Lavoro: le venti professioni meno soddisfacenti negli Stati Uniti
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Economia

Lavoro: le venti professioni meno soddisfacenti negli Stati Uniti

Lo stipendio, i benefit, ma anche la cultura aziendale, i capi e le possibilità di fare carriera: ecco cosa entra nelle valutazioni dei dipendenti

Secondo un’inchiesta del sito di ricerca del personale CareerBliss.com, che ha preso in considerazione i pareri di oltre 24mila lavoratori impiegati in 250 diversi ruoli, i lavori meno soddisfacenti non sono quelli che si potrebbero immaginare . Fra i fattori presi in considerazione per stilare la classifica figurano: il rapporto vita lavorativa e tempo libero; la relazione con i colleghi, la cultura aziendale e il tipo di compiti a cui far fronte. Ma la variabile che pesa di più in termini negativi secondo i lavoratori intervistati è rappresentata dalle limitate possibilità di crescita professionale. Non sentirsi valorizzati e, per contro, sentirsi intrappolati in un rapporto di lavoro senza sbocchi sono due variabili killer  della soddisfazione professionale.

Business Insider riporta la classifica  che, al primo posto dell’insoddisfazione, vede gli analisti. Nonostante uno stipendio medio che si aggira sui 55mila dollari, questi ultimi si dicono insoddisfatti delle opportunità di crescita e del tipo di cultura aziendale. Con 35mila dollari medi, i corrieri si lamentano della cultura aziendale e della tipologia dei loro benefit. Terzo posto in negativo per i programmatori che sono tendenzialmente scontenti del proprio capo. I tecnici delle farmacie sono quelli che danno il punteggio più negativo alle opportunità di carriera. Anche gli insegnanti, al quinto posto, sono insoddisfatti della cultura aziendale, dei loro capi e dello stipendio che si attesta su 42mila dollari di media. Nonostante i 62mila dollari che percepiscono, i buyer senior danno un punteggio molto basso ai propri capi e allo stipendio. Gli impiegati si trovano in settimana posizione con uno stipendio medio di 33mila dollari e si dichiarano poco amanti della cultura aziendale, ma – rispetto ad altre categorie professionali – trovano un plus nel fatto di andare particolarmente d’accordo con i colleghi.

Gli assistenti aspiranti alla cattedra universitaria, con 61mila dollari, si dicono tendenzialmente insoddisfatti della cultura aziendale. Analogamente, chi lavora al centralino non si ritrova nella cultura aziendale né è soddisfatto del compenso che, a livello medio, si attesta su 44mila dollari. Anche gli ingegneri, che in media portano a casa 70mila dollari, descrivono negativamente la cultura aziendale e gli strumenti che hanno a disposizione per compiere il proprio lavoro. Chi si occupa di controllo qualità non è soddisfatto del proprio compenso che pure si aggira sui 50mila dollari, mentre per chi lavora come supporto alla clientela le due variabili negative sono rappresentate dalla cultura aziendale e dallo stipendio che si attesta su 30mila dollari l’anno. Il grande neo della professione degli assistenti legali è rappresentato da stipendio basso e benefit poco ricchi, mentre gli infermieri professionali, scontenti della cultura aziendale, considerano le risorse messe a disposizione per compiere il lavoro insufficienti. Gli addetti alla sicurezza, a loro volta, si lamentano delle stesse cose, ma paiono più soddisfatti per la cultura aziendale. Gli autisti, con 43mila dollari, sono insoddisfattti del loro compenso, della cultura e dei capi. Pur essendo poco contenti delle prospettive di carriera e dello stipendio, i cassieri non si dichiarano complessivamente insoddisfatti. Supervisori, collaboratori e i commessi chiudono la classifica con grandi dubbi sul fronte della cultura aziendale, delle risorse a disposizione e degli stipendi.

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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