Artrite reumatoide: verso la guarigione completa
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Artrite reumatoide: verso la guarigione completa

Studi sperimentali su un nuovo farmaco hanno mostrato totale remissione della malattia. Parla lo scienziato che ha diretto la ricerca

Premettiamolo subito: al momento non esiste una cura definitiva per l'artite reumatoide.

Ma una nuova speranza arriva da un farmaco sperimentale realizzato da un'equipe guidata dal professor Dario Neri al Politecnico di Zurigo in collaborazione con ricercatori della Philogen, azienda di biotecnologie Italo-Svizzera con sede a Siena e Zurigo.

Si tratta di un prodotto antinfiammatorio chiamato Tetravil (F8-IL4), costituito da una miscela di anticorpi e proteine (definiti "anticorpi armati") in grado di raggiungere e attaccare in modo selettivo le giunture malate. Il farmaco si è dimostrato capace di promuovere un’attività terapeutica di eccezionale efficacia in modelli animali: topi affetti da artrite trattati con F8-IL4, in combinazione con un antinfiammatorio steroideo (il dexametasone), hanno mostrato guarigione completa. E' un risultato senza precedenti, tanto che le conclusioni dello studio sono state pubblicate sul numero del 4 agosto della rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America".


Tra meno di un anno comincerà la sperimentazione clinica su pazienti artritici

La malattia, cronica, che colpisce prevalentemente gli over quaranta e donne in pre-menopausa, si manifesta con una progressiva infiammazione (sinovite) della membrana che ricopre le articolazioni, causando gonfiore e dolore. Con il tempo, la sinovite erode la cartilagine articolare, portando alla distruzione dell’articolazione e provocando così un danno osseo irreversibile.


Il farmaco contiene 'anticorpi armati', che veicolano una sostanza curativa direttamente nelle zone colpite

Attualmente, le terapie più innovative, che prevedono la somministrazione di agenti biologici (tipicamente anticorpi in grado di bloccare le molecole prodotte dall'infiammazione), riescono a conferire un sensibile miglioramento della qualità della vita a numerosi pazienti. Ma non possono eliminare completamente la patologia e per molti altri soggetti il trattamento risulta inefficace o produce solo risultati parziali.


Professor Neri, come agisce esattamente il nuovo farmaco e in cosa si differenzia rispetto a quelli già in uso per curare l'artrite?

Spesso i farmaci (sia quelli a base di piccole molecole organiche che quelli a base di proteine) non raggiungono la zona malata con sufficiente efficienza e selettività. Gli aspetti innovativi alla base di F8-IL4 corrispondono all’identificazione e uso di un anticorpo monoclonale (F8) capace di localizzarsi in maniera selettiva nei siti di artrite e nella scoperta che la proteina IL4 (l’interleuchina 4) può essere utilizzata con efficacia per combattere l'artrite reumatoide (almeno nel topo, per il momento). In sintesi, si tratta di una proteina di fusione tra un anticorpo veicolo che trasporta una proteina attiva: in questi casi si parla di "anticorpi armati".

In termini meno tecnici cosa significa?

Abbiamo usato un anticorpo monoclonale, cioè costruito attraverso tecniche di ingegneria genetica e in grado di colpire in modo specifico, come veicolo per portare molecole bioattive (nel nostro caso, l’interleuchina 4, o “IL4”) direttamente al sito di malattia.

Quindi funziona trattando i sintomi della patologia, non le cause

Le cause dell’artrite reumatoide purtroppo non sono ancora note, anche se si sa molto di questa malattia autoimmune, che è tre volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini

Deve essere abbinato ad altri farmaci?

Negli esperimenti preclinici condotti, una cura per l’artrite si otteneva solo combinato F8-IL4 con dexametasone, un corticosteroide frequentemente usato per il trattamento di gravi processi infiammatori. Né il dexametasone né F8-IL4, se usati da soli, avevano effetti curativi nel topo.

Quando ci saranno i primi trial clinici sull'uomo e qual è la percentuale stimata di pazienti con guarigione completa?

L’inizio della sperimentazione clinica è previsto per la seconda metà del 2015. Non possiamo ora prevedere l’efficacia sui pazienti solo sulla base di test in modelli animali. Però, nei topi il nostro prodotto funziona in maniera significativamente migliore degli standard terapeutici in commercio, come ad esempio gli anticorpi anti-TNF (farmaci biologici che agiscono alleviando le infiammazioni).

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Angelo Piemontese

Sono nato a Pavia dove mi sono laureato in Fisica. Attratto dall'intrigante connubio tra scienza e scrittura, ho quindi conseguito la specializzazione post accademica in giornalismo scientifico e ho collaborato con le principali riviste del settore, soprattutto in ambito astronomico. Racconto le meraviglie del cielo con i piedi ben piantati a terra, ma anche storie di scienza, medicina e natura.

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