Ruby 2: pene ridotte, ma quasi da omicidio colposo
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Ruby 2: pene ridotte, ma quasi da omicidio colposo

In appello si riducono le condanne per Fede, Minetti e Mora (comunque alte per un "tentativo d'induzione alla prostituzione"). L'ipotesi di un ricorso per competenza territoriale

Processo Ruby 1: lo scorso luglio la Corte d'appello di Milano aveva assolto Silvio Berlusconi dalla doppia accusa di prostituzione minorile e di concussione. Processo Ruby bis: oggi la stessa Corte d'appello ha condannato i suoi co-imputati Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede, sia pure riducendo loro le pene.

In particolare l'ex direttore del Tg4, che in primo grado era stato condannato a 7 anni, oggi vede la condanna scendere a 4 anni e 10 mesi, mentre per Nicole Minetti la pena passa da 5  a 3 anni. Per Mora, che in tribunale era stato condannato a 7 anni, la pena è scesa a 6 anni e un mese (che comprendono però anche la condanna per la bancarotta della sua societa).

Il sostituto procuratore generale, Piero De Petris, aveva chiesto invece la conferma delle condanne per Fede e Minetti, mentre per Mora aveva chiesto 7 anni e 3 mesi per il patteggiamento della bancarotta.

Per Fede, assistito dal penalista Maurizio Paniz, la Corte d'appello ha stabilito invece che dovesse cadere l'accusa d'induzione alla prostituzione delle ragazze, ospiti delle serate di Arcore, "per non avere commesso il fatto". E soltanto per tre di loro i giudici hanno deciso di derubricare il reato a semplice tentativo d'induzione alla prostituzione, così come nel caso di Ruby. Ed è proprio questo che ha giustificato la riduzione della pena. A Nicole Minetti, invece, i giudici oggi hanno riconosciuto le attenuanti generiche, che in primo grado erano state negate.

Il risultato di questa sentenza? Controverso. In realtà, la modifica del reato apre un importante spiraglio per le difese: perché se si parla di "tentativo d'induzione alla prosituzione", è evidente che questo tentativo può essere avvenuto soltanto nelle serate di Arcore, e non altrove.

Questo riapre spazio alla rivendicazione di un'incompertenza territoriale della Procura di Milano: perché, se il reato è stato perpetrato ad Arcore, la Procura competente è quella di Monza. Si vedrà in Cassazione. Ma prima si dovranno leggere con attenzione le motivazioni, che saranno rese note entro 90 giorni.

Un'altra considerazione riguarda il peso delle condanne, che anche se ridotte restano particolarmente severe. Per fare un confronto con pene similari, 2 anni fa si è concluso in Cassazione il processo per l'omicidio di Federico Aldrovandi, lo studente ferrarese ucciso a soli 18 anni in uno scontro con alcuni agenti di polizia. La Cassazione ha stabilito che 4 di loro meritassero una condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo, determinato da "eccesso colposo in nell'uso legittimo delle armi".


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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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