Rai, una poltrona (torinese) per due
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Rai, una poltrona (torinese) per due

Il pasticcio del Tg Rai piemontese:  il nuovo capo è Gian Mario Ricciardi, ma prima di lui era stato designato Leonardo Sgura

Alla Rai piemontese dal primo ottobre c’è un nuovo capo: Gian Mario Ricciardi, già vicecaporedattore della testata regionale nonché cavaliere dell’ordine di San Michele del Roero, che prende il posto di Carlo Cerrato, andato in pensione. Peccato però su che quella poltrona, sempre a partire dal primo ottobre, il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi avesse designato un altro capo, Leonardo Sgura già caporedattore centrale e conduttore del Tg1: una decisione aziendale presa in anticipo, a giugno, e certificata da un comunicato del cdr del Tg1 che il 12 giugno annunciava il trasferimento a Torino di Sgura (parcheggiato nell’attesa nella redazione della Tgr).

Un doppione inedito nella storia della Rai (Sgura è ancora formalmente in carica)  che si deve alla levata di scudi partita dal Piemonte alla notizia, uscita in estate, sul pugliese di stanza nella capitale (Sgura) che sarebbe andato a colonizzare la nordica redazione. Apriti cielo: la redazione si è mobilitata, ricordando che professionalità e competenze interne per ricoprire il ruolo apicale non mancavano, fino a minacciare, d’intesa con l’Usigrai, tre giorni di sciopero. Una resistenza locale che non si era vista nè in Puglia, dove è approdato Attilio Romita (dal Tg1) né a Cagliari dove è andata (da Rai Parlamento) Anna Piras, e neanche a Genova dove è finito (da Rai international) Giancarlo Giojelli.  

Dello sciopero piemontese non c’è stato bisogno perchè l’azienda ha nominato Ricciardi, di area cattolica (ha cominciato la carriera all’Avvenire, ha una rubrica nella devota trasmissione «A sua immagine»). E il dismesso, a sua insaputa, Sgura? Andrà dall’avvocato per pretendere la poltrona che gli era stata affidata?

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Antonella Piperno