Kodaline: "Non chiamateci i nuovi Coldplay" - L'intervista
Ufficio stampa Sony
Musica

Kodaline: "Non chiamateci i nuovi Coldplay" - L'intervista

Il 25 febbraio la band irlandese si esibirà ai Magazzini Generali di Milano

Due anni fa il successo del video di All I want ha trasformato gli irlandesi Kodaline nella next big thing del rock alternativo con uno spiccato gusto melodico. Il 12 febbraio la Sony ha pubblicato il nuovo album Coming Up for Air, chiamato a ripetere e magari a superare le vendite del precedente In a Perfect World del 2013, trascinato da un singolo di impatto come Honest. Il disco  è stato prodotto da Jacknife Lee, già al lavoro con R.E.M, Snow Patrol, Weezer, Bloc Party e  The Drums. Dopo aver suonato nei più importanti festival internazionali, tra cui Glastonbury 2014, i Kodaline torneranno a esibirsi in Italia il 25 febbraio in una data unica ai Magazzini Generali di Milano. Abbiamo scambiato due chiacchiere con il chitarrista Mark Prendergast, che ci ha raccontato l’emozione per il nuovo album e per il prossimo tour, quello della definitiva consacrazione internazionale.

Mark, come mai avete deciso qualche anno fa di cambiare il nome da 21 demands a Kodaline?

“21 demands era la nostra prima band quando avevamo 15 o 16 anni, non sapevamo esattamente come esprimere noi stessi con la musica, era solo un modo per sfogarsi. Ora siamo cresciuti e maturati, ma la cosa più importante è che scriviamo canzoni che rappresentano chi siamo adesso, non più adolescenti. Il nome Kodaline rappresenta chi siamo ora”.

Quali artisti e band hanno influenzato la vostra musica?

“Abbiamo un ampio range d’influenze, che va dai Daft Punk fino ad arrivare ad Aretha Franklin”.

Negli ultimi due anni avete fatto il grande salto da giovani promesse a gruppo amato da migliaia di fan in tutto il mondo. Che cosa è cambiato nella vostra vita quotidiana?

“E’ bello avere un riconoscimento per quello che fai. E’ fantastico poter fare il musicista per vivere. Da anni suoniamo insieme tutti i giorni, ma lo facevamo anche prima di diventare famosi, quindi non c’è stato un grande cambiamento nel nostro stile di vita. Una volta abbiamo autografato la fronte di una nostra fan, ad un festival. E’ andata  in giro con la nostra firma sulla sua fronte per tutti i tre giorni del festival. Ecco, questo prima non accadeva!”.

A proposito di festival, che ricordo avete della vostra esibizione a Glastonbury 2014?

“Glastonbury è il re dei Festival. Ha un’atmosfera fantastica e il pubblico non delude mai. È stato uno dei nostri concerti più belli. Ha iniziato a piovere a metà serata ma poco importava. La folla ne era avvolta ed è stato meraviglioso”.

Come mai avete scelto Coming up for air come titolo del nuovo album?

“E’ come se l’intero album fosse salito lentamente sopra di noi. L’abbiamo finito prima di avere la pressione di farlo. E’ un titolo simbolico, quando abbiamo completato le canzoni è stato il primo momento, dopo due anni ininterrotti di tour, in cui abbiamo fatto un respiro profondo e ci siamo fermati come gruppo”.

Dobbiamo aspettarci delle novità nel nuovo album rispetto al vostro lavoro precedente?

“Con il secondo disco abbiamo sperimentato molti suoni differenti. L’abbiamo registrato nei momenti liberi tra un festival e l’altro.  Le canzoni hanno la stessa ispirazione, quindi suonerà molto in “stile Kodaline” a chiunque ci abbia ascoltato in precedenza. Le abbiamo semplicemente vestite in maniera diversa”.

Sono in molti a paragonarvi ai Coldplay, come sembra confermare anche il nuovo singolo Honest. E’ più la frustrazione o più l’orgoglio di essere paragonati alla band di Chris Martin?

“Siamo cresciuti ascoltando alla radio la musica dei Coldplay, degli U2 e degli Snow Patrol, in qualche modo quelle sonorità sono entrate dentro di noi. E’ una cosa positiva, ci sono tante altre band che vengono paragonate ai Colplay perché loro sono uno dei gruppi più famosi al mondo. L’obiettivo di ogni gruppo, però, è quello di creare un proprio sound ed è quello che speriamo di essere riusciti a fare in Coming up for air”.

Siete più preoccupati o eccitati di vedere come sarà accolto dal pubblico Coming up for air?

“Il tour promozionale di In A Perfect World è stato superlativo, ma vogliamo tanto poter far sentire le nostre nuove canzoni e vedere le reazioni della gente! Siamo molto più eccitati per questo che pensare di essere preoccupati. Se piacerà agli ascoltatori la metà di quanto l’amiamo noi, allora andrà tutto bene”.

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Gabriele Antonucci