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(Ansa)
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Sulle violenze di Capodanno a Milano vince l'ipocrisia

Mentre le denunce contro il branco sono salite a 9 e sono scattati arresti e perquisizioni ci sono tre cose certe: vietato dire che si tratta di gang di egiziani e nordafricani, vietato ammettere di aver sbagliato, e niente solidarietà femminile

Le ultimissime notizie ci fanno capire che lo scandalo di Milano, delle violenze e molestie di Piazza Duomo a Capodanno, sta assumendo proporzioni inquietanti. L’immagine che ne sta uscendo è ai confini della realtà: nella città più europea e civilizzata d’Italia, in pieno centro, durante i festeggiamenti per il nuovo anno, si sarebbe celebrata una terrificante sospensione della legalità. Torme di ragazzini, perlopiù nordafricani, che si avventano su ragazze scelte a caso come sciacalli sulle prede. Non si può girare per strada senza green pass, ma si può avere il pass per molestare ragazze innocenti. E qualcuno dovrà spiegarci come sia possibile.

L’ultimo aggiornamento: stamattina sono stati perquisiti 18 giovani, tra Milano e Torino, di età compresa tra 15 e 21 anni. Alcuni sono italiani, altri nordafricani. Dalle indagini sembrerebbe che in quella notte di follia non uno, ma diversi gruppi di aggressori, più o meno coordinati, si sarebbero riversati dall’hinterland alle vie del centro braccando le loro vittime: l’obiettivo era accerchiarle, rapinarle e molestarle. L’altra novità è che le ragazze aggredite sarebbero almeno nove. Uno stesso gruppo si sarebbe avventato su quattro ragazze, tra cui la studentessa fuori sede la cui aggressione è stata filmata con un cellulare, e poi su due tedesche di 22 anni palpeggiate ripetutamente. Un'altra coppia di giovani donne sarebbe stata accerchiata e rapinata nelle vie adiacenti il Duomo.

Tre considerazioni. La prima: non sentiamo suonare nessun allarme. Nessuna sirena di emergenza, se il centro di Milano diventa il Far West. I media democratici, e gli amici della gauche caviar, non proferiscono parola: come se ancora fossero impegnatissimi nel digerire il panettone. Gli intellettuali che esaltano la capitale morale del Paese, dipinta di “green” e di “smart” e di “friendly”, improvvisamente hanno perso la voce. L’assessore alla sicurezza del Comune oggi balbetta che “l’azione delle forze dell’ordine c’è stata”: è la stessa persona che, durante le aggressioni di gruppo, diceva che “in piazza Duomo c’erano tanti botti, ma nessun problema”. Il botto l’ha fatto evidentemente questa amministrazione, e la sua capacità di controllare il territorio. Il Sindaco Sala dice che si tratta di un “fatto indegno”, come se si trattasse di una grandinata piovuta dal cielo contro la quale poco si può fare.

Secondo: che fine ha fatto il femminismo? Che fine ha fatto il salotto delle signore Murgia, che solo qualche giorno fa rumoreggiavano per avere una donna al Quirinale? Una donna può transitare per il Colle, ma non per il Duomo di Milano? Possibile che le stesse pasionarie che il mese scorso scendevano in piazza per una giornalista molestata da un tifoso della Fiorentina, oggi facciano finta di nulla di fronte a nove ragazze aggredite sotto la Madonnina?

Terzo punto: perché facciamo finta di ignorare la carta di identità del branco? Perché nessuno sottolinea che la maggior parte degli aggressori è di origine nordafricana?

Una delle ragazze coinvolte ha testimoniato: «Vedevano che piangevo, li supplicavo di fermarsi ma non si fermavano, ridevano». Ecco, le vittime di questa storia rischiano di essere aggredite due volte. La prima dal branco, la seconda da chi minimizza.

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Federico Novella