Chi sono gli high fequency trader, antieroi di Wall Street
Astrid Stawiarz/Getty Images
Economia

Chi sono gli high fequency trader, antieroi di Wall Street

Investitori ad alta frequenza, sono loro i nuovi re del mercato. Giovani, spregiudicati, ora nel mirino dell'Fbi

Gli ultimi arrivati nella lista degli antieroi di Wall Street, idoli polemici da occupare e rovesciare, sono i trader “ad alta frequenza”, giovani smanettoni che padroneggiano l’arte dell’algoritmo e la usano per fare profitti alla velocità della luce.

Gli high-frequency trader comprano e vendono rapidamente, vivono di sequenze di manovre fulminee a basso rendimento, talvolta escono da una posizione prima ancora di esserci entrati, ma la sola intenzione di comprare un certo titolo basta ad alterare il mercato per un brevissimo lasso di tempo. E non c’è un lasso di tempo così breve da impedire a un investitore ad alta frequenza di estrarre un profitto. Michael Lewis, autore del libro cult degli anni Ottanta a Wall Street “Liar’s Poker”, di “Moneyball” e di un’altra decina di verissime storie romanzate a cavallo fra finanza e tecnologia, ha dedicato ai trader ad alta frequenza il suo ultimo libro, “Flash Boys: A Wall Street Revolt”.

Nel giro di una settimana dalla pubblicazione “Flash Boys” ha spaccato il mondo della finanza fra sostenitori e acerrimi rivali di questa particolare specie di investitori che si muovono al confine fra capitalismo e tecnologia. In particolare parla Lewis parla di una tecnica, il “front running”, che questi trader usano per individuare in anticipo gli ordini di altri investitori, e grazie a quelle informazioni cambiano repentinamente strategia. E’ una forma di aggiotaggio, ma rapidissima e complicata da tracciare.

I “Flash Boys” riescono a “vedere i vostri ordini e a scommettere contro di loro in modi che non potrete capire”, scrive Lewis. Con tempismo cinematografico, pochi giorni dopo l’uscita del libro il Wall Street Journal ha svelato che l’Fbi ha aperto un’inchiesta sulle agenzie che fanno scambi ad alta frequenza. L’accusa è quella di utilizzare informazioni riservate recuperate con sofisticate tecniche informatiche per orientare le strategie d’investimento e speculare sugli ordini di titoli altrui. Il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, da mesi sta lavorando al caso, ma ci voleva un libro pieno di dati ma che si legge come un romanzo per aprire il dibattito sui “Flash Boys” di Wall Street.

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Mattia Ferraresi