Cyndi Lauper conquista Roma - Recensione, scaletta e video
Gabriele Antonucci
Musica

Cyndi Lauper conquista Roma - Recensione, scaletta e video

La cantante americana ha alternato i nuovo brani country di "Detour" agli iconici successi degli anni Ottanta

La cantante, a 63 anni, ha ancora la grinta e l'energia degli esordi

Durante l’esecuzione di Girls just wanna have fun è circondata da un benevolo muro di mani non solo da stringere, ma a cui appoggiarsi, le stesse mani che da 33 anni, data di uscita dell’album di debutto She’s so unusual, continuano ad appoggiare delicatamente i suoi vinili sul piatto o a premere play sul lettore cd.

Ciò che colpisce maggiormente del concerto di Cyndi Lauper alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, prima tappa italiana del suo Greatest Hits Tour che stasera sbarcherà al GruVillage di Grugliasco(Torino), è il senso di amichevole intimità tra la cantante americana e il suo pubblico, al quale si accosta più come un’amica di vecchia data, di quelle che ti accompagnano dall’adolescenza fino all’età adulta, che non come una popstar in cerca di rumorosa e superficiale approvazione.

Oltre cinquanta milioni di dischi venduti in tutto il mondo, due Grammy, un Emmy e un Tony Award in bacheca, ma soprattutto una voce che, per intensità e per estensione, ha ancora oggi poche rivali, Cyndi Lauper ha da poco compiuto 63 anni, ma ha ancora la grinta e l'energia degli esordi, quando diede una scossa al patinato mondo del pop con un look e con uno stile vocale che strizzavano l’occhio al punk.

Icona degli anni Ottanta dove rivaleggiava ad armi pari con Madonna, Cyndi, da vera artista, non si è accontentata di riproporre stancamente la formula che l’ha portata al successo, magari con l’ausilio di un produttore cool e con qualche duetto che strizzasse l’occhio alle nuove generazioni, ma è andata alla riscoperta delle radici del pop e del rock, con due album di assoluto valore come Memphis Blues del 2010 e del recente Detour, pubblicato due mesi fa. In quest’ultimo l’eclettica cantante ha riletto nel suo inconfondibile stile alcuni classici della musica country, registrandolo per buona parte a Nashville, la città dove è nata la musica americana per eccellenza.

Chi si aspettava di ritrovarsi ieri sera a una stanca e nostalgica celebrazione dei gloriosi anni Ottanta si è dovuto ricredere, mentre è stato catapultato a sorpresa in un saloon polveroso del profondo Sud dell’America. La cantante fa il suo ingresso alle 21.15, accolta dal boato della Cavea, con un cappello da cowgirl e una valigia, emblematica del suo nuovo viaggio musicale, inaugurato con Funnell of love, energica cover di Wanda Jackson.

La prima scarica di adrenalina la dà il trascinante classico She bap, emblematico del sound degli anni Ottanta dominato dalle tastiere, per poi virare di nuovo al country di Heartaches by the number, cover di Ray Price . “Ciao, come va? -saluta la cantante-Grazie mille, non parlo l’italiano, così non voglio dilungarmi troppo perché forse non capirete quello che dico. Il country è l’inizio del rock, per questo ho voluto rendergli omaggio in Detour, il mio undicesimo album. Alla mia età, per fortuna, posso suonare ciò che desidero senza dover  seguire i consigli dei discografici. Non è mai troppo tardi”.

Si ritorna agli anni Ottanta con l’intensa I drove all night, in cui Cyndi sale su valigia e canta perfino a testa in giù senza mai perdere potenza vocale e intonazione. I ritmi rallentano nella struggente Walking after midnight, dove la cantante gira su se stessa grazie a una pedana basculante.

“Quando ero piccola -racconta- io e i miei fratelli guardavamo insieme la tv il sabato mattina, quando trasmettevano Billy Bang Bang & His Bang Bang western movies. Ne sono sempre rimasta affascinata, per questo oggi vi canterò questa canzone”.

La giocosa I want to be a cowboy’s sweetheart viene eseguita mentre imbraccia un ronzino di legno, di quelli che hanno accompagnato l’infanzia di tanti maschietti. L’intensa You don’t know e soprattutto l’eccezionale versione di When you were mine, sentito omaggio all’amico Prince recentemente scomparso(“era un grande innovatore, un uomo simpatico e brillante. Mi manca molto, ricordatevi che la vita è corta e va vissuta al meglio”), rivelano una voce ancora prodigiosa, di impressionante pathos ed estensione.Tutta la Cavea dell’Auditorium le tributa una meritata standing ovation, durante la quale la cantante riprende un po’ il fiato e presenta in modo referenziato il suo gruppo, abile nel dare colore alle diverse atmosfere della scaletta.

L’energico pop-rock di  Money fa scattare il pubblico sotto al palco, contenuto a fatica dai bodyguard dell’Auditorium. Una breve pausa e Cyndi torna a cantare con il microfono collocato all’interno della cornetta di un telefono d’epoca nella confidenziale Misty Blue di Eddy Arnold. Arriva il momento clou della serata con la splendida Time after time, in cui dirige il coro degli spettatori nella lunga e suggestiva  coda del brano, e con la contagiosa allegria di Girls just wanna have fun, trasformata inizialmente in Boys just wanna have fun, con l'austera Cavea divenuta nel frattempo una colorata discoteca.

Il bis non poteva che essere True colors, eseguita solo voce e lap pedal steel, introdotta dalla prima strofa di What’s going on di Marvin Gaye.  “Ricordate che il potere è sia nel cuore che nella ragione -si accommiata Cyndi- fatele dialogare tra loro. Prendetevi cura gli uni degli altri e siate gentili con il vostro prossimo”.

I luminosi sorrisi e qualche occhio lucido all’uscita della Cavea raccontano meglio di qualsiasi giudizio il concerto di quest'artista sincera e generosa, piccola di statura quanto grande dal punto di vista vocale e umano. [Cliccare su Avanti per scaletta e video]

Setlist Auditorium Parco della Musica, Roma

Funnel of Love

(Wanda Jackson cover)

She Bop

Heartaches by the Number

(Ray Price cover)

I Drove All Night

(Roy Orbison cover)

The End of the World

(Skeeter Davis cover)

Walking After Midnight

(Patsy Cline cover)

I Want to Be a Cowboy's Sweetheart

(Patsy Montana cover)

You Don't Know

When You Were Mine

(Prince cover)

Money Changes Everything

(The Brains cover)

Encore:

Misty Blue

(Eddy Arnold cover)

Time After Time

Girls Just Want to Have Fun

(Encore 2:

Fearless

True Colors

 

She bop

When you were mine

True colors

Time after time

I drove all night

I più letti

avatar-icon

Gabriele Antonucci