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Il programma del governo Letta punto per punto

Il programma del governo Letta punto per punto

Ecco come far ripartire l’Italia. Oggi la fiducia al Senato – Il commento del direttore di Panorama – tutto sul governo Letta –

Riduzione delle tasse sul lavoro, stop ai pagamenti dell’Imu di giugno, politiche di sostegno alla formazione e all’apprendistato, iniziative per la riduzione del divario culturale tra classi sociali, tagli ai costi della politica: sono questi alcuni dei principali interventi che il governo si appresta a mettere in atto con particolare urgenza appena otterrà la fiducia anche al Senato, il cui voto è previsto per questo pomeriggio.

Ecco i punti del programma che Enrico Letta ha presentato alle Camere.

– Lavoro. Al primo posto, “priorità” – come l’ha definita Letta – c’è il lavoro. Le misure: ridurre le restrizioni dei contratti a termine; sostegno alle imprese che assumono giovani a tempo indeterminato; semplificazione e rafforzamento dell’apprendistato; riduzione del costo del lavoro; valorizzazione delle piccole e medie imprese; attenzione particolare sul Mezzogiorno; nomina di un commissario unico per l’Expo.

– Welfare.  Estensione degli ammortizzatori sociali ai precari; reddito minimo per le famiglie bisognose con figli; soluzione strutturale al problema degli esodati; incentivi per ristrutturazioni ecologiche e affitti e mutui agevolati per giovani coppie.

– Tasse. Riduzione della pressione fiscale; stop all’Imu di giugno e successiva riduzione e rimodulazione; lotta all’evasione fiscale; freno a Equitalia.

– Crescita. Pagamento di parte dei debiti delle Amministrazioni pubbliche; l’allentamento del Patto di stabilità interno; rinuncia all’inasprimento dell’IVA; aumento delle dotazioni del Fondo Centrale di Garanzie per le piccole e medie imprese e del Fondo di Solidarietà per i mutui; patto consumatori-imprese-banche, attraverso una serie di misure come la cassa integrazione in deroga, la tutela dei consumatori, il ripristino di un meccanismo corretto di finanziamento delle imprese da parte del settore bancario; rilancio del turismo e valorizzazione beni artistici-paesaggistici e sportivi ed eccellenze enogastronomiche.

– Riforme. Superamento del bicameralismo perfetto; riduzione del numero dei parlamentari; riforma elettorale.

– Costi della politica. Niente stipendio da parlamentari, ma solo indennità da ministro, a chi è stato nominato al governo; cancellazione della legge sui rimborsi elettorali; contribuzione dei cittadini attraverso la dichiarazione dei redditi all’attività politica dei partiti; più controlli e sanzioni anche sui gruppi regionali; soppressione delle Province.

– Giustizia. Lotta alla corruzione; riforma del sistema carcerario.

– Istruzione e ricerca. Riduzione del ritardo rispetto all’Europa nelle percentuali di laureati e nella dispersione scolastica; sostegno economico agli studenti con meno possibilità; piano di edilizia scolastica; più sport nelle scuole; piano pluriennale per l’innovazione e la ricerca, finanziato tramite project bonds; investimenti in tecnologia, ambiente e digitale.

– Servizi. Miglioramento dei servizi, da quelli sanitari a quelli del trasporto pubblico, locale e pendolare, con una particolare attenzione per i disabili e i non autosufficienti; sostegno al terzo settore e mondo del volontariato.

– Europa. Maggiore integrazione verso un’Europa Federale; mantenimento degli impegni presi con il Documento di Economia e Finanza; superamento della procedura di disavanzo eccessivo; recupero margini di manovra all’interno dei vincoli europei; nuove strategie per ravvivare la crescita senza compromettere il processo di risanamento della finanza pubblica.

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