Aumentare il prezzo dei biglietti del trasporto pubblico: pro e contro
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Aumentare il prezzo dei biglietti del trasporto pubblico: pro e contro

E’ vero che in Italia si paga meno che in altri Paesi europei, ma per Rienzi del Codacons il vero nodo è la qualità scadente dei nostri servizi

Chi pensa che gli effetti della spending review possano farsi sentire solo su dirigenti pubblici e politici alla disperata ricerca di una poltrona dovrà ricredersi. Tra le misure messe in cantiere all’interno del Piano Cottarelli per il taglio dei costi della macchina statale infatti, ce n’è almeno una che potrebbe riguardare molto da vicino i milioni di cittadini che usano i mezzi di trasporto pubblici. Il prezzo dei biglietti di tram, autobus e treni,secondo il dossier Cottarelli non sarebbe adeguato a quelli che sono gli standard europei e dunque bisognerebbe rivederlo, al rialzo ovviamente.

SPENDING REVIEW: COSA HA IN MENTE COTTARELLI

Secondo le stime contenute nel documento che dovrebbe rappresentare la base di partenza per i futuri tagli delle spese pubbliche infatti, il prezzo medio pagato da un viaggiatore in Italia andrebbe a coprire solo il 22% dell’intera spesa sostenuta per fornire il servizio. Nelle maggiori città dei Paesi europei, dalla Spagna alla Germania, dalla Danimarca alla Francia, la quota in questione varierebbe invece tra il 40 e il 50%. Dunque, conclusione ovvia, i viaggiatori italiani pagano troppo poco, e i prezzi dei biglietti dovranno salire, anche del doppio. Visto così il ragionamento potrebbe non fare una grinza. Peccato però che a fare testo nei trasporti non ci sono solo costi di gestione e prezzi dei biglietti, ma anche, e forse soprattutto, la qualità del servizio offerto, e qui la questione allora si complica notevolmente.

LA NECESSITA' ASSOLUTA DI RIDURRE GLI SPRECHI DELLO STATO

“Per chiedere prezzi di biglietti di livello europeo bisogna che anche il servizio sia dello stesso tipo e attualmente purtroppo non è così” attacca senza mezzi termini Carlo Rienzi, presidente del Codacons. E in effetti il cahiers de doléances che riguarda il nostro settore dei trasporti è davvero poco entusiasmante. “Si va dallo scandalo di autobus nuovi tenuti inspiegabilmente nei garage – sottolinea con vigore Rienzi -  a consiglieri di amministrazioni di municipalizzate che guadagnano centinaia di migliaia di euro quando dovrebbero percepire lo stipendio di un semplice dipendente. E che dire della vergogna riguardante la vicenda dei biglietti clonati a Roma, tanto per fare un esempio dei più indecenti, oppure ancora dei treni per i pendolari che spesso assomigliano a veri e propri carri bestiame”. Insomma, agli utenti dei trasporti pubblici italiani appare davvero assurdo che si possa parlare di aumenti dei biglietti a fronte di un servizio che presenta lacune e inefficienze a dir poco macroscopiche.

TAGLI, SETTORE PUBBLICO NEL MIRINO

“Prima di venire a chiedere soldi ai cittadini – prosegue Rienzi – si intervenga in maniera adeguata limitando i tanti, troppi sprechi che rendono inutilizzabili gran parte dei nostri trasporti pubblici”. Tra l’altro si è di fronte al paradosso per cui gli aumenti in questione verrebbero in parte giustificati con il taglio dei fondi pubblici alle suddette municipalizzate. “Questa teoria mi sembra il gioco delle tre carte – dice sorridendo amaramente Rienzi -. E’vero, lo Stato ha diminuito in parte i trasferimenti pubblici a molte aziende di trasporto pubblico, tagliando così la spesa. Ma i fondi tagliati erano pubblici, e quindi comunque pagati da noi. Se poi però si aumentano i biglietti si torna a fare cassa dai cittadini e quindi non si capisce la ratio di una tale strategia”.

Dunque la vera chiave di volta è quella di far funzionare meglio i trasporti. Solo se ciò accadesse i consumatori, secondo Rienzi, sarebbero allora anche disposti ad accettare l’aumento delle tariffe. “Di fronte a treni decorosi, a mezzi che arrivino in orario e a servizi più efficienti – afferma il presidente del Codacons - gli utenti potrebbero essere disponibili a rincari delle tariffe da 10 a 50 centesimi ad esempio per i biglietti dei mezzi urbani. Ma prima si deve avere il coraggio di riformare le municipalizzate e di rendere più accettabili i servizi offerti. Chissà se il governo Renzi avrà il coraggio di fare tutto ciò. Prima di allora chiedere nuovi sacrifici economici ai viaggiatori appare del tutto inaccettabile”.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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