Giuseppe Conte presidente del consiglio discorso
ANSA/ETTORE FERRARI
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Quanto vale l'ultimatum di Conte?

Il discorso alla Nazione lascia tutto com'era prima. La palla e le risposte sono nelle mani Di Maio e Salvini

"Ditemi, anche in fretta, cosa volete fare, di questo Governo, del suo programma e di me. Io non sto qui a traccheggiare". Ecco la sintesi di un discorso di oltre 20 minuti che Giuseppe Conte ha voluto trasmettere oggi agli italiani (una sorta di messaggio di Capodanno). Un discorso elegante, molto istituzionale, con riferimenti al lavoro svolto, alle cose da fare, al senso di responsabilità, ai ringraziamenti a Mattarella per i suoi "consigli preziosi". 

Parole che hanno lasciato però deluso chi si aspettava qualcosa di nuovo e di forte. Perché nulla di quello che è stato detto non era già noto ed arcinoto ai chi segue e si interessa di politica. Non è una novità il clima di campagna elettorale permanente; non è una novità che il Governo sia parso bloccato da queste polemiche. Non è per nulla nuovo affermare che "il paese non può più aspettare". Lo ha detto Salvini, lo ha detto Di Maio, oggi lo dice anche Conte. Bene. 

E quindi?

Cosa succede ora? Come procede il lavoro del Governo? Chi detta l'agenda? La Tav si fa o no? La Flat Tax? Con che forza si va in Europa a trattare? Si sfora il famoso 3%?

A queste domande il Premier non ha risposto. Non sappiamo se perché non ha voluto, potuto o saputo rispondere. Si è detto pronto a "rimettere il mandato" come si è detto pronto "a restare al Governo fino alla fine della Legislatura".

Forse ha solo rimandato la palla (che scotta) nel campo dei due vicepremier; che alla fine sono quelli che comandano il gioco. E viene da chiedersi, dato che più che una conferenza stampa si è trattato di un messaggio ai due Vicepremier perché parlare con la stampa invece che convocare i due a Palazzo Chigi e parlare chiaro?

Non vorremmo solo che dietro tutto questo, più che il ritorno alle urne, ci sia qualche disegno strano, legato a Governi "balneari" o "tecnici" (chiamatelo come volete) non voluti dagli elettori.

Ps. Aggiornamento. Via facebook è arrivata la risposta di Salvini:

Noi non abbiamo mai smesso di lavorare, evitando di rispondere a polemiche e anche insulti, e gli Italiani ce lo hanno riconosciuto con 9 milioni di voti domenica.
Proprio oggi ad esempio ho inaugurato col governatore Zaia il primo tratto della Pedemontana Veneta, opera fondamentale attesa da quasi trent’anni.
L’Italia dei Sì è la strada giusta.
Flat Tax e taglio delle tasse, riforma della giustizia, Decreto Sicurezza Bis, autonomia regionale, rilancio degli investimenti, revisione dei vincoli europei e superamento dell’austerità e della precarietà, apertura di tutti i cantieri fermi: noi siamo pronti, vogliamo andare avanti e non abbiamo tempo da perdere, la Lega c’è.

Poi la nota di Di Maio:

"Basta attacchi. Vertice domani"

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