Vita da grillini (asserragliati in hotel)
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Vita da grillini (asserragliati in hotel)

Costretti a seminare la stampa e a tenere la bocca cucita. In cambio soggiorno gratis - il ritratto di Casaleggio - guarda tutti gli eletti del M5S -

No, nessuna sala prenotata per oggi”.

Alle 10 del mattino la reception dell'hotel Saint John smentisce al telefono che sia in programma, là da loro, la prima riunione politica tra Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio e i deputati e senatori appena eletti in Parlamento.

Giornalisti e telecamere aspettano comunque davanti all'ingresso. Nella hall, ordinatamente allineati, una ventina di trolley. “Stanno andando via – spiegano alla reception – hanno già effettuato il check out”.

Nessuna prenotazione per i prossimi giorni. L'hotel è un quattro stelle di lusso, qualcuno maligna che anche i campioni dell'anti-casta abbiano iniziato a trattarsi bene.

Ma no, hanno scelto questo hotel solo perché è ben collegato. Non hanno pagato molto, 50 euro a stanza in convenzione”. Hanno pagato di tasca loro? “No no, tutto l'organizzazione”.

Nel frattempo, da soli o a gruppetti di due, quelli escono alla spicciolata. I cronisti cercano di strappargli qualche informazione: “State aspettando Grillo?No, oggi andiamo a spasso a fare i turisti per Roma” svicolano e subito si fa strada un sospetto: sarà mica un depistaggio?

A un certo punto inizia a circolare la voce che il leader 5 Stelle sarebbe bloccato a Genova per il funerale del suocero iraniano.

Il tempo di 10 minuti e l'Agi batte un'agenzia: “Grillo appena arrivato a Roma”.

Scatta il fugone verso la nuova location: i cameraman montano sugli scooter in coppia, con i cavalletti sotto braccio, senza nemmeno riporre le telecamere nelle custodie. I giornalisti piombano sui taxi. Noi sulla nostra auto lasciata al volo davanti a un passo carrabile.

Via Principe Amedeo 5, hotel Universo, catena Best Western, due passi dalla stazione Termini.

Ci avete voluto seminare” sbotta una cronista contro un addetto della sicurezza. “Ma nooo”. “E allora perché avete cambiato albergo?” domandiamo. Bocche cucite.

Eccoli, arrivano. Si infilano nella porta a vetri e spariscono. La stampa fuori, come sempre. Dentro solo le agenzie. Intercettiamo il neo-deputato Luigi Gallo. “Ma allora oggi decidete se dare la fiducia o no a Bersani?”, lui scuote la testa, era uscito solo per mangiarsi un panino. Lo incalziamo, forse si arrende: “Guarda, ci stiamo solo conoscendo un pò”. Lo provochiamo: “E che state facendo l'occupazione del ginnasio?”. Sorride. “Dammi almeno il tuo numero di telefono”. “Non me lo ricordo” e sparisce.

A mali estremi...iniziamo una trattativa serrata con lo stesso addetto della sicurezza di prima, Roberto. “Perché non parlate con la stampa?”, “Parliamo con i cittadini”, “Noi siamo cittadini”, “Voi manipolate le informazioni. La riunione di oggi andrà in diretta su streaming. Potete seguire tutto on line”. “Vogliamo fare domande. Gli anziani guardano la televisione, leggono i giornali. In molte zone d'Italia Internet ancora non c'è”. “Quando sarà il momento risponderemo”. “Il momento è adesso, c'è in gioco il futuro del Paese e voi non sapete che dire”. “Non è vero”. “Allora portaci qua uno di loro”. Niente da fare.

Appena la porta si riapre sgusciamo dentro. C'è un gran via vai. La neo-eletta Emanuela Corda si trincera dietro un secco “Sono in silenzio stampa”. Per Marta Grande, la 25enne indicata fino a qualche giorno fa come possibile presidente della Camera, decidono gli organizzatori: “Lei non parla”.

Con Alessandro Di Battista, eletto nel Lazio, proviamo l'approccio alternativo: “Beh, si dice che alle prossime comunali di Roma farete sfraceli...”, “Ci contiamo”, “Si dice anche che abbiate in serbo un candidato fortissimo”, “No, lo sceglieremo attraverso la rete come sempre”.

La buttiamo là: “Pare che in realtà guadagnerete molto di più di 2.500 euro”, “Parleremo anche di questo”.

A uno domandiamo chi gli abbia pagato il soggiorno a Roma per questi giorni. Lui la prende malissimo: “Ma che domande fai?”. Si vede che i conti in tasca valgono solo quando si tratta degli altri...

Uno in maglietta a maniche corte scuote la testa, fa finta di non saperlo. Un altro si copre con la mano il tesserino con il nome.

Passa Loredana Lupo, eletta in Sicilia, con neonato a seguito. E' scura in volto, sbuffa, si lamenta dell'assalto mediatico. “Dovreste ringraziarci” le grida dietro un fotografo.

Ancora più snervata di lei un' ospite dell'hotel che tenta di guadagnare l'uscita aprendosi un varco a sgomitate: “Ma perché ca...ho scelto questo albergo”.

Constance Reuscher, corrispondente dall'Italia per il quotidiano tedesco Die Welt è sconvolta. “Questa è omertà, una cosa terrificante – quasi grida nel suo accento teutonico – sono tutti molto arroganti, peggio dei politici italiani”.

Racconta di essere riuscita a strappare due parole a un grillino solo perché straniera e che nel suo articolo di domani racconterà di un movimento “muto”, fatto di gente che rappresenta tanti italiani senza poter aprire bocca.

Una consegna del silenzio che sembra aver contagiato anche la direttrice dell'hotel. Non vuole assolutamente rivelare quanto sia costato l'affitto della sala dove si svolge la riunione. “Per quanto mi riguarda – dice – posso anche avergliela regalata”. “Allora gliel'ha regalata?”, “Vada fuori”.

Sì, decisamente contagiata.  

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Claudia Daconto