Crisi economica e discariche abusive, la triste realtà di Torino
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Crisi economica e discariche abusive, la triste realtà di Torino

La Guardia di Finanza ha scoperto in poche settimane 8 aree industriali ormai abbandonate e trasformate in discariche illegali

Duecentoquaranta tonnellate tra lastre in fibra d’amianto, tubi al neon fluorescenti, materiali isolanti e plastici altamente infiammabili e oltre 6.000 kg di prodotti chimici e olii esausti. È solo l’ultima operazione condotta nel comune di Borgaro Torinese, dai Baschi Verdi della Guardia di Finanza di Torino che negli ultime settimane hanno individuato 8 siti industriali abbandonati per la crisi economica e trasformati in discariche abusive.

Le indagini che ormai da alcuni mesi stanno conducendo gli uomini del Nucleo di Pronto intervento della Finanza a tutela dell’ambiente, stanno svelato una triste realtà che sta interessando l’hinterland di Torino, una delle città più industrializzate del Nord Italia. I militari delle Fiamme Gialle, infatti, hanno individuato l’ennesimo capannone industriale non più utilizzato e ormai quasi interamente sommerso da rifiuti pericolosi dopo la cessazione delle attività a seguito della crisi. Sul piazzale di oltre 8 mila metri quadrati, antistante la struttura che per anni era stata adibita ad officina meccanica per la produzione e rilegatoria di volumi e pubblicazioni nel comune di Borgaro Torinese, i militari hanno trovato tonnellate di rifiuti pericolosi che dovevano essere smaltiti in base a rigidi protocolli, come ad esempio, lastre di amianto e prodotti chimici.

“Dopo aver individuato l’area e avere “identificato e catalogato” i singoli rifiuti grazie alla collaborazione dell’A.R.P.A. Piemonte, abbiamo rintracciato l’utilizzatore e il proprietario di quel capannone che era stato destinato illecitamente a stoccaggio di rifiuti- spiega a Panorama.it, il maggiore Marco Salvagno, comandante del Nucleo Operativo Pronto Impiego della Finanza di Torino – e in base all’ultima legge sulla tutela dell’ambiente e lo smaltimento dei rifiuti del maggio 2015, abbiamo obbligato il proprietario ad intervenire immediatamente per bonificare, a proprie spese, l’intera zona interessata”.

Le operazioni delle Fiamme Gialle torinesi hanno consentito, infatti, di bonificare in poche settimane, le 8 aree che erano state adibite all’illecito stoccaggio di rifiuti anche pericolosi nei Comuni di San Gillio (TO), Givoletto (TO), Candiolo (TO) e nella città di Torino, addebitando interamente le spese di smaltimento, per oltre 100.000 euro, ai proprietari evitando così un aggravio per le casse dei vari Comuni.

“La nuova legge non solo evita che le spese di smaltimento, spesso particolarmente onerose di questi rifiuti speciali ricadano sulle casse dei Comuni, ma rende obbligatorio e immediato, con una procedura molto più snella, l’intervento da parte dei proprietari che non possono più opporsi al recupero dell’area e al pagamento di quanto dovuto all'Erario contestando la presenza, fino alla cessazione dell’attività di un eventuale affittuario- continua il Maggiore Salvagno- e questo ci ha permesso un recupero di questi siti davvero in tempi molto brevi”.

“Non a caso, in pochi giorni 4 aree private con relativi immobili per un’estensione totale pari a 25.300 mq, sono state recuperate e 890 tonnellate di rifiuti industriali smaltiti correttamente- precisa il comandante- ed è stata accertata l’illecita messa in riserva per ulteriori 382 tonnellate di rifiuti industriali su altre aree private per un estensione totale pari a 19.000 mq”.

L’attività del Nucleo di Pronto Impiego della Guardia di Finanza del capoluogo piemontese ha consentito inoltre di contestare e recuperare imposte locali per oltre 15.000 euro relative al mancato pagamento di I.M.U. e I.C.I. e di denunciare alla magistratura 15 persone.

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Nadia Francalacci