Rsa covid morti
(Ansa)
Salute

Seconda ondata e seconda strage nelle Rsa

Divampano i contagi e i decessi. Come se quanto successo a marzo, aprile e maggio non fosse servito a nulla

Nelle Rsa è di nuovo strage. La pandemia in questa seconda ondata ha travolto queste strutture che ospitano la parte più fragile della popolazione. Da ottobre a novembre sono già stati registrati centinaia di contagi e decine di morti in queste residenze che rappresentano numericamente una gran parte delle vittime del coronavirus.

I Casi

A Concorezzo in provincia di Monza e Brianza nella Rsa Villa Terruzzi sono 17 le vittime decedute al 28 ottobre e da inizio ottobre sono risultati positivi 38 ospiti su 42 oltre a metà del personale.

A Bollate Milano, il 20 ottobre sono risultati positivi nella Rsa "Giovanni Paolo II" 53 ospiti su 55 e 23 operatori su 64.

In Toscana a Sesto Fiorentino nella Rsa di San Giuseppe sono 12 gli anziani deceduti per covid al 29 ottobre ed oltre 70 i positivi nell'Istituto.

A Rieti nella Rsa San Raffaele il 22 ottobre 52 ospiti su 55 sono positivi più 15 operatori.

Ad Avezzano nella Rsa di Don Orione sono 85 i positivi su 120 ospiti insieme a 17 operatori sanitari. 15 gli anziani deceduti.

A Foggia a fine ottobre in una Rsa della "Fondazione Palena" che ospita 70 anziani sono risultati tutti positivi insieme a 28 operatori della struttura. Tre gli anziani deceduti. La struttura era già stata colpita durante la prima ondata ma in maniera meno grave.

In Irpinia a Volturara il 29 ottobre in una Rsa 72 ospiti su 82 sono risultati positivi. Sono 19 gli operatori contagiati. "La seconda ondata è più grave e pericolosa della prima e doveva essere studiata e prevista.

L'analisi

L'aggravante è che lo sapevamo - afferma la geriatra Alba Malara Presidente della Societa Italiana Geontologia e Geriatria Calabria" Perché la seconda ondata ha di nuovo travolto le Rsa?
La circolazione del virus nelle Rsa è direttamente proporzionale al numero dei contagi della zona in cui si trovano. Un dato dimostrato da una nota rivista scientifica ma il problema non è solo delle Rsa ma di tutti i setting assistenziali.In italia infatti in queste strutture il covid ha scatenato la tempesta perfetta. Purtroppo con i spazi comuni chiusi non si riesce a rispettare il distanziamento sociale e gli anziani richiedono da parte dell'operatore una distanza ravvicinata. I pazienti sono fragili e il covid su di loro ha un esito infausto. Tra gli altri fattori importanti da considerare come causa è che le Rsa non sono mai state valorizzate come avrebbero dovuto. Siamo il fanalino di coda dei paesi europei ed il virus ha portato tutti i nodi al pettine. Le Rsa richiedono dei specifici requisiti, tra i quali avere degli operatori professionisti e la figura di un geriatra che in tante regioni non è un obbligo. Io sono direttore sanitario di quattro Rsa in Calabria ma sto facendo l'infermiera perché gli ospedali chiamano i nostri operatori a causa della carenza di personale lasciando scoperte le strutture. I ricoveri sono parzialmente bloccati ed abbiamo penalizzato molte aree trasformandole in aree covid e percorsi alternativi. Abbiamo imparato dalla prima ondata che per non fare entrare il virus in struttura serve l'uso corretto dei dispositivi e la formazione del personale. Nella prima fase c'è stata molto improvvisazione e il governo avrebbe dovuto avere già nel 2018 un piano pronto in caso di pandemia. La prevenzione e la tempestività sono fondamentali. Questo problema purtroppo è molto attenzionato dai media ma poco dagli organi competenti.
Cosa ha fatto il Governo a tutela della salute degli ospiti delle Rsa?
Il governo demanda alle Regioni che a loro volta demandano ai comuni. Un organo di riferimento scientifico non è collocato da nessuna parte. Il ministero della salute circa un mese fa ha costituito una commissione di assistenza sociosanitaria per la popolazione più anziana. A presiederla sanitaria Mons. Vincenzo Paglia, un geriatra, alcuni giornalisti, scrittori, un economista e nessun tecnico del settore. Come si può preparare una riforma socio assistenziale senza avvalersi di una parte tecnica ? Il ministero per questa seconda ondata ci ha inviata due documenti con dei consigli. Ad esempio il paziente che è stato in ospedale deve fare il doppio tampone prima di tornare in struttura. Mentre l'Iss ci ha inviato solo quatto documenti. Uno l'8 marzo, alcuni aggiornamenti ad aprile, un altro ad agosto e uno sulla demenza senile. Si dovrebbe auspicare ad una riorganizzazione diversa dal 2009, quando sono stati chiusi tutti gli ospedali con un colpo di scopa senza nessuna previsione futura. Occorre una programmazione che non c'è. Abbiamo fatto uno studio che si chiama Gericovid, dove è risultato che la maggior parte dei pazienti residenziali sono paucisintomatici. Quindi l'unico modo per evitare che il virus circoli è fare i tamponi che spesso in alcune regioni sono a carico della struttura. Solo con gli screening è possibile isolare il covid. Cosa accadrà nei prossimi mesi nelle Rsa?
Difficile fare previsioni. Nei tre mesi passati bisognava incrementare il territorio con i laboratori per i test. Noi ad esempio abbiamo solo un laboratorio. Se vogliamo fare una stima sull'aggravarsi dei contagi basta avere una stima di qual'e la disponibilità dei laboratori delle single asl. Questo è l'unico calcolo matematico che si può fare. Senza lo screening continuo degli ospiti il virus circola.

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Linda Di Benedetto