Yasser Arafat ucciso dal polonio. È possibile
 JEAN-LOUP GAUTREAU/AFP/Getty Images
News

Yasser Arafat ucciso dal polonio. È possibile

I risultati dei primi test dimostrano che la salma del corpo del leader palestinese contiene una quantità dell'isotopo radioattivo 18 volte superiore alla norma

A otto anni dalla sua morte si torna a parlare di Yasser Arafat, il leader storico dell'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) scomparso nel 2004 all'età di 75 anni dopo una cena "sospetta". Secondo il primo rapporto stilato dai medici svizzeri che hanno sottoposto a una serie di test la sua salma, il corpo di Arafat conterrebbe una quantità di polonio-210 diciotto volte superiore a quella normale. Yasser Arafat sarebbe stato dunque ucciso per avvelenamento.

L'autopsia postuma sul corpo di Arafat è stata iniziata l'anno scorso sulla scia di forti pressioni da parte dei suoi famigliari, che hanno consegnato al canale televisivo Al Jazeera una serie di effetti personali del leader palestinese. Il canale del Qatar li ha fatti esaminare da un laboratorio forense svizzero. L'istituto in Svizzera, dopo aver rilevato tracce di polonio sugli indumenti esaminati, ha richiesto la riesumazione della salma per un'autopsia completa.

E ad agosto dell'anno scorso i magistrati francesi (Arafat è morto nell'ospedale militare francese a Parigi) hanno formalmente aperto un'inchiesta a carico di ignoti per l'omicidio del leader. A novembre del 2012 la sua salma è stata riesumata, alla presenza di tre team internazionali di scienziati provenienti da Svizzera, Francia e Russia.

"Questo è il crimine del secolo". Sono le prime parole di Suha, vedova di Arafat, che l'anno scorso, sulla base del ritrovamento di tracce di polonio-210 sugli effetti personali di suo marito, si è rivolta a un laboratorio in Svizzera per chiedere la riesumazione della salma, che giace quattro metri sotto il mausoleo eretto per il leader a Ramallah. Arafat fu sepolto senza autopsia, nonostante le cause del male che lo aveva portato alla morte nel giro di quattro settimane non fossero affatto chiare. All'epoca i suoi rivali politici diffusero anche la voce che fosse deceduto in seguito all'Aids.

La sua ultima moglie ricorda che cominciò ad accusare sintomi di debolezza subito dopo una cena. E che da lì non fece altro che peggiorare fino alla fine. Alla sua voce si aggiunge quella della figlia più giovane del leader palestinese, Zahwa di 18 anni, che parla apertamente di "un complotto per liberarsi di lui". Le due donne promettono che non si fermeranno davanti a niente e a nessuno pur di conoscere la verità. Parlano di "crimine politico" e chiedono di tenere comunque la vicenda separata dal processo di pace con Israele.

Già perché, come è naturale pensare, finora il nome dello Stato ebraico non è saltato fuori direttamente, ma è sotteso alle accuse lanciate da Suha e Zahwa Arafat. Tanto che immediatamente da Tel Aviv arriva una smentita. 

"Il rapporto svizzero non è conclusivo", dichiara said Yigal Palmor, portavoce del ministero degli Esteri israeliano. E Aggiunge: "Anche se avessero trovato tracce di polonio che potrebbe indicare l'avvelenamento, non esiste alcuna prova che quell'avvelenamento ci sia stato. Prima che l'Autorità palestinese salti alle conclusioni - dice Palmor - ci sono ancora molte domande alle quali rispondere".

La posizione ufficiale del governo israeliano è che "Israele non è coinvolto in alcun modo" e che i risultati dei test svolti dagli anatomopatologi svizzeri "E' irragionevole e non supportato dai fatti". Tel Aviv crede che l'unico team indipendente di scienziati che stanno svolgendo analisi sulla salma di Arafat sia quello francese, che ancora non ha reso pubblici i risultati ottenuti. Il team svizzero e quello russo sono invece pagati rispettivamente dai famigliari del leader scomparso e dall'Autorità palestinese.

Eppure i risultati "svizzeri" sembrerebbero inappellabili. Tutti ricordiamo la morte rapida e feroce dell'ex spia russa e dissidente Alexander Litvinenko, che si sentì male subito dopo una cena in un ristorante giapponese a Londra e dopo giorni di immani sofferenze si spense in un ospedale britannico. All'epoca il verdetto fu immediato: Polonio-210, contenuto probabilmente nel sushi che l'ex 007 critico del Cremlino aveva ingerito.

Con Arafat potrebbe essere accaduta la stessa cosa. La conclusione delle 108 pagine di risultati redatte dai medici svizzeri (che potete leggere qui nella versione integrale ) è stata riassunta per Al Jazeera da David Barclay, noto medico forense britannico, che dopo aver letto i dati diffusi dai suoi colleghi ha dichiarato che: "Il rapporto contiene una prova certa, e a mio parere definitiva, che nel corpo di Arafat ci sono particelle di Polonio-210 almeno diciotto volte superiori alla media".

Barclay ha aggiunto che "Il polonio-210 è ciò che ha ucciso Yasser Arafat. Adesso resta solo da scoprire chi a quell'epoca aveva la pistola in mano. Voglio sottolineare che gli è stata somministrata una dose letale. Credo che su questo non ci sia alcun dubbio".

Il rapporto svizzero è più moderato. Il team di Ginevra ha concluso che "tenendo conto che sono passati otto anni dalla morte di Arafat e data la qualità dei campioni presi da frammenti di ossa e tessuti di un corpo decomposto, si può moderatamente sostenere che la morte è avvenuta in conseguenza di un avvelenamento dovuto al polonio-210".

I medici svizzeri nel loro rapporto si soffermano in modo specifico sui risultati delle analisi effettuate sullo stomaco di Arafat, che risulterebbe "stranamente molto danneggiato" per un uomo che, nonostante l'età, godeva di buona salute.

Ma è anche vero che l'avvelenamento da polonio può causare la perdita di capelli (come accadde per Litvinenko) e la diminuzione delle attività del midollo osseo. Sintomi che, però, Arafat non ha avuto. Di contro, altri scienziati sostengono che simili sintomi (possibili ma non necessariamente presenti) solitamente si verificano dopo un'esposizione "esterna" all'isotopo radioattivo, mentre non appaiono quando lo si ingerisce.

Arafat ucciso dal Polonio? Oggi questa ipotesi è concreta, anche perché il polonio è un'arma molto amata da spie con licenza di uccidere. Emette solo particelle alfa, non viene rilevato dai metal detector e può essere tranquillamente trasportato in comuni fiale di vetro, passando inosservato anche il controllo a raggi X negli aeroporti.

Una volta ingerito, il polonio è molto difficile da tracciare, perché tutte le sue radiazioni restano all'interno dell'organismo. Una dose letale può essere anche di pochi milligrammi, dissolti in un liquido o in polvere. Insomma, un killer spietato e invisibile. Per capire se ha realmente stroncato Yasser Arafat adesso non resta che aspettare i risultati degli altri due team, quello russo e quello francese.

I più letti

avatar-icon

Anna Mazzone