Berlusconi
(Ansa)
Politica

Processo Ruby-Ter: Berlusconi assolto dopo 11 anni di fango

per i giudici «il fatto non sussiste». Assolte anche le ragazze coinvolte nell'inchiesta sulla presunta corruzione

Processo Ruby-Ter; Silvio Berlusconi assolto perché «il fatto non sussiste». Ripetiamo. Processo Ruby-Ter; Silvio Berlusconi assolto perché «il fatto non sussiste». Ripeterlo era necessario perché ricordiamo ancora il vociare e le grida a voce altissima di coloro che festeggiavano al via del processo, che spacciavano accuse per sentenze certe, che attaccavano l’allora Presidente del Consiglio. Erano i giorni della piazza festante fuori dal Quirinale quando Berlusconi andò a dare le dimissioni dalla Presidenza del Consiglio. Erano gli anni in cui la gente festeggiava nel vederlo prima condannato e poi ai servizi sociali. Erano giorni di festa per chi ci ha fatto sentire audio delle telefonate intime del leader di Forza Italia con Ruby «rubacuori» e le famose Olgettine per non parlare della frase simbolo di questo processo: «nipote di Mubarak» diventata patrimonio di tutti i comici, e non solo, d’Italia.

Una battaglia che ha sempre avuto un solo scopo, ben preciso: infangare un avversario politico, rovinarlo, distruggerlo agli occhi del paese e del mondo.

La lista dei guai giudiziari e delle inchieste che hanno coinvolto Berlusconi, dal momento della sua discesa in campo in politica, è talmente ampia che probabilmente sarà tema di un apposito esame nelle future facoltà di giurisprudenza. Gli hanno controllato tutto: aziende, squadra di calcio, hobby e amici. E, ovviamente, la vita privata.

Il processo in questione vedeva Berlusconi accusato di aver corrotto le ragazze presenti alle famose cene eleganti di Arcore; pagate perché non raccontassero le cose proibite che sarebbero successe (secondo l’accusa) a Villa San Martino. «Il fatto non sussiste».

Berlusconi non ha pagato, le ragazze, assolte anche loro, non hanno mentito.

La reazione del leader di Forza Italia e dei suoi più stretti familiari è il giusto mix di gioia, per la verità finalmente emersa, ma anche amarezza perché il fango raccolto in dieci e passa anni non si cancella con una sentenza di assoluzione, in un attimo. Soprattutto perché in attesa della verità, questo processo dei danni li ha fatti, all’uomo, al politico e crediamo in parte anche al Paese. Quanto hanno riso all’estero ad esempio per questo? Chiedere al duo Merkel-Sarkozy tanto per fare due nomi.

Purtroppo in questo Berlusconi non deve sentirsi un unicum. Da anni raccontiamo di persone a cui dei giudici con accuse rivelatesi infondate hanno rovinato la vita, grazie anche al fatto che i tempi della nostra giustizia sono lentissimi (a tutto svantaggio dei deboli, cioè gli imputati). Persone che hanno perso la famiglia, la credibilità, l’onore, in alcuni casi, drammatici, persino la vita perché a volte il fango che ti ricopre non ti fa nemmeno respirare.

Una domanda resta e solo Berlusconi potrebbe dare la risposta: in questa guerra che le ha dichiarato parte della giustizia italiana Presidente oggi si sente vincitore o vinto?

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Andrea Soglio