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(Ansa)
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La Corte Penale Internazionale equipara Netanyahu a Sinwar e ne chiede l'arresto

Per i giudici dell'Aia il capo del governo di Tel Aviv è colpevole tanto quanto il leader di hamaas

Il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aia, Karim Khan, ha annunciato questa mattina che presenterà «richieste di mandato d'arresto alla 1a Camera preliminare per i leader di Hamas e Israele per la situazione nello Stato di Palestina». Descritto come un musulmano praticante, che ha spesso citato il Corano nelle dichiarazioni pubbliche, Khan è un fedele del movimento Ahmadiyya, nato nel 1889 a Qadian, nel Punjab, una regione dell’India del Nord, all’epoca sotto il controllo del Regno Unito. Gli Ahmadi rivendicano il titolo di musulmani e, in quanto gruppo minoritario in un certo numero di nazioni a maggioranza musulmana, sono stati soggetti a persecuzioni dopo essere stati etichettati come non musulmani e persino come agenti di Israele. Al suo attivo vanta tre decenni di esperienza come avvocato specializzato in diritto penale internazionale e diritti umani. Laureato in giurisprudenza al King's College di Londra, ha acquisito una significativa esperienza come pubblico ministero e avvocato difensore. Più recentemente, ha ricoperto il ruolo di Segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite ed è stato Consigliere speciale e Capo della squadra investigativa delle Nazioni Unite per promuovere la responsabilità per i crimini commessi dall’Isis in Iraq (UNITAD) tra il 2018 e il 2021.

Nel comunicato della Cpi si legge che «sulla base delle prove raccolte ed esaminate» dall'ufficio di Khan, Yahya Sinwar, Mohammed Diab Ibrahim al-Masri (comandante delle Brigate ʿIzz al-Dīn al-Qassām, il braccio armato di Hamas a Gaza) e Ismail Haniyeh, insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu e al ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, sono accusati di crimini di guerra e crimini contro l'umanità per gli attacchi del 7 ottobre contro Israele e la successiva guerra nella Striscia di Gaza «almeno dall’8 ottobre 2023». E così il procuratore capo del Tribunale penale internazionale Karim Khan mette sullo stesso piano i leader dell'organizzazione terroristica Hamas con quelli dell'unica democrazia del Medio Oriente attaccata lo scorso 7 ottobre. Si tratta di un obbrobrio giuridico condito da una serie di falsi clamorosi messi in atto dall’ennesima organizzazione internazionale dominata da musulmani ( vedi l’ONU e le sue agenzie) , che andrebbe riformata data la sua totale inutilità e inaccettabile parzialità.

Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha così commentato la decisione del procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan di chiedere mandati di arresto contro il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant, nonché contro i leader terroristici di Hamas: «Israele non accetterà un paragone con Hamas. Non è possibile emettere mandati di arresto contro Netanyahu, Sinwar e Deif. Non esiste un paragone del genere, non possiamo accettarlo ed è imperdonabile ed è un terribile fallimento politico. Mi aspetto che l’amministrazione americana condanni i mandati di arresto. Credo che ci supporteranno». Il ministro del Gabinetto di Guerra Benny Gantz afferma che l’esercito israeliano sta rispettando il diritto internazionale nei suoi combattimenti a Gaza e ha definito la decisione un crimine di proporzioni storiche: «Lo Stato di Israele sta conducendo una delle guerre giuste combattute nella storia moderna a seguito del riprovevole massacro perpetrato dal terrorista Hamas il 7 ottobre. Mentre Israele combatte con uno dei codici morali più severi della storia, nel rispetto del diritto internazionale e vantando un robusto sistema giudiziario indipendente, tracciare un parallelo tra i leader di un paese democratico determinato a difendersi dal terrorismo spregevole e i leader di un’organizzazione terroristica assetata di sangue è una profonda distorsione della giustizia e un palese fallimento morale e la posizione del pubblico ministero di richiedere mandati di arresto è di per sé un crimine di proporzioni storiche da ricordare per generazioni», ha concluso Gantz. Infine, per il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz « La scandalosa decisione del procuratore generale della Corte penale dell'Aja è un attacco frontale e senza riserve contro le vittime del 7 ottobre e i nostri 128 rapiti a Gaza. Mentre gli assassini di i Hamas commettono crimini contro l'umanità contro i nostri fratelli e sorelle, il Procuratore cita contemporaneamente il primo ministro e il ministro della Difesa dello Stato di Israele insieme agli abominevoli mostri nazisti di Hamas, Una vergogna storica che sarà ricordata per sempre».

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Stefano Piazza