Inchiesta sui rifiuti in Campania: perché De Luca jr. si è dimesso
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Inchiesta sui rifiuti in Campania: perché De Luca jr. si è dimesso

Dopo le dimissioni del figlio, il governatore della Campagna ha dato mandato ai suoi legali di querelare Di Maio

Roberto De Luca, per tutti jr perché figlio del governatore della Campania Vincenzo, si dimette da assessore al Bilancio del Comune di Salerno, dopo il suo coinvolgimento nell'inchiesta sulle presunte tangenti per gli appalti sullo smaltimento dei rifiuti nata dai video di Fanpage su, e contrattacca: "Non intendo offrire alibi a nessuno, né pretesti per operazioni di aggressione politica. Ma è chiaro a tutti che è stata messa in piedi, con l'ingaggio addirittura di ex camorristi, una provocazione vergognosa, per inquinare e condizionare la campagna elettorale. Una vicenda oscura".

L'inchiesta giornalistica

Su 7 video ricavati da 900 ore di immagini girate prendendo contatti grazie a un ex boss che, fingendo di volere rientrare nel giro, accompagnato da un giornalista nella veste di factotum, e filmando con una microcamera gli incontri con manager di società in house della Regione Campania, Fanpage.it ha realizzato un'inchiesta sul traffico e la gestione illecita dei rifiuti con il presunto coinvolgimento della politica.

L'inchiesta giudiziaria

Intanto il pool di magistrati napoletani prosegue a esaminare i documenti sequestrati negli uffici degli indagati: obiettivo, cercare riscontri alle ipotesi corruttive che emergono dai filmati di Fanpage.

Nel caso di Roberto De Luca sotto i riflettori c’è l'incontro con l'ex camorrista pentito Nunzio Perrella, che nel ruolo di “agente provocatore” (figura che la legge "vieta categoricamente", ricorda il ministro Minniti) si finge imprenditore nel settore dei rifiuti e ottiene un incontro a Salerno.

Il giorno dopo, con un collaboratore di De Luca jr, si parlerà di mazzette per ottenere un appalto regionale per la rimozione delle ecoballe.

Le reazioni

Le dimissioni erano tutt’altro che attese, tant’è che il governatore aveva avvertito: "Se pensate di ricattarci, anche con l'uso di camorristi, non perdete tempo. Andremo avanti a carro armato".

Per Matteo Renzi quello di Roberto è “un gesto personale che lui ha fatto con grande serietà. Sono garantista, non avrei mai chiesto dimissioni dopo un avviso di garanzia, ma ho apprezzato. Spero che querelerà Di Maio che gli ha dato dell'assassino e spero che Di Maio rinunci all'immunità parlamentare, se è un uomo”.

Ma l'intervento che ha suscitato più clamore è quello del governatore della Campagna Vincenzo De Luca, padre dell'assessore dimissionario: "In queste ore assistiamo a una campagna di aggressione mediatica e pseudogiornalismo contro di noi alla vigilia di una campagna elettorale delicata, una operazione camorristica e squadristica che parte dalla gestione dei rifiuti".

Vincenzo De Luca, nel video Facebook in merito all'inchiesta che ha coinvolto suo figlio Roberto, ha risposto anche alle dichiarazioni di Pietro Grasso. "Lo invito a un dibattito. Ho visto le sue dichiarazioni, c'è da vergognarsi, non una parola sui camorristi che vengono a fare operazioni di aggressione e ma finto moralismo da quattro soldi. Sfido anche questo nostro amico a un dibattito pubblico in diretta sulla moralità pubblica".

A suscitare l'ira di De Luca, a quanto si è appreso, sono state tutte le prese di posizione di Grasso sull'inchiesta di Napoli. L'ultima, questa mattina, quando il leader di LeU ha annunciato una manifestazione per il 26 febbraio a Napoli: "Siamo il partito della legalità, contro la corruzione, le mafie e l'inquinamento", ha detto.

Tre giorni fa, alla notizia dell'inchiesta, il presidente del Senato aveva dedicato una battuta alla vicenda: "A Napoli si dice 'tengo famiglia...', ed evidentemente si pensa che la politica, fatta secondo una discendenza dinastica, sia un modo di risolvere i problemi personali", aveva detto.

L'iscrizione di Roberto De Luca nel registro degli indagati, secondo Grasso, confermava la presenza in Campania di un'illegalità evidente che coinvolge la politica. "I fatti di Napoli - ha aggiunto sabato Grasso - mettono in evidenza un ambiente di corruzione che noi non possiamo certamente tollerare".

In Italia c'è una "vita pubblica fatta di calpestamento della dignità delle persone senza una reazione adeguata, dobbiamo capire che l'Italia così arriva alla barbarie", ha detto ancora il governatore della Campania nel video postato sulla sua pagina Facebook. "In Campania - ha detto De Luca - siamo orgogliosi del lavoro che stiamo facendo. Il mio invito è che si uniscano le forze perbene, perché la discriminante di fondo oggi nella politica non sono tra destra e sinistra ma tra persone perbene, che difendono i valori umani fondamentali e i farabutti, i cialtroni, chi vive di aggressione mediatica, chi fa finta di fare battaglie morali senza aver mai deciso nulla nella propria vita. La morale la si pratica non la si predica, la morale nei salotti tv è semplice, diverso è mantenere una linea di moralità quando ti confronti con la vita, quando riesci a governare come esempio di moralità e rigore. Lancio un appello a tutti perché ci diano una mano in questa battaglia di trasparenza e correttezza, per respingere l'aggressione squadrista e camorrista nei nostri confronti. Abbiamo cominciato a buttare fuori la camorra dalle istituzioni e continueremo a farlo, faremo ringoiare tutto, a quelli che hanno messo in piedi questa aggressione mediatica e a quelli che si sono prestati a questa aggressione".

De Luca ha poi attaccato il M5S: "I migliori utilizzatori di questa vicenda ignobile - ha detto - sembrano le Cinque Stelle. Rinnovo alle Cinque Stelle il mio invito a un dibattito pubblico su trasparenza, correttezza, moralità pubblica. Sono mesi che sfido il loro candidato Luigino Di Maio a un dibattito dove e quando vuole, sulla materia che vuole lui: mi piacerebbe averlo in un dibattito questo giovanotto che prende 15.000 euro al mese e parla contro la casta. Aspetto che qualcuno mi risponda, che decida di partecipare in diretta senza registrazioni e i tagli come nel filmato famoso".

"Le minacce di De Luca sono assolutamente intollerabili e inconciliabili con il suo ruolo istituzionale - ha scritto in un tweet Luigi Di Maio -. Cosa vuol far 'ringoiare'? La valigetta piena di soldi? Deve dimettersi immediatamente e mi aspetto che Renzi e Gentiloni prendano subito le distanze!".

In seguito alle dichiarazioni Vincenzo De Luca ha dichiarato di aver "dato mandato ai miei legali di querelare Luigi Di Maio per le dichiarazioni rilasciate ieri e nei giorni scorsi. Invito Di Maio, membro autorevole della casta a 15 mila euro al mese, a rinunciare all'immunità parlamentare. Gli rinnoveremo la richiesta ogni giorno fino alle elezioni". 

Vincenzo De Luca difende il figlio dall'inchiesta di Fanpage | video

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