I "trombatI" da Fli (e da Grillo)
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I "trombatI" da Fli (e da Grillo)

Fini ordina la chiusura della sede del partito; a spasso decine di persone che non sanno dove ricollocarsi (anche per colpa di Grillo) - lo speciale elezioni 2013 - tutti gli eletti -

L’ordine, in via Poli, è arrivato nelle prime ore di martedì mattina: "Sgomberate subito le scrivanie. Fli smantella la sede nazionale". Cose che succedono quando alle elezioni vai sotto lo 0,5% e il tuo presidente, Gianfranco Fini, che è anche la terza carica dello Stato, scompare da Montecitorio (al Senato il partito non aveva presentato il simbolo, essendo confluito, come l’Udc, nella Lista Civica di Monti, dov’è stato eletto solo Benedetto Della Vedova).

E così, da un giorno all’altro, una dozzina di persone tra segreteria, organizzazione, ufficio stampa e comunicazione sono rimaste senza lavoro. A queste si aggiungono il personale dell’ufficio legislativo e quello dei singoli parlamentari (i famosi “portaborse” di una volta, spesso giovani laureati sfruttati e sottopagati). Un’altra quarantina di persone, tutti trentenni o poco più.

"Una batosta", commenta un ormai ex collaboratore. "Seguivamo Fini da anni, ci avevamo creduto". Tanto più che proprio questa mattina sono circolate indiscrezioni - a cui è seguita una richiesta di chiarimenti a Fini da parte dell’Idv - sulla possibile assunzione in extremis all’Ufficio di Presidenza della Camera di 30 persone a chiamata diretta.

Certo, la rottamazione, a fine legislatura, è sempre accaduta. Ma questa volta, con l’infornata di grillini, è stato un vero terremoto. Che ha coinvolto anche l’Idv e l’Udc. Che dire, per esempio, dell’ex partito di Antonio Di Pietro, rimasto anch’esso fuori dal Parlamento?

Qui, i contratti del personale che lavorava tra Camera e Senato, quello cioè dei gruppi parlamentari, scadranno il 15 marzo. Una sessantina di persone a spasso tra segreteria, ufficio stampa e legislativo: gente, per dire, che ha passato gli ultimi 10-15 anni a scrivere proposte di legge. Ma proprio ieri, in un’intervista al Corriere della Sera, la tesoriera Idv Silvana Mura, mentre da un lato rassicurava sul futuro del partito con sede in via Santa Maria in Via, informando di avere disponibilità per 16 milioni di euro, dall’altro annunciava il mancato rinnovo dei contratti a tanta gente assunta, a suo dire, in periodo di vacche grasse. A rischio ci sarebbero quasi una ventina di persone tra area web e ufficio stampa. E questo dallo stesso partito che aveva raccolto le firme contro la riforma Fornero.

E mentre prima, spesso, si usciva dalla porta per rientrare dalla finestra, a questo giro il ricambio prodotto in termini parlamentari non consente il riciclo. Difficilmente un addetto stampa di Fli, infatti, farà l’addetto stampa di un grillino. Sempre che i grillini un ufficio stampa lo vogliano. Tutta questa situazione va a sommarsi ai tagli ai rimborsi elettorali, che ovviamente si ripercuotono sull’indotto dei collaboratori (rimborsi che il M5S ha annunciato di voler in parte restituire). Ma una cosa è tagliare i costi della politica, che è sacrosanto. Un’altra quelli della democrazia.

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Costanza Rizzacasa d'Orsogna