
Emmanuel Chidi Namdi, il 36enne nigeriano richiedente asilo morto a Fermo dopo un pestaggio da parte di un ultrà della Fermana, con la moglie Chinyery, 24 anni, +

Un fiore sul luogo dell’aggressione a Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo nigeriano di 36 anni, morto dopo essere stato picchiato nel centro di Fermo, 7 luglio 2016.

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano con Don Vinicio Albanesi prima della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presso la Prefettura di Fermo dopo la morte del migrante nigeriano di 36 anni, pestato da un ultrà. Fermo 7 luglio 2016.

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano con Don Vinicio Albanesi prima della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presso la Prefettura di Fermo dopo la morte del migrante nigeriano di 36 anni, pestato da un ultrà. Fermo 7 luglio 2016.

Il luogo dell’aggressione a Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo nigeriano di 36 anni, morto dopo essere stato picchiato nel centro di Fermo, 7 luglio 2016.

Il luogo dell’aggressione a Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo nigeriano di 36 anni, morto dopo essere stato picchiato nel centro di Fermo, 7 luglio 2016.

Il luogo dell’aggressione a Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo nigeriano di 36 anni, morto dopo essere stato picchiato nel centro di Fermo, 7 luglio 2016.

La signora Chinyery, vedova del nigeriano Chidi Nnamdi a Fermo, 7 luglio 2016

Un’ immagine d’archivio di Amedeo Mancini, fermato con l’accusa di omicidio preterintenzionale per l’uccisione di Emmanuel Chidi Namdi, il richiedente asilo nigeriano pestato a morte il 5 luglio a Fermo, mentre difendeva la compagna dagli insulti razzisti di Mancini.
“Ci è crollato il mondo addosso, è crollata la storia della città, la sua tradizione e il suo presente di accoglienza e solidarietà”: sono le parole del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, che non nasconde il suo profondo dolore di fronte all’omicidio del giovane nigeriano Emmanuel Chidi Nnamdi.
Questa mattina nella provincia marchigiana è giunto il ministro degli Interni Angelino Alfano, che ha presieduto il comitato per l’ordine e la sicurezza. Nel corso della conferenza stampa il titolare del dicastero ha dichiarato di essere stato informato dal procuratore della Repubblica Domenico Seccia che l’imprenditore Amedeo Mancini, responsabile della morte di Emmanuel, è stato fermato con l’accusa di omicidio preterintenzionale, aggravato dalla finalità razzista. Alfano ha anche reso noto che alla vedova del richiedente asilo è stato concesso lo status di protezione umanitaria, come auspicato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il clima che si respira a Fermo è di sgomento e incredulità. La città, che dell’accoglienza ai rifugiati e ai bisognosi ha fatto il suo fiore all’occhiello, con eccellenze come la Comunità di Capodarco di Don Vinicio Albanesi, non ci sta a farsi etichettare come razzista. “Condanno con forza la gravità del gesto di uno sconsiderato – ha tuonato il primo cittadino – . È assurdo morire per un insulto razzista e gratuito. Da sindaco però, voglio difendere l’immagine della città e dei suoi cittadini, che da sempre si distinguono per la loro natura accogliente e rispettosa ”.
Calcinaro ha annunciato che per il giorno del funerale sarà proclamato il lutto cittadino. “Dobbiamo ripartire dalle basi del dialogo, per rafforzarle – ha aggiunto il primo cittadino di Fermo –. Vorrei che i migranti che sono accolti nel nostro territorio incontrino i ragazzi delle scuole, classe per classe, per portare la loro testimonianza sui drammi da cui sono fuggiti e per creare un confronto intimo e costruttivo, che possa favorire una nuova apertura mentale e ravvivare lo spirito di confronto e conoscenza reciproci. Non possiamo sprofondare nel populismo. Ho piena fiducia negli inquirenti e credo anche che ci sia di fondo l’irresponsabilità di certa politica, che aizza gli animi in un momento che è di generale crisi per tutti e che sta portando all’esasperazione”, ha concluso Calcinaro.
Dello stesso avviso Andrea Nobili, Ombudsman della regione Marche, il quale ha affermato che “anche la realtà marchigiana è attraversata da tensioni che richiedono grande attenzione. Dobbiamo rafforzare l’impegno comune e dialogare con le diverse realtà sociali per garantire il rispetto dei principi universali di pacifica convivenza sociale”.
Lontano dal clamore che inevitabilmente la vicenda ha suscitato, nel silenzio e nella preghiera, chi ha conosciuto la coppia vive un dolore composto e silenzioso. “Il ricordo più bello che conserverò di Emmanuel – ha dichiarato suor Rita, la sua insegnante d’italiano – è il suo grande amore nei confronti della moglie, che ha sostenuto nei momenti più difficili della loro travagliata vita. Sapeva starle vicino con forza e delicatezza”.