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Farmaci generici: come si comporta il Servizio sanitario nazionale

Una gara su quattro per la fornitura di farmaci agli ospedali va deserta: troppo bassi i prezzi imposti dalle Regioni e Aifa

Il Servizio sanitatio nazionale predica bene ma, dati alla mano, razzola male. A quanto pare, da almeno cinque anni.

Infatti, mentre teorizza "il risparmio" attraverso l’utilizzo dei farmaci generici, nella realtà sembra non agevolare affatto le gare di appalto per la fornitura di questi farmaci e, per riempire gli scafali di ospedali e farmacie, tratta direttamente con le aziende farmaceutiche produttrici di molecole “sotto brevetto”.

Risultato finale? Invece di risparmiare, il Ssn spende molto di più. E di conseguenza tutti i cittadini italiani.

I numeri

I dati, infatti, parlano chiaro: una gara su 4 per le forniture dei farmaci in ospedale va deserta. La colpa è dei prezzi sempre più bassi “dettati” dalle Aziende Asl e da Aifa che impediscono alle aziende farmaceutiche di rientrare delle spese e quindi di concorrere senza rimetterci.

“Il continuo abbassamento dei prezzi è solo una delle tre motivazioni che allontanano le aziende produttrici di farmaci generici dalle gare per la fornitura ospedaliera - spiega a Panorama.it, Enrique Hausermann, presidente di Assogenerici – a questa occorre aggiungere i costi imposti dal payback che comportano un ulteriore rischio di limitazione della concorrenza, e non ultimo, i termini di pagamento sempre più lunghi i quali, ovviamente, incidono negativamente sulla sostenibilità economica dell’impresa”.

In effetti, i farmaci “fuori brevetto”, che dovrebbero essere indice di risparmio per il Ssn sono presenti negli scafali degli ospedali in percentuale nettamente inferiore rispetto a quelli “sotto brevetto”, in sostanza, a quelli “costosi”.

Da una analisi effettuata da Assogenerici, sulla segmentazione del mercato emerge che ben il 39,8% dei consumi dei farmaci di Classe A e H, ovvero, quelli garantiti gratuitamente dal servizio sanitario e quelli forniti solo negli ospedali, sono quelli “sotto brevetto”.

I farmaci generici che comprendono i brand a brevetto scaduto rappresentano il 36,4% del totale, mentre gli equivalenti pesano per il restante 23,8%. Troppo pochi, dunque, considerando che hanno le stesse caratteristiche ed efficacia degli altri farmaci ma un costo nettamente più conveniente. 

“La costante compressione dei prezzi esercitata negli ultimi cinque anni da parte delle Regioni e dai Aifa nelle gare d’appalto non agevola in alcun modo la partecipazione delle imprese ma anzi, le costringe alla “fuga” - precisa Hausermann –  Icosti di produzione, oggi superano il costo del prodotto finito e di conseguenza i guadagni. Questo mette a serio rischio la sostenibilità delle aziende”.

Infatti, negli ultimi anni, da Nord a Sud Italia, si è registrato un aumento progressivo dei lotti non aggiudicati: il 20% del 2014 contro il 27% nel 2015.

Le conseguenze sul mercato

Ma questo cosa comporta? “L’ente appaltante che sia la Asl o un ospedale, davanti alle gare deserte, tratta direttamente con le aziende produttrici con un unico risultato finale: paga molto di più gli stessi farmaci”, precisa il Presidente di Assogenerici.

Insomma, un “gioco” al ribasso che sulla carta tende a far risparmiare lo Stato ma che nella realtà lo costringe a spendere molto di più.

Al danno, poi, si aggiunge la beffa: la crisi sempre più forte di un intero comparto industriale, quello delle aziende produttrici di farmaci generici, che fattura ogni anno oltre 3 miliardi di euro, dà lavoro ad oltre 10 mila persone e investe mediamente 100 milioni di euro in nuove strutture produttive.

"È indispensabile convocare urgentemente un incontro tra i produttori di farmaci generici, i vertici Aifa e Ministero della Salute per rivalutare tutte le decisioni in termini di policy che impattano sul tessuto industriale e produttivo - conclude Hausermann – in quanto le condizioni attuali sono proibitive per le imprese che rischiano di non riuscire più a garantire l'eccellenza del servizio offerto, fino ad oggi, al Servizio sanitario nazionale”.

Tra le richieste del comparto, la riapertura automatica delle gare d’appalto in caso di scadenze brevettuali in itinere, eliminazione del payback ospedaliero almeno per le aziende che competono nel segmento fuori brevetto e lo snellimento delle procedure di gara con l’introduzione di elementi qualitativi per gare economicamente vantaggiose.

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Nadia Francalacci