Pagamenti Pa, sul piatto arrivano altri 25 miliardi
Economia

Pagamenti Pa, sul piatto arrivano altri 25 miliardi

Una norma approvata al Senato permetterà alle imprese di certificare i propri crediti ed esigerli dalle banche

Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni l’aveva promesso e ora le sue parole, almeno in parte, diventano realtà: riuscire ad aumentare la dotazione finanziaria da mettere a disposizione della pubblica amministrazione per saldare i debiti arretrati con le imprese private. Insomma, intervenire in modo deciso su una delle questioni più scottanti che si è trovato finora ad affrontare il governo del presidente Enrico Letta. D’altronde proprio quest’ultimo aveva promesso più volte il suo impegno personale per sbloccare quei crediti che rischiano di mettere in ginocchio migliaia di attività produttive. Finora si era riusciti praticamente a rendere già disponibili circa 16 miliardi di euro, dei 20 previsti per il 2013. Altri 20 sono stati programmati invece per il 2014.

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Ebbene, ora si riesce a fare un ulteriore salto di qualità portando a circa 65 miliardi il valore complessivo delle risorse disponibili. Il tutto grazie ad un emendamento presentato al Senato dal Partito democratico nel contesto del Decreto lavoro. Con questo provvedimento infatti si riusciranno a sbloccare altri 20-25 miliardi di euro, che si andranno ad aggiungere ai 40 già programmati. Siamo ancora lontani dai 90 miliardi, se non addirittura 120 come stimato dalla Cgia di Mestre, che rappresenterebbero l’attuale monte debiti dello Stato verso le imprese private, ma comunque si tratta di un passo significativo nella giusta direzione.

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Per entrare nello specifico, il nuovo emendamento prevede innanzitutto che gli imprenditori possano cedere il proprio credito certificato dalla garanzia dello Stato a una banca o a un intermediario, compresa la Cassa depositi e prestiti. Inoltre è contemplata anche la possibilità, da parte delle singole amministrazioni debitrici, ossia Regioni, Province, Comuni o anche Asl, di richiedere la ristrutturazione del proprio debito accedendo a un piano di ammortamento di durata quinquennale.

Si tratta in pratica di una soluzione che ricalca in gran parte la proposta avanzata qualche tempo fa, proprio in tema di pagamenti arretrati della pubblica amministrazione, dal presidente della Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini, e dall’economista Marcello Messori. Secondo i due economisti in questione, che nel caso specifico hanno formulato la propria idea nell’ambito dei lavori del centro studi Astrid, dovrebbe essere proprio lo Stato a fornire le necessarie garanzie alla banche, che a loro volta in caso di difficoltà potrebbero appoggiarsi alla Cassa depositi e prestiti per vedersi garantiti i propri esborsi.

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Un meccanismo che riuscirebbe finalmente a rimettere in ciclo, in maniera anche sufficientemente controllata, una quantità significativa di liquidità. Un fattore quest’ultimo che al momento risulta vitale per le speranze di sopravvivenza di migliaia di imprese. C’è solo da sperare che sperimentando nuove soluzioni nell’ambito di questo filone, si riesca prima possibile a saldare tutti i debiti contratti dalla pubblica amministrazione verso il settore privato, rimettendo migliaia di imprenditori nelle condizioni di tornare ad operare in maniera efficiente. Ne va delle stesse sorti economiche del nostro Paese.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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