Mattia Santori Sardine roma
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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I problemi delle Sardine in vacanza

Prime liti e divisioni nel movimento di protesta che si è fermato come uno studente qualunque nelle due settimane di ferie natalizie

Che le Sardine siano un movimento strano lo si era capito fin dall'inizio. Nel mondo infatti si tratta dell'unico gruppo di protesta politica contro un partito dell'opposizione (la Lega). Ci avevano poi raccontato che all'origine della loro nascita ci fosse un "pericolo per la democrazia" devastata dal "clima d'odio" imperante nel paese. Peccato che, con le vacanze di Natale, si sia azzerato tutto: niente manifstazioni, basta ospitate in tv, tutto fermo, tutti in vacanza. Va bene andare contro Salvini ma le vacanze di Natale sono sacre. 

In realtà però alcune cose sono successe: la Sardine si sono divise. Colpa degli organizzatori di Pistoia cui è stato negato il "marchio" (quale marchio?) dal leader supremo, Mattia Santori, e degli altri referenti del Movimento che, dopo essersi radunati nella famosa casa occupata di Roma con la corrente gratis e debiti per centinaia di migliaia di euro, si sono incontrati in montagna (la vacanza di Natale, cme dicevamo sopra, è sacra) per negare il loro sostegno all'iniziativa del gruppo della città toscana. I motivi sono vaghi e poco chiari.

La seconda stranezza è che il movimento della "legalità" (dicono loro) manifestano a favore di Mimmo Lucano, un indagato. E poi c'è anche chi attacca Gianluca Buonanno, il politico della Lega morto nel 2016, definendolo "una merda" (parole di tale Giulia Bodo, sardina arcobaleno) oppure una "vergogna italiana" (copyright di Debora Del Muro, leader della sardine di Milano).

C'è poi all'interno chi comincia a contestare (invidia?) la iper popolarità del giovane volto della protesta per cui una carriera politica futura siamo pronti a scommetterci è già segnata.

A chi li accusava di immobilismo Santori ed i suoi hanno risposto che passate le due settimane di ferie le piazze torneranno a riempirsi, soprattutto in Emilia dove, oltre che alla poltrona di Governatore rischia di giocarsi anche la sorte del Governo. Il tutto con buona pace dei calabresi la cui votazione, lo stesso giorno dell'Emilia, conta meno, molto meno.

Per le Sardine comunque una cosa è certa; facile partire, sulle ali dell'entusiasmo, dell'anti-salvinismo, con un Bella Ciao e le sardine sventolate nelle piazze magari disegnate dai bambini di un asilo pubblico (abbiamo visto anche questo). Ora però comincia il difficile: le gestione del quotidiano, il posizionamento politico, il futuro. Perché tra poco non basterà più un cartello "Bologna non si Lega". Il 26 gennaio è vicino, il 27 pure...


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