Torna il gen. Petraeus e fa risorgere gli Usa
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Torna il gen. Petraeus e fa risorgere gli Usa

L'ex direttore della CIA e comandante delle forze americane in Iraq torna a far parlare di sè e annuncia la rinascita degli Usa ai danni della Cina

Solo pochi giorni fa l'accordo storico per la fornitura di gas tra Russia e Cina ha fatto molto discutere, spingendo qualcuno ad ipotizzare un rafforzamento dell'asse orientale ai danni di quello occidentale e in particolare americano. Ma a risollevare le sorti (o forse l'umore) statunitense ci ha pensato il generale David Petraeus. L'ex direttore della CIA ed ex Comandante delle operazioni militari a stelle e strisce in tutto il medioriente - Afghanistan compreso - è tornato alla ribalta grazie ad un articolo sulla rivista "Politico", firmato insieme a Micheal O'Hanlon, ricercatore presso il Brookings Institution di Washington.

Secondo Petraeus, oggi presidente del KKR Global Institute, gli Stati Uniti non solo si stanno difendendo, ma sono "in rimonta" nell'affrontare una delle più dure "guerre" non convenzionali dei tempi moderni, ovvero quella economica. Insieme all'esperto di politica estera, l'ex generale parte da un dato positivo: il deficit statunitense di quest'anno (pagato soprattutto da Pechino) sarà inferiore rispetto a quello dello scorso anno. Certo si parla di cifre considerevoli, visto che il debito pubblico si attesterà a 564 miliardi, ma pur sempre inferiori di 85 miliardi rispetto al 2013 e al di sotto del 3% del Pil.

Non solo. Petraeus e O'Hanlon osservano come gli Usa negli ultimi due anni siano saliti di due gradini nella classifica del World Economic Forum, arrivando al 5° posto, mentre il rivale numero uno del momento - la Cina - è ferma al 29esimo posto. L'aumento della produzione di petrolio e nuovi investimenti nel settore energetico e del gas farebbero potrebbero poi essere interpretati come primi segnali di una nuova competitività americana rispetto ai leader del momento, ovvero Russia e Arabia Saudita. "Guidare il mondo in campo energetico darà agli Stati Uniti nel breve periodo notevoli vantaggi" sostengono Petraeus e O'Hanlon.

Tanto basta per lanciare un messaggio si rilancio, avvalorato dai dati del Global Insight relativi al tasso di disoccupazione in calo e alla creazione di nuovi posti di lavoro. Secondo l'ex Comandante dell'United Central Command, è dunque importante convincere gli investitori e gli imprenditori americani a restare nel Paese e nello stesso tempo è fondamentale attrarre produzioni che negli ultimi anni erano state delocalizzate all'estero, dove la manodopera costa meno. Insomma, Petraeus strizza l'occhiolino a Obama, sostenitore del cosiddetto reshoring, che ha riportato a casa di recente Caterpillar, Ford e prossimamente la Apple per la produzione dei Mac in America.

Come l'Araba fenice, dunque, anche l'ex generale, travolto dallo scandalo sessuale e diplomatico che lo ha portato alle dimissioni nel 2012, sembra voler risorgere, trainando - se possibile - l'intero Paese. Lasciate sopire le polemiche per la sua relazione extraconiugale con la sua biografa, Paula Broadwell, ai tempi del comando in Afghanistan, l'ex generale torna a farsi sentire, anche se in un momento quantomeno difficile per gli States. A pesare non è solo l'accordo storico sul gas tra Russia e Cina, appunto, ma anche i vari teatri di guerra che hanno riportato Washington e Mosca ai tempi della guerra fredda , dall'Ucraina alla Siria. In entrambi i casi il pugno di ferro di Putin sembra aver avuto finora la meglio, mettendo in difficoltà - almeno apparentemente - Obama. Che Petraeus sia in cerca di un nuovo incarico? 

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Eleonora Lorusso