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Digiuno intermittente e dieta ipocalorica a confronto

Uno studio su 100 obesi ha dimostrato che i due regimi si equivalgono quanto a efficacia nella perdita di peso

Eccoci di nuovo qui, a quel periodo dell'anno in cui siamo disposti a fare qualche sacrificio alimentare per arrivare all'estate con il fisico che sogniamo. Sono in pochi però ad affidarsi a un bravo nutrizionista, tutti gli altri si barcamenano come possono tra diete e ginnastica, con risultati spesso deludenti. Seguire un regime alimentare ipocalorico può essere difficile, richiede una certa forza di volontà e alla lunga gli strappi potrebbero vanificare la fatica. La nuova moda, in parte sostenuta dalla scienza, è quella del digiuno intermittente.

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Limitare notevolmente l'apporto calorico o addirittura digiunare per brevissimi periodi di tempo intervallati da una dieta normale aiuta a dimagrire più che seguire una dieta ipocalorica? Uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine ha messo i due regimi a confronto per verificarne gli effetti sulla perdita di peso, e il mantenimento del peso perso, e sulla protezione del cuore in 100 adulti obesi ma metabolicamente sani, ovvero senza diabete. Ecco cosa ha scoperto

Digiuni e abbuffate
I ricercatori hanno diviso i partecipanti in tre gruppi. Il primo, quello del digiuno intermittente, doveva consumare solo il 25% del proprio fabbisogno calorico nei giorni di "magra", ma poteva compensare assumendo il 125% negli altri giorni. Il secondo doveva invece seguire una dieta basata sulla restrizione calorica costante al 75% del fabbisogno. Il terzo gruppo non seguiva invece alcuna dieta e serviva da controllo. Lo studio prevedeva sei mesi di perdita di peso seguiti da sei mesi di mantenimento.

Il tasso di abbandono tra i partecipanti è stato più alto nel gruppo del digiuno intermittente (38%, ovvero 13 partecipanti su 34 non ce l'hanno fatta ad arrivare alla fine dello studio), rispetto a chi seguiva un regime ipocalorico (29%, cioè 10 su 35 hanno mollato prima del tempo). Ma perfino nel gruppo di controllo, al quale non era richiesta nessuna restrizione alimentare, ci sono state delle defezioni, pari al 26%, cioè 8 su 31.

Poche differenze
Dopo un anno le persone del gruppo assegnato al digiuno intermittente avevano perso in media il 6% del proprio peso, mentre quelle del gruppo della dieta ipocalorica avevano perso il 5,3%. E' risultato che quelli del gruppo del digiuno intermittente tendevano a mangiare più di quanto prescritto nei giorni di dieta, ma in compenso mangiavano meno di quanto consentito nei giorni di abbuffata. Nel gruppo della dieta ipocalorica invece, i partecipanti sono riusciti ad attenersi agli obiettivi energetici assegnati. I ricercatori non hanno rilevato significative differenze tra un gruppo e l'altro in termini di pressione sanguigna, frequenza cardiaca, trigliceridi, glucosio e insulina a digiuno e altri valori metabolici a sei mesi e a un anno.

Per quel che riguarda la perdita di peso, chi ha alternato digiuni e abbuffate non ha ottenuto risultati significativamente migliori di quelli che hanno ridotto le calorie uniformemente per tutto il periodo della dieta. E hanno anche avuto un aumento medio del colesterolo LDL, quello cattivo, di 11,5 mg/dL a un anno dall'inizio dello studio. Non sembra perciò esserci motivo per consigliare un regime di digiuno intermittente a chi ha dei chili da perdere. A meno che non risulti più facile da seguire per la persona che deve mettersi a dieta. Perché quello che la scienza pare aver ormai dimostrato con certezza è che la dieta migliore è quella che si riesce a sostenere più a lungo.

A ognuno la sua
"Il digiuno a giorni alterni non sembra funzionare molto bene per le persone che hanno bisogno di fare spuntini frequenti. Chi deve mangiare qualcosa ogni due ore non riesce bene con questa dieta", spiega Krista Varady, professoressa di nutrizione presso l'Università dell'Illinois di Chicago e autrice principale dello studio. "Mentre le persone che naturalmente riescono a stare a lungo senza mangiare, anche quattro o cinque ore, tendono a fare molto meglio. Penso davvero che le persone abbiano bisogno solo di scoprire che cosa funziona per loro", ha aggiunto Varady. "Non c'è una dieta che si adatta a tutti". 
Peraltro, il digiuno potrebbe essere dannoso per le persone con alcune patologie, come il diabete, quindi è importante consultare il proprio medico prima di tentare qualsiasi cambiamento importante nella propria dieta.

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Marta Buonadonna