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(Getty Images)
Salute

I bambini sono più forti anche della variante inglese del Covid

Uno studio spiega come mai i più giovani, già più forti contro la prima versione del Covid, fronteggino meglio anche le sue mutazioni

Le voci circa una maggiore contagiosità della variante inglese sui bambini non hanno ancora trovato alcuna conferma. Qualche giorno fa l'Istituto Superiore di Sanità le aveva smentite affermando che, essendo più contagiosa, questa variante manifestava un aumento della trasmissibilità in tutte le fasce d'età, inclusi i bambini. Cosa diversa dal dire che questa variante era più contagiosa nei bambini. Per cautela l'Istituto Superiore di Sanità aggiungeva che c'erano molti studi in corso capaci di fornire ulteriori dati.

Alcuni di questi sono adesso conclusi e uno è particolarmente significativo perché fornisce una spiegazione di come mai i bambini sarebbero meno proni a essere contagiati gravemente dal Covid-19. Secondo una ricerca del Murdoch Children's Research Institute in Australia pubblicata su Nature Communication, i bambini avrebbero un sistema immunitario capace di attaccare molto velocemente il virus.

Attraverso analisi di sangue su un gruppo di bambini infetti da Covid-19 monitorati durante la fase acuta dell'infezione fino a due mesi dopo la guarigione, i ricercatori si sono resi conto di come nel sistema immunitario degli adolescenti a essere coinvolti sono globuli bianchi chiamati neutrofili, specializzati per raggiungere i tessuti danneggiati e combattere le infezioni. D'altra parte, i ricercatori hanno trovato nei bambini una riduzione delle cellule dendritiche, quelle che riconoscono il virus e iniziano il processo di maturazione e migrazione che porterà alla formazione della risposta immunitaria specifica per quello stesso virus.

La conclusione è che il sistema immunitario dei bambini risponde in maniera più veloce: manda particolari globuli bianchi nei siti appena raggiunti dal virus nella prima fase dell'infezione. Invece, nell'adulto il sistema immunitario si basa, tra le altre cose, sulle cellule dendritiche e dunque su un processo di formazione di anticorpi specifici per il Covid-19 che a volte risulta troppo lungo.

In altri termini, è come se il sistema immunitario dei bambini mandasse subito sentinelle a combattere i nemici che attaccano la fortificazione piuttosto che raccogliere i soldati del reparto più adatto al confronto con gli invasori. "I bambini sono meno proni a essere infettati in maniera grave dal Covid-19 - questo a prescindere dalle varianti – e circa un terzo di loro sono asintomatici" dice Melanie Neeland del Murdoch Children's Research Institute. Potremmo dire che il sistema immunitario dei bambini è più veloce e dunque più robusto".

Un'altra ricerca pubblicata da The Lancet sull'impatto della variante inglese conferma che il maggiore aumento dei casi tra i bambini è il riflesso di una sua maggiore contagiosità in generale e non di una maggiore contagiosità nei bambini. Tra il 1 marzo e il 31 maggio 2020 i bambini ricoverati per Covid-19 al King's College Hospital sono stati 20 e, nella seconda ondata, quando era presente la variante, tra il primo novembre 2020 e il 19 gennaio 2021, sono stati 60. Ma in entrambi i casi il ricovero in terapia intensiva con terapia di ossigeno è stato rarissimo.

Sulla base di queste ricerche, nell'imminente recrudescenza dell'epidemia, dobbiamo prepararci a vedere i bambini colpiti di più come riflesso di una maggiore quantità di contagi in generale, ma in forma raramente grave. E ciò perché il loro sistema immunitario si basa su processo di risposta differente, e in particolare più veloce, di quello che entra in gioco nell'adulto al momento dell'infezione.

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Luca Sciortino