Omicido Loris, chi c'era in macchina con Veronica quella mattina?
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Omicido Loris, chi c'era in macchina con Veronica quella mattina?

Un esperto informatico interviene a "Mattino Cinque" e avanza ipotesi sbalorditive sull'assassinio del bambino di Santa Croce Camerina

Se l'esperto informatico avesse ragione, le novità sarebbero clamorose. Stiamo parlando dell'omicidio del piccolo Loris Stival e dell'inchiesta che ha portato in carcere la mamma Veronica Panarello.

Un ingegnere informatico, Marcello Locurto, ha effettuato uno studio sulle immagini delle telecamere di Santa Croce Camerina. I frame, ricavati, grazie all'utilizzo di un software sofisticato, sono stati mandati in onda in esclusiva dalla trasmissione Mattino Cinque, durante la quale l'esperto, intervistato dalla giornalista Agnese Virgillito, ha avanzato dei dubbi sulla ricostruzione della procura della repubblica di Ragusa.

A cominciare dalla mattina presto, quando Veronica e i due figli escono per andare a scuola, prima che Lorys giri i tacchi e rientri in casa. Secondo Locurto i tre soggetti che si vedono nelle immagini non sarebbero loro, perché avrebbero una altezza diversa.

Nei minuti successivi, la macchina di Veronica Panarello sarebbe stata seguita da due auto, una delle quali l'avrebbe scortata fino all'azienda agricola situata vicino al canalone dove è stato ritrovato il corpo del bambino.

Ancora: quando Veronica Panarello rientra e fa retromarcia per parcheggiare dentro il garage, si scorgerebbe una sagoma di bambino nella parte posteriore dell'auto. Figura che sarebbe individuata anche durante il passaggio sotto la telecamera situata vicino al supermercato Despar. Infine, l'ingegnere fa notare che a un certo punto al volante della polo nera di Veronica ci sarebbe una sagoma maschile.

Suggestioni, scherzi dei riflessi delle luci sulle telecamere, o nuovi elementi concreti che rischiano di far saltare l'impianto accusatorio? Si vedrà. Una cosa è certa, non possono essere ignorati. La procura potrà anche dire che è materiale ininfluente, ma non potrà esimersi dal fornire una confutazione scientifica.

Perché il quadro accusatorio non è completo. Il capo di imputazione è omicidio premeditato: Veronica Panarello avrebbe pensato e realizzato l'assassinio del figlio. Ma nessuno ha ancora fornito un movente attendibile.

E pure la dinamica non convince: se la donna dall'indole malvagia programma l'omicidio del proprio figlio, perché lo lascia salire in casa da solo in un momento in cui è facilissimo che qualcuno possa vederlo? Stai andando al canalone per un sopralluogo del posto in cui hai deciso di gettare il corpo, torni, lo uccidi, alla fine racconti che lo avevi accompagnato a scuola come sempre.

Ma non sai se qualcuno lo ha visto. Un azzardo eccessivo per una mente criminale.

 

Ansa/Polizia di Stato
In un fermo immagine tratto da un video della Polizia, Veronica Panarello durante il sopralluogo del 17 novembre 2015 nel canneto lungo la strada per Donnafugata (Ct)

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Carmelo Abbate