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(Ansa)
Dal Mondo

Le minacce di Medvedev, grida di un uomo che sta affogando

Le offese di ieri contro gli occidentali «che farò sparire» sono in realtà un tentativo di riaccreditarsi al Cremlino, che lo ha lasciato solo

La colomba divenuta falco. L’ex presidente russo Dimitri Medvedev ha lanciato una delle dichiarazioni più violente dall’inizio del conflitto. Sul suo canale Telegram ha scritto: “Mi viene spesso chiesto perché i miei post sono così duri”, riferendosi agli occidentali. “La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire”.

Frasi del genere superano la propaganda, vanno oltre l’impensabile e bombardano le speranze di una trattativa fruttuosa tra le parti in conflitto. E non è la prima volta che il tranquillo avvocato, in passato ala dialogante di Mosca, estrae l’armamentario pesante. Pochi giorni fa, parlando delle sanzioni, Medvedev ha equiparato gli occidentali a “’ndrangheta e Cosa Nostra”; prima ancora aveva paragonato il piano di pace italiano a un papocchio “elaborato leggendo giornali provinciali e e fake news ucraina”; e non manca di ricordare che “esiste sempre il rischio di conflitto nucleare”.

Cosa ha trasformato l’ex presidente moderato in un guerrigliero della causa putiniana. Probabilmente, sotto la facciata della crociata idealista, Medvedev ha bisogno di riaccreditarsi per rientrare nella cerchia dello Zar. Lontani i tempi di gloria, quando ascendeva al soglio presidenziale per 4 anni e alla guida del governo per otto, oggi è stato messo un po’ da parte: ricopre l’incarico di vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, un ruolo perlopiù formale privo di poteri reali. In aggiunta, non è un campione di popolarità: molti russi non gli perdonano lo stile di vita a dir poco lussuoso, degno di un vero oligarca. Dichiara un patrimonio di due milioni di dollari, ma in realtùà, tra immobili, navi e quant’altro, le ricchezze di Medvedev non sono quantificabili chiaramente, e c’è chi assicura si estendano anche fuori dai confini russi, anche in Italia. Probabilmente, la chiave per comprendere queste uscite virulente nei confronti degli occidentali sta tutta qui. Nella paura di perdere tutto: soldi e potere. E nella volontà di riacquisire visibilità alzando l’asticella della tensione. E cercare rivincite, riavviare la carriera tra le fila di quella stessa nomenklatura che, almeno in parte, lo considera un prodotto sbiadito da libro di storia.

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Federico Novella