Pollino, cronaca di una notte di paura
MARIA PIRRO
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Pollino, cronaca di una notte di paura

Il racconto in presa diretta del nostro inviato da Mormanno, il paese in provincia di Cosenza colpito dal sisma di magnitudo 5. Un terremoto annunciato . Foto: danni e sfollati

Le gambe ancora tremano, la gente piange per strada. Siamo a Mormanno,  sul massiccio del Pollino. Nel paese aggrappato al cielo e alla  speranza, l'auto è il rifugio più sicuro dopo la scossa di magnitudo 5  che ha cancellato ogni tentativo di continuare una “vita normale” a  quasi due anni dalle prime avvisaglie. Sembra mezzogiorno, ma è una  notte più che buia, quasi nera. Manca la corrente elettrica da una  manciata infinita di secondi, che diventano minuti. Il risveglio è un  urlo disperato: “Ooddiiio... Ooddiiio...”  ripete Pina, la proprietaria del B&B davanti alla chiesa più  antica del centro storico calabrese. Altro boato. Giù calcinacci.

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A  Mormanno i residenti che fuggono dalle case fanno la fila all'unica  pompa di benzina e si dirigono tutti verso le piazzole sulla sponda  lago, nei pressi del polo industriale, in aperta campagna. Il più  possibile lontano dalle pietre impastate con la paura, un'intera  comunità è in movimento dall'1.05, non appena ha avvertito la scossa. In  tanti avevano i borsoni già pronti, con coperte, acqua e farmaci, subito dietro la porta. Latte da dare ai bambini, scarpe senza lacci ogni sera lasciate accanto al letto: “Perché a L'Aquila quelli che scappavano avevano i piedi scalzi”. Ora, qui, a Mormanno, i nuovi sfollati dicono ai familiari al telefono: “Stiamo bene”,  e singhiozzano. In ospedale non ce la fanno neanche a parlare in questa  lunga notte. Michela e Giuseppe Fabrizio, di Matera, avrebbero dovuto  far ritorno a casa in mattinata: dimissioni annunciate. Hanno atteso con  la Protezione civile prima di avvisare i figli che sarebbero andati via  in anticipo. All'alba: "Non abbiamo chiamato subito per non allarmarli, dicendo che l'intera struttura sanitaria è stata evacuata".  Qui, tra gli ammalati avvolti nelle coperte e l'ospedale oramai  fantasma, l'attesa del giorno è scandita dal ritmo delle operazioni di  soccorso e l'arrivo del prefetto e dei sindaci. Altro boato.

A  Mormanno chiesa e palazzi del centro storico sono danneggiati dal  sisma. Anche l'ospedale lo è. Oltre 35 degenti, tra cui almeno una  decina gli ammalati gravi operati al cuore, con problemi neurologici e  ortopedici da trasferire con urgenza nel cuore della notte in altre  strutture sanitarie. Di turno un solo medico, aiutato dal collega del  118 e dalla guardia medica. Sul posto il direttore sanitario, rinforzi  sono inviati anche da Acri, 100 chilometri dall'epicentro sismico. In  corsia, per recuperare le cartelle cliniche, custodite nei reparti al  terzo e quarto piano sgomberati dopo la scossa, sono intervenuti i  vigili del fuoco. Ma altri ammalati con il passare delle ore arrivavano  ad ingrossare gli elenchi dei trasferimenti da fare, soprattutto anziani  portati in salvo dai volontari. Via-vai di ambulanze e pulmini per ore.  Ad Altomonte,  racconta il sindaco, sono state da poco sgomberate due case di cura per  anziani e disabili, 36 i pazienti trasferiti in un locale del comune.Anche a Laino Castello tutti i residenti nella notte in strada. Avviate le verifiche di  staticità nelle abitazioni di campagna e nel centro abitato, mentre il  centro storico del paese è disabitato da anni, proprio a causa di un  altro sisma, il terremoto dell'Irpinia. A Laino Borgo tre le emergenze  registrate nella notte tra giovedì e venerdì: danni strutturali al  poliambulatorio, un ex palestra ristrutturata meno di dieci anni fa;  crollo parziale di due case disabitate in un'area del centro storico già  interdetta dopo la scossa di maggio scorso; lesioni al campanile della  chiesa di Santa Maria della Consolazione. Da verificare la situazione  nelle scuole. A Castrovillari il sindaco ne ha subito ordinato la chiusura con un'ordinanza, un provvedimento non isolato sul Pollino,  necessario anche per consentire verifiche accurate negli edifici  pubblici e privati. Riunione in mattinata il prefetto e gli  amministratori per valutare provvedimenti di sgombero e altre misure di  sicurezza. Un'ipotesi ventilata è quella di requisire le abitazioni  libere, adeguate alla normativa antisismica, ma quante ce ne sono? Sul  Pollino ora spuntano le prime tende dell'esercito, nel cielo solo un  bagliore. Non si scorge il sole, mentre gli elicotteri della Protezione civile sorvolano la terra che fa tremare, e trema ancora.

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