Claudio Scajola: "Sono felice. Ora voglio serenità"
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Claudio Scajola: "Sono felice. Ora voglio serenità"

A caldo il commento dell'ex ministro dopo l'assoluzione perché il fatto non costituisce reato sulla famosa casa al Colosseo

«Il primo a chiamarmi e a felicitarsi con me è stato Silvio Berlusconi. Mi ha telefonato un minuto dopo la sentenza…».
Tutte le tv e i giornali se lo contendono, ma prima di entrare negli studi di Sky e poi in quelli di Porta a Porta Claudio Scajola trova qualche minuto per parlare con Panorama.it

On. Scajola, cosa le ha detto il presidente Berlusconi,  dopo questa piena assoluzione che l’ha fatta uscire dal terribile tunnel del processo politico,
mediatico giudiziario lungo tre anni sulla vicenda della casa al Colosseo?

«Mi ha detto: caro Claudio, sono qui con Fedele (Confalonieri ndr). Noi non abbiano mai avuto dubbi sulla tua innocenza, abbiamo sempre saputo che non c’entravi niente. Siamo felici».

Che cosa prova, on. Scajola dopo la gogna alla quale è stato sottoposto?

«Io non ho mai avuto dubbio che la verità sarebbe emersa. Prima o dopo. Sono lieto che sia emersa prima. E sono lieto che la sentenza sia stata la più ampia possibile, che abbia derogato alla prescrizione perché come prevede il codice c’è l’ unica eccezione che ci sia la prova evidente dell’innocenza. Il processo ha dimostrato che c’era la prova evidente dell’innocenza per la quale si è derogato alla prescrizione. Che pur essendo una preassoluzione avrebbe comunque lasciato un’ombra. Quindi, sono lieto che un processo lungo, dopo tante udienze abbia evidenziato le prove della assoluta mia innocenza».

Lei è stato criminalizzato e sbeffeggiato per anni  per una frase: «A mia insaputa»…Ora come risponde?

«Mai detto a mia insaputa, ho semplicemente detto quando mi sono dimesso da ministro, senza neppure aver ricevuto un avviso di garanzia, che io potevo rispondere di quello che conoscevo e che se ci sono state cose diverse da quelle che conoscevo io non sapevo. Come è stato dimostrato dalla sentenza».

La sua assoluzione avviene proprio in concomitanza con il ventennale di Forza Italia, di cui lei è stato primo coordinatore. La felice coincidenza cosa le fa
venire in mente?

«Mi fa piacere perché io ho contribuito a fondare Forza Italia».

Che cosa farà ora?

«Adesso la mia mia prima esigenza è trovare un po’ di serenità».

Poi la ritroveremo in prima linea in Forza Italia?

«Non lo so, si vedrà».

(L’ex ministro dell’Interno, ex ministro dello Sviluppo economico, e primo coordinatore azzurro nel ’96, ha sempre messo quest’ultimo incarico al primo posto nel suo cuore. Da lì è nata la sua storia ventennale accanto a Berlusconi. Una storia che ora è stata liberata dalla macchia della terribile gogna alla quale è stato sottoposto per anni. E certo non all’insaputa dei professionisti del processo politico-mediatico-giudiziario, stavolta battuti da un giudice «a Berlino» ndr)

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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