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Giovanardi: "perché il Pd non si dissocia dalle idee di Foti?"

Sulla vicenda di Bibbiano, l’ex ministro lancia una polemica sulle idee dello psicologo e sulla sinistra che per anni le ha sponsorizzate

Una nuova, dura polemica sullo scandalo dei bambini di Bibbiano: la lancia Carlo Giovanardi, ex senatore modenese del centrodestra e più volte ministro. Giovanardi chiama in causa il Partito democratico e chiede come sia stato possibile che, per anni, quel partito abbia sostenuto e addirittura “sponsorizzato” Claudio Foti, lo psicologo piemontese finito al centro dell’inchiesta Angeli e Demoni della Procura di Reggio Emilia.
Di Foti, indagato per frode giudiziaria e abuso d’ufficio, Giovanardi critica alla radice idee e statistiche: secondo lo psicoterapeuta, il 75% dei minori sarebbe vittima di abusi di qualche genere (sessuali, fisici o psicologici), tanto da usare l’irriverente iperbole di “Olocausto” per descrivere il fenomeno.
Giovanardi sottolinea poi che Foti sostiene che anche gli abusi non provati dalla giustizia sono quasi sempre veri, e che le sentenze di assoluzione non significano nulla. Lo psicologo teorizza inoltre che l’allontanamento dei bambini dalle famiglie è la sola strada per fare emergere in loro il ricordo delle violenze subite.
Alla luce di tutto questo, Giovanardi chiede che anche il Pd si opponga a queste idee da “caccia delle streghe”.

di Carlo Giovanardi

Tutti conosciamo il terribile significato del termine "Olocausto", che richiama lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti nella Seconda guerra mondiale. Ma c'è un altro Olocausto, meno noto, che ci illustra lo psicologo Claudio Foti nel suo intervento "il negazionismo dell'abuso sui bambini, l'ascolto non suggestivo, la diagnosi possibile", pubblicato sul numero 2 del 2007 della rivista MinoriGiustizia. Scrive Foti: "L' olocausto dell'abuso sulle donne e sui bambini, con i suoi scenari infinitamente differenziati e sfumati, ma forse più impensabili e indicibili di quelli dei lager e assolutamente non circoscritti da un visibile filo spinato, rimane comunque un fenomeno in gran parte sommerso e l' impegno a sottrarlo dalla notte millenaria di rimozione e di negazione, in cui resta avvolto, per poterlo contrastare ed affidare alla coscienza ed alla memoria, risulta assai piu' difficile di quanto non sia accaduto per altre espressioni di violenza storicamente documentate".
Nello stesso intervento leggiamo: "La prima verità è che gli abusi organizzati (ritualistici o finalizzati al traffico di materiale pedopornografico) esistono o sono diffusi; la seconda verità è che sono destinati a rimanere ancora a lungo sostanzialmente impensabili e pertanto socialmente inaffrontabili dal punto di vista preventivo e repressivo".
Sin dal tempo dei cosiddetti "Diavoli della bassa modenese" (1999) passando per il caso degli “orchi” dell’asilo di Rignano Flaminio (2006), un ristretto numero di persone dalla più disparata estrazione politica e professionale, hanno contestato in Parlamento e fuori questo approccio ideologico alla tematica dell' abuso sui minori: dal giornalista Pablo Trincia, con la sua indagine Veleno, all’avvocato Patrizia Micai, difensore di alcuni dei condannati; dallo psichiatra modenese Camillo Valgimigli all’ex giudice del Tribunale minorile di Bologna, Francesco Morcavallo. Dopo la esplosione dell'indagine "Angeli e Demoni" Francesco Borgonovo sulla Verità, Maurizio Tortorella con il suo libro "Bibbiano e dintorni" e Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano hanno con pacatezza e e ineccepibile documentazione informato i lettori della gravità dei reati ipotizzati dalla magistratura di Reggio Emilia.
Viceversa, un tema così angoscioso e delicato ha innescato polemiche strumentali e imbarazzanti, sceneggiate da parte di esponenti della Lega, di Fratelli d'Italia e dei 5 Stelle, e altrettante incredibili e imbarazzanti difese d'ufficio da parte del Partito democratico: un clima ben diverso da quello dell'epoca delle maestre di Rignano Flaminio, quando il Pd era giustizialista e forcaiolo, e la destra non era da meno, con Alessandra Mussolini e Luca Barbareschi a chiedere al governo Berlusconi, di cui facevo parte come sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, di dissociarsi pubblicamente dalla mia difesa delle maestre (poi assolte con formula piena).
Purtroppo la rissa politica rischia di far dimenticare il dramma di migliaia di famiglie vittime di pregiudizi ideologici, come quelli che hanno portato il Centro Hans e Gretel di Claudio Foti a sostenere e diffondere tra magistrati minorili, operatori dei servizi e psicologi il dato che il 75% dei bambini italiani sia abusato in famiglia, o sessualmente o tramite violenza fisica o psichica.
Come scrive Foti nel testo già citato, “i clinici, attrezzati all'ascolto empatico dei loro pazienti, ben conoscono su un piano empirico la diffusione dell'abuso sui bambini, essendo abituati ad accogliere, magari dopo mesi e anni di psicoterapia, precisi ricordi di violenze, latenti o manifeste, avvenute nell'infanzia dei loro pazienti e a verificare effetti di integrazione e benessere di straordinario rilievo a seguito della narrazione ed elaborazione terapeutica di questi ricordi".
E che cosa accade se la giustizia poi assolve o archivia? "I dati relativi alle false accuse" scrive Foti "non possono basarsi sulle archiviazioni e sulle assoluzioni giudiziarie. Non si può considerare il responso giudiziario come un fondamento di verità clinica e sociale, confondendo la verità giudiziaria con quella scientifica e dimenticando che la prima necessariamente deve tener conto, giustamente e inevitabilmente, del parametro delle prove. La stessa verità giudiziaria, inoltre, risulta spesso condizionata vuoi da modalità d'indagine e processuali che tengono assai poco in considerazione le comunicazioni dei bambini, vuoi dalla scarsa preparazione psicologica dei giudici".
Conclude Foti: "Si rischia di lasciare il piccolo testimone in balìa di vissuti paralizzanti. Si finisce per generare anziché una suggestione positiva, una massiccia suggestione negativa nel bambino…".
I milioni di cittadini italiani che hanno visto in televisione le agghiaccianti immagini di come venivano interrogati i bambini della Bassa Modenese e di Bibbiano si sono resi conto di come sono stati tradotti nella realtà certi teoremi, suffragati anche dalla teoria del cosiddetto "disvelamento progressivo", secondo la quale un bambino sottratto ai genitori, con i quali per mesi viene precluso ogni contatto, se debitamente (ed empaticamente) interrogato farà affiorare gli abusi subiti. Abusi che non possono non essere veri perché, come scrive Foti, "in conclusione non è affatto dimostrato che il falso ricordo, quando consiste in un evento sconvolgente e traumatizzante si possa inserire nella memoria autobiografica".
Vorrei pertanto che il Pd di Reggio Emilia e quello nazionale spiegassero perché abbiano sempre esaltato e sponsorizzato le teorie di Foti; perché non condannino le terribili conseguenze di queste teorie; e soprattutto perché non intendano fare causa comune con tutti coloro, anche della loro stessa area politica, che ben prima di Bibbiano si sono opposti a questo ritorno alla "caccia alle streghe". 

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Andrea Soglio