Nonne a luci rosse a Seul, vendono sesso per fame
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Nonne a luci rosse a Seul, vendono sesso per fame

I figli non seguono la tradizione e non mantengono più gli anziani genitori. E senza pensione e senza rete sociale le vecchiette sono costrette a prostituirsi per sopravvivere

Paese di miracoli economici e di alta tecnologia, ma non solo. La nuova Corea del Sud, radicalmente trasformata rispetto agli anni '60, ora si trova ad affrontare un fenomeno che sta assumendo giorno dopo giorno contorni sempre più agghiaccianti: una frotta di nonne scelgono la strada della prostituzione pur di sopravvivere. 

Le chiamano le "signore di Bacco". Sono donne tra i 50 e i 70 anni che ufficialmente vendono una bibita energizzante (Bacco) nel parco di Jongmyo di Seul, ma in realtà si concedono agli uomini per riuscire a mangiare. Succede incredibilmente all'ombra dei ricchi grattacieli finanziari. Tra le pieghe dell'opulenta società sudcoreana si annidano storie di donne disperate, che non hanno altra risorsa se non quella della prostituzione per sopravvivere. E il fenomeno è in drammatica ascesa, di pari passo con l'aumento della popolazione anziana a dispetto di quella giovane.

Le vecchiette adesso cominciano a cercare clienti anche nei meandri delle stazioni ferroviarie della capitale sudcoreana, perché nel parco la concorrenza è spietata. Vendendo bibite guadagnano circa 5 dollari al giorno, ma prostituendosi possono arrivare a dieci volte tanto, e da qui il successo dell'operazione "sesso nella terza età".

Ma perché le nonne coreane sono costrette a prostituirsi invece di godersi la pensione e pensare ai nipotini? Il motivo è economico e sociale allo stesso tempo. La generazione delle vecchiette-prostitute ha investito tutto sui figli in un'ottica pienamente confuciana, che vuole che il genitore venga mantenuto nella sua tarda età da quei figli che si è spaccato la schiena per crescere e far studiare nelle migliori università. 

In sostanza, secondo Confucio non c'è migliore pensione di un figlio che ha avuto successo. E, almeno fino a qualche anno fa, la tradizione aveva un senso e l'assenza di welfare non era un problema, visto che i figli, cresciuti e diventati ricchi, si prendevano volentieri carico dei genitori.

Poi è arrivata la crisi e, soprattutto, è arrivata l'occidentalizzazione dei costumi. I figli hanno preferito spendere i loro soldi per altre cose. Per restare al passo con i tempi hanno dimenticato il loro "dovere" non scritto di mantenere gli anziani genitori. In più, l'aumento del tasso dei divorzi ha fatto sì che molti uomini avessero più famiglie da mantenere, e tutto questo è andato a discapito dei nonni e delle nonne.

Insomma, coloro che si sono maggiormente sacrificati gettando le basi per il miracolo economico della Corea del Sud, oggi si ritrovano abbandonati, senza una pensione e impossibilitati a pagare per le proprie necessità, da quelle mediche alle più basiche, come fare tre pasti al giorno. Non stupisce che le nonne abbiano virato verso la prostituzione. D'altronde, il mestiere più antico del mondo rappresenta un business florido anche nella terza età.

Il parco di Jongmyo è affollato di anziani che giocano a scacchi o si incontrano quotidianamente tra amici per scambiare una chiacchiera. Sono loro i clienti delle "signore di Bacco". Uomini che possono superare anche gli 80 anni e che in questo modo trovano compagnia e passano qualche ora serenamente, dimenticando tutte le difficoltà quotidiane. Mai come a Seul prostitute e clienti si ritrovano sulla stessa barca.

Ma il dilagare delle nonne a luci rosse sta comportando anche l'aumento delle malattie veneree. Le nonne e i nonni di Seul non usano precauzioni quando fanno sesso, e inoltre le "signore di Bacco" hanno pronta in borsetta una piccola siringa per favorire le erezioni dei loro clienti (l'età è pur sempre l'età).

Il problema è che le siringhette miracolose sono monouso, ma le nonne le riutilizzano anche per venti-trenta volte. Il che fa viaggiare veloci le infezioni e diffonde il contagio. Ma gli anziani fanno spallucce. I nonni sono felici e le nonne riescono a mangiare. E i figli? Continuano a lavorare dieci ore al giorno nei grattacieli e si disinteressano di quello che succede nel parco sotto le loro finestre. Per loro Confucio è lontano.

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Anna Mazzone