Ecco i due leader dei Forconi, Ferro e Calvani
ANSA/LUCA ZENNARO
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Ecco i due leader dei Forconi, Ferro e Calvani

Due agricoltori che parlano in modo diverso e “viaggiano” su due binari differenti. Ma con un unico obiettivo: protestare - L'analisi - La mappa dei disagi

Uno è siciliano, l’altro dell’agro-pontino. Il primo di chiama Mariano Ferro è un imprenditore agricolo di 53 anni di Avola e presidente e fondatore del Movimento dei Forconi, il secondo è Danilo Calvani, 51 anni, agricoltore di Pontinia, Latina, e leader del Coordinamento 9 dicembre.

Il primo parla su Skype in collegamento dalla sua Sicilia e rilascia interviste telefoniche in pullover e cappellino da lavoro nei campi, l’altro viaggia da Nord a Sud Italia, si presenta nelle piazze con un cappotto blu e si sposta in Jaguar. Ed è stato proprio quest’ultimo, Danilo Calvani, ad aver sollevato non poche critiche dopo essersi presentato a Genova, una delle città assieme a Torino al momento simbolo della protesta più accesa dei “forconi”, a bordo della lussuosa auto inglese. Un “arrivo trionfale” (con Tricolore sventolato dal finestrino dell'auto) piuttosto criticato considerando le motivazioni che ormai da quattro giorni stanno portando in strada e nelle piazze migliaia di italiani, ovvero, la carenza di lavoro, di soldi e una politica economica inadeguata alla crescente crisi economica.

Un “dettaglio” che non poteva passare inosservato e che ha scatenato oppositori del movimento dei forconi e parte degli stessi manifestanti sui maggiori social network. Ma il leader del Coordinamento 9 dicembre, con la bandiare avvolta attorno al collo, ha spiegato: “Ho avuto un passaggio da un amico camionista, partito da Massa Carrara. La Jaguar e' sua, non mia”

Ma chi è Danilo Calvani, il ‘forcone’ in Jaguar?
E’ un ragioniere (mai diplomato) che lavora in provincia di Latina e che a marzo ha messo in piedi un movimento di protesta che sta scuotendo l’Italia "Tutto e' iniziato il 16 marzo scorso - spiega con orgoglio Calvani - nella cella frigorifera della mia azienda, tra amici. Lì abbiamo deciso che non si poteva sopportare oltre". Il leader del 'Coordinamento 9 dicembre' e' cresciuto in una famiglia di agricoltori che gli  ha trasmesso i valori della terra nell'agro-pontino.  In quelle terre vive con la compagna e quattro figli. "Ho studiato Ragioneria - racconta - ma ho lasciato l'anno prima del diploma e mi sono dedicato a coltivare ortaggi". Nel suo passato nessuna tessera di partito ne' di sindacato. "Da giovane - precisa - ho votato Dc e Psi, poi mi sono pentito perché sono finiti tutti in galera. Negli ultimi anni ho votato solo in due occasioni, una volta per Forza Italia e una volta per i Verdi”. Nel 2010 ha partecipato all'occupazione dell'Inps a Latina,  ha fatto una lista civica, e si è candidato sindaco ma ha raccolto solo un pugno di voti. “Forse non aveva funzionato lo slogan 'Non ci votate perché non siamo corrotti!". 

Dopo un lungo tour per l'Italia, il 6 ottobre scorso, sempre nella cella frigorifera di Pontinia, e' nato il “Coordinamento 9 dicembre”. "All'inizio - aggiunge - abbiamo messo insieme gruppi che non dialogavano tra loro. Comitati di categorie delusi dai sindacati, di cittadini e di principi. Erano un centinaio, ora
aumentano con una tale frequenza che non riesco più a contarli". "E' una rivoluzione - precisa - che e' partita dalle donne, sono state le prime a volerla. Ci vogliono far passare per violenti, estremisti, mafiosi, fascisti. Non e' così. E' il popolo arrabbiato e desolato che e' sceso in piazza. Gli estremisti non hanno nulla a che vedere con noi anche se la nostra protesta comprende tutte le idee".

Le stesse cose ma “strillate” via Skype o al telefono le ribadisce anche Mariano Ferro, presidente, ideatore e fondatore del Movimento dei Forconi, nato proprio in Sicilia due ani fa. Abiti semplici, parole semplici ma concetti molto chiari che non lasciano spazio ad interpretazioni. Mariano Ferro, un blog e una pagina Facebook con poco più di 2mila sostenitori, guida la protesta in atto in alcune zone della Sicilia, dove non si sono mai registrati disagi e con manifestanti che si limitano a volantinaggi.

Ferro, leader storico dei forconi, prende le distanze dalle violenze. "I veri 'forconi' - dice - si trovano
in Sicilia dove la protesta in questo momento e' pacifica. Purtroppo la nostra sigla viene associata a gruppi di teppisti ed eversivi con i quali non c'entriamo nulla. Ci dissociamo a gran voce dalla violenza in atto in altre parti del Paese".
E’ sempre Ferro che mentre critica i giornalisti di  non dargli il giusto spazio e di ‘stravolgere’ la protesta, chiede a Berlusconi di mettere a disposizione le sue televisioni per lanciare il vero messaggio dei Forconi. "Abbiamo accolto con piacere le parole di Berlusconi che vuol farsi mediatore delle nostre istanze, anche perché nessun altro leader politico ha aperto bocca, lui invece ha avuto la sensibilità di farlo. A Berlusconi però chiediamo se davvero vuole darci una mano, ci dia spazio nelle sue televisioni. Ci consenta di esporre le nostre tesi in un talk show e non in uno-due minuti di interviste”.

Poi sulle violenze Ferro continua: "Condividiamo in pieno le parole del ministro Alfano quando parla di ali estreme nel movimento e di violenti, facendo così  una distinzione netta con chi invece sta in piazza e protesta in modo pacifico e con una piattaforma di rivendicazioni ben precisa”.   Poi Ferro , prende le distanze da una serie di movimenti e sigle  che in questi giorni si stanno “intersecando” sotto il nome dei Forconi. "In una prima fase poteva anche farci piacere che la sigla dei Forconi fosse stata presa a simbolo dello sciopero – afferma Mariano Ferro - ma adesso la situazione e' degenerata: i Forconi respingono il tentativo di macchiare la propria sigla, dietro la quale c'e' un movimento di agricoltori e autotrasportatori che da anni rivendica interventi da parte dei governi contro il disagio sociale provocato dalla crisi economica".

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Nadia Francalacci