragione sempre agli altri e non difendo le mie opinioni

- Se dico di aver fatto cose che non ho mai fatto solo per far una bella figura. Un po’ come Fantozzi che dice di aver gareggiato nella nazionale azzurra di sci … ma non ha mai sciato prima!

E’ possibile uscire da questa trappola? Potremmo dire che gli atteggiamenti delle altre persone impatteranno sempre un po’ su di noi. Siamo pur sempre animaletti sociali no? Ovviamente questa influenza però può essere tenuta sotto controllo.

Badate bene … anche fare l’esatto opposto del senso comune significa in qualche modo essere fortemente influenzati dagli altri. Si parla in questi casi di essere “ostaggi della contestazione”.

Se non vi siete ritrovati in nessuno degli esempi esposti in potrete fare tranquillamente a meno del prossimo post. Non vi serviranno le strategie per uscire da questa trappola. In caso contrario … a domenica prossima …

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Matteo Marini