"Furbetti" del tassametro. A Roma la Polizia scopre una maxi truffa
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"Furbetti" del tassametro. A Roma la Polizia scopre una maxi truffa

Un tassista abbandona in autostrada una donna che aveva preteso il calcolo esatto del costo della corsa. Lei lo denuncia e parte l'indagine

Aveva preteso “solamente” il rispetto delle regole comunali, ovvero l'utilizzo del tassametro per il conteggio del costo della corsa. Ma il tassista che invece non voleva proprio sentirne parlare e pretendeva di applicare solo il regime forfettario, le ha prima gettato i bagagli fuori dal taxi e poi l’ha abbandonata sul ciglio dell’autostrada. Così, come spesso accade nel periodo estivo agli animali che diventano un ostacolo alle vacanze in libertà.

È successo alcuni mesi, nel tratto che collega l’aeroporto romano di Fiumicino con la Capitale. La donna, appiedata in mezzo all’autostrada e con bagagli al seguito, è stata costretta a un pericoloso percorso a ritroso alla ricerca di un altro taxi. Ma prima di salire su un altro mezzo, sporge denuncia alla Polizia di Frontiera.

È grazie a questa denuncia, infatti, che la Polizia ha scoperto una maxi truffa ai danni di decine di operatori onesti e di passeggeri sprovveduti.

Dall'indagine è emerso che 9 tassisti avevano escogitato un sistema grazie al quale riuscivano sempre a mantenere la priorità nelle chiamate rispetto agli altri tassisti.

Presso l'Aeroporto di Fiumicino è attivo un sistema che prevede che il tassista ottenga, al suo ingresso nell'area taxi, un numero progressivo con il quale verrà chiamato, secondo un ordine crescente, per prelevare i passeggeri in attesa nella zona del terminal arrivi. Tale procedura è gestita da un apparecchio elettronico, chiamato transponder, una sorta di telepass, che deve essere posizionato, in modo inamovibile, sulle autovetture, che ne regola l'accesso nell'area interessata.

Qualora la corsa sia di brevissima durata o questa venga per qualsiasi motivo annullata, i tassisti possono riaccedere alla cosiddetta zona accosti, senza perdere la priorità acquisita, a condizione però che il reingresso avvenga entro i 20 minuti successivi.

Questa opportunità, chiamata nel settore "intercampo", veniva sfruttata dai tassisti disonesti che, scambiandosi tra loro il transponder, erano in grado di effettuare anche dieci accessi consecutivi nei 20 minuti, ottenendo sempre cosi le corse a discapito dei loro colleghi onesti. In una delle autovetture controllate è stato sequestrato un congegno elettronico che consentiva di alterare il costo delle corse, interagendo con il tassametro, semplicemente premendo il tasto di un piccolo telecomando.

A termine dell'inchiesta la Polizia di Froantiera ha elevato 114 verbali di accertamento di violazioni al codice della strada ed al codice della navigazione, per un totale di 195mila euro, con il sequestro di 14 transponder e di un'autovettura.

Ma la vicenda non finisce con 200 mila euro di multa. La Polizia, infatti, ha posto la storia all'attenzione anche del Comune di Roma e dell'Ente nazionale per l'aviazione civile per gli eventuali rispettivi adempimenti di competenza, tra i quali la revoca delle licenze e l'interdizione ad operare nello scalo romano, nonché al gestore aeroportuale che ha collaborato nell'attività.

Ma secondo la magistratura potrebbero esserci altri tassisti coinvolti nella truffa oltre ai nove già individuati e la polizia sta continuando gli accertamenti.


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Nadia Francalacci