Evasori e mafie sulle tracce dell'oro
Fabio Ferrari - Lapresse
News

Evasori e mafie sulle tracce dell'oro

Contrabbando e riciclaggio d'oro. Tutti i numeri della nuova frontiera d'investimento degli evasori italiani e della criminalità organizzata.

In soli quattro anni sono stati introdotti di contrabbando sul territorio nazionale 1 tonnellata e mezzo di oro per un valore di oltre 26 milioni di euro. Queste cifre che possono già far inorridire, in realtà sono solamente le “briciole” di un traffico illegale di preziosi che proprio in questo periodo di crisi sta aumentando vertiginosamente attirando a sé gli evasori in cerca di investimenti e la criminalità organizzata: mafia, camorra e ‘ndrangheta.

In pochi mesi, in Italia, sono state vendute “in nero” oltre 3,3 tonnellate di oro con un danno al Fisco per oltre 70 milioni di euro. E non è tutto. Dai controlli e dalle indagini della Guardia di Finanza di Vicenza, solamente le aziende vicentine del comparto orafo, non hanno dichiarato al Fisco, 370 milioni di euro e hanno omesso il pagamento dell’Iva per 80 milioni di euro .

L’oro e le pietre preziose, come i diamanti, rubini e smeraldi, sono diventati la nuova frontiera di investimento e attraverso i “compro oro”, anche di riciclaggio di denaro sporco.

Il traffico illegale di metalli preziosi sviluppato tra incastri geniali di società fantasma coinvolge i Paesi orientali come la Corea del Sud, la Cina e la Cambogia ma anche la Russia e l’Ucraina e decine di paradisi fiscali. Ovviamente, nella triangolazione Oriente - Italia - Paesi a tassazione zero, spuntano le Seycelles, Panama, Gibilterra, Cipro Isole Vergini e la vicinissima Svizzera.

Ma in Italia i giochi di fatturazione false che hanno permesso l’evasione miliardaria coinvolgono non solo le società del settore ma anche spedizionieri e rappresentanti indiretti delle dogane. Proprio la Finanza vicentina ha “pizzicato” un ex amministratore di una società di spedizione il cui stipendio dichiarato non superava i 1.000 euro mensili (meno dei suoi dipendenti) con numerosi versamenti in contante di oltre 500 mila euro.

Assieme al contrabbando dell’oro, però, in Italia si sta affermando prepotentemente anche il riciclaggio e la ricettazione del prezioso metallo attraverso i “Compro Oro”, negozi spesso ricavati in stanze anonime che in realtà sono delle vere e proprie “lavatrici” di denaro sporco.

La Finanza di Arezzo, altra zona italiana a vocazione orafa,  ha riscontrato che un terzo dei compro oro è illegale o irregolare. Addirittura durante le ispezioni hanno scoperto anche truffe ai danni dei clienti attraverso bilance “taroccate”, che sistematicamente sottraevano 2 grammi dal peso effettivo dei preziosi conferiti.

Professor Ranieri Razzante, docente di legislazione antiriciclaggio e consulente della commissione parlamentare antimafia, la crisi economica sta avvicinando ancora di più le organizzazioni criminali al settore "oro" e soprattutto ai "Compro Oro". Perché questo interessamento e quale pericolo nasconde?                                                                                  

Perché l'oro sostituisce bene il contante, perché consente di smerciare (ad ignari clienti) soldi da riciclare, perché la diffusione capillare sul territorio garantisce la sede migliore per "piazzare" una attività apparentemente regolare.I pericoli più' evidenti sono l'incremento dei furti e delle rapine per ricettare l'oro presso i negozi compro oro. Questo purtroppo a vantaggio anche della criminalità comune. Poi, sempre per i cittadini, la possibilità di essere sanzionati se prendono denaro per somme superiori ai 999,99 euro, soglia stabilita dalla legge antiriciclaggio. Infine, l'aumento dell'usura. Perché spesso alla cessione dell'oro si accompagnano prestiti usurari a fronte del pegno di oggetti preziosi.

L'oro e i preziosi, sono sempre più spesso al centro di traffici internazionali e i capitali che movimentano sono notevoli e in continua crescita. Potrebbero, in questo periodo di "affanno" economico sostituirsi al traffico di droga?

Non si sostituiscono ma tendono ad affiancarsi nella "miscela" del riciclaggio e del crimine. Smerciare droga pagata con lingotti d'oro e' il massimo e viene già fatto. Ricordiamoci che il denominatore comune di questi reati é la necessità di riciclarne i proventi, e di creare altra ricchezza. Se ci riflettiamo, da una cessione di una collana di oro in un compro oro (ovviamente quello che decide di operare illecitamente) si può avviare (o concludere) un circolo vizioso per l'economia e virtuoso per la criminalità!

La Finanza ha individuato raffinati sistemi di frode internazionale che hanno portato ad una sacca di evasione milionaria ma anche alla vendita di contrabbando sul territorio nazionale di tonnellate di oro. Oltre alle organizzazioni criminali, anche gli italiani stanno investendo il proprio denaro in lingotti d'oro?

Certo. Soprattutto "lingottini" di piccola dimensione e di facile trasportabilità. Ci risulta esistano in alcuni aeroporti, anche italiani, delle macchinette distributrici di mini-lingotti. Ciò che ritengo una follia. Tra l'altro, in teoria si può meglio giustificare il possesso di una quantità di lingotti rispetto ad una valigetta di contante! E poi il lingotto può agevolmente sostituire anche proventi da evasione fiscale. L'attenzione va innalzata, oramai la criminalità organizzata utilizza molto meno contante.

I più letti

avatar-icon

Nadia Francalacci