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ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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Cosa chiederà Mattarella al nuovo Governo

La politica estera, l'Europa, i migranti: Il Capo dello Stato concede tempo ai partiti, ma vuole una verifica puntuale del programma e dei ministri scelti

Non sarà una semplice timbratura quella che Mattarella metterà al programma e alla lista dei ministri che il Movimento 5 stelle e la Lega gli presenteranno per Governare il Paese a 64 giorni dalle elezioni del 4 marzo.

Nel discorso di lunedì, al termine delle consultazioni lampo, quello dell’ultimatum, il capo dello stato è stato chiaro: ci sono impegni internazionali e il ruolo dell’Italia in Europa che vanno difesi, ed è quindi impossibile pensare che la soluzione alle sfide della modernità siano in ricette ottocentesche come quelle invocate da Salvini e Di Maio, con un ritorno al sovranismo.

La politica estera

L’orientamento è quello di evitare che l’Italia abbia un governo alla Orban dove si costruiscono muri sui confini per scongiurare l’arrivo dei migranti.

Così come Mattarella pretenderà di sapere quale sarà il posizionamento del nuovo governo nello scacchiere internazionale: pro Putin o pro Nato? Quello della politica estera è un tema delicato dove il Colle preferirebbe vedere alla Farnesina un grillino piuttosto che un leghista, mentre all’economia vedrebbe meglio un tecnico.

D’altronde siamo il paese di Altiero Spinelli, del manifesto di Ventotene. L’intuizione dell’Europa unita dopo guerre laceranti è nata qui e rinnegare l’Europa sarebbe un po’ come rinnegare se stessi. Mattarella su questo manterrà il punto, rimanendo l'unica speranza di tenuta per le istituzioni europee.

La scelta dei ministri

Per ora, la trattativa tra i partiti si ferma all’accordo sul programma su cui stanno lavorando i tecnici, mentre non c’è alcuna convergenza sul nome del premier. Sicuramente sarà una figura terza stimata da entrambe le parti, ma tutto è da vedere.

Così mentre Di Maio e Salvini discutono di modificare la legge Fornero, (per ironia della sorte, lei va in pensione proprio in questi giorni) la flat tax e il reddito di cittadinanza restano temi di politica economica che porterebbero l’Italia allo sforamento del debito pubblico. Si attendono solo lievi modifiche ai singoli capitoli di spesa, con il rischio che alla fine la montagna partorisca il topolino.

Se i leader riusciranno a chiudere la road map del prossimo governo e individuare una figura in  grado di guidarlo che non scontenti nessuna delle parti in campo, c’è da credere che Mattarella chiederà di esaminare uno ad uno i curricula dei futuri ministri.

Si annuncia un’altra settimana complicata per il Colle che ha sempre la carta di riserva nel cassetto. Il governo di tregua.

Intanto i ministri del governo Gentiloni hanno cominciato il giro di saluti, segno evidente che oramai manca davvero poco.

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Sara Dellabella