In Rai arriva l'incubo a 5 Stelle
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In Rai arriva l'incubo a 5 Stelle

Parole pacate, ma paura nei corridoi. Così viale Mazzini reagisce all'elezione del grillino Roberto Fico alla presidenza della commissione di vigilanza

Altro che il «marziano in Rai» l’etichetta con cui il direttore di Rai4 Carlo Freccero salutò l’avvento del direttore generale Luigi Gubitosi. Con Roberto Fico a viale Mazzini è arrivato l’uomo nero, un neopresidente della commissione di vigilanza Rai che promette sfracelli, il primo ha sottolineato lui, «non eletto dagli stessi partiti che lottizzavano, ma da un movimento libero e indipendente». Che ha da sempre la Rai nel mirino, bersaglio-principe dei comizi di Beppe Grillo.

Fico, il primo grillino con poteri, vuole cacciare i partiti dalla Rai e arrivare pure all’estinzione della Vigilanza. Ce n’è pure per il consiglio d’amministrazione che vorrebbe eletto da un consiglio degli Audiovisivi, composto da cittadini e dipendenti. Fico, insomma vuole cambiare la storia della tv pubblica. E in Rai, è ovvio, c’è una certa agitazione.

«Spero che non faccia troppi danni» dice Antonio Verro, consigliere d’amministrazione in quota pdl «Mi preoccupa il tentativo di M5s di passare dalla democrazia parlamentare alla democrazia diretta». Verro spera che, nonostante Fico, prevalga il senso delle istituzioni: «La legge Gasparri va rispettata e la funzione della politica non è la lottizzazione, alla quale sono contrario anch’io, ma la garanzia del pluralismo. E poi attenzione a far uscire la politica perchè c’è il rischio che al suo posto entri il  governo, come è successo in epoca Mario Monti».

Prova a scherzarci su la collega del cda Luisa Todini: «Speriamo che il nuovo presidente della Commissione di Vigilanza sia fico di nome e di fatto». Eletta in quota centrodestra, sottolinea che non è la politica a dover uscire dalla Rai, ma i partiti: «La Rai è stata per troppo tempo un ammortizzatore sociale per i partiti, cambiare le regole di governance è essenziale».

La presidente della Rai Anna Maria Tarantola non vede l’ora di incontrare Fico e così l’Usigrai sindacato dei giornalisti chiederà subito di essere ricevuto da Fico and Co. per sottoporgli le proposte di riforme.

Non si scompone Bruno Vespa, «microfono di legno», cioè maglia nera, nel sondaggio online appena promosso dai grillini. «I partiti fuori dalla Rai?» ha detto «E’ una cosa che desideriamo da decenni. Detto questo la mia idea non cambia. E’ un servizio pubblico e spero lo sarà per sempre».

Aplomb pure dalle parti di Andrea Vianello, direttore di Raitre, invisa a Grillo che non ha esattamente in simpatia Giovanni Floris («è un venduto»): «Raitre non ha problemi ad essere controllata e vigilata. E in quanto ai partiti noi diciamo da anni che vanno cacciati, ma bisogna cambiare la legge».

Spera di incontrare presto Fico anche Andrea Lorusso Caputi, presidente dell’Adrai, l’associazione dirigenti Rai: «Spero che Fico affronti il grande problema della Rai, il suo mix tra canone e pubblicità. Una distorsione che fa sì che in prime time ci siano spesso programmi da tv commerciale. Il nodo va risolto, ma bisogna anche risolvere il problema di come sostenere il servizio pubblico». Da Fico Lorusso Caputi si aspetta anche che in vista del rinnovo della contratto di servizio, (scade nel 2016) coinvolga nella discussione i cittadini: «Per capire cosa vuole davvero la gente dalla Rai, cosa si aspetta dal servizio pubblico».

Vorrebbe aprire perfino le porte della realizzazione dei programmi ai cittadini Leonardo Metalli, inviato del Tg1 e grillino della prima ora, il più felice dell’avvento di Fico: «La Rai, oltre a doversi liberare dei partiti ha bisogno di svecchiarsi, di entrare nel mondo del web. E credo che Fico sia l’uomo adatto per rompere gli schemi».

Intanto dal settimo piano in giù, viale Mazzini trema. Temendo oltre a un incremento delle audizioni dei dirigenti in vigilanza anche campagne contro gli stipendi, gli appalti, e le assunzioni di manager esterni: già oggetto  di due interrogazioni parlamentari bipartisan.

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Antonella Piperno