Un esercito attende la Concordia a Genova
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Un esercito attende la Concordia a Genova

Rimorchiatori, piloti, ormeggiatori, ma anche maestranze: sono tutti pronti ad accogliere il relitto nel porto di Genova, dove lavoreranno senza la torre piloti, crollata a maggio 2013

Si chiamano "Messico", "Svezia", "Inghilterra" e "Spagna": non sono le Nazionali impegnati ai Mondiali di calcio appena conclusi in Brasile, ma i rimorchiatori arancioni che avranno il difficile compito di accompagnare la Concordia fino al porto di Genova, una volta terminata la navigazione dall'Isola del Giglio. L'arrivo è atteso presumibilmente per le 6 del mattino del 24 luglio, ma è da giorni che nella città della Lanterna si lavora per far sì che tutte le operazioni avvengano nel miglior modo possibile. Ad essere impegnate saranno circa 200 persone, tra addetti dei rimorchiatori, piloti del porto e ormeggiatori, ai quali si aggiungeranno anche vigili del fuoco e Capitaneria di Porto.

Quello che li attende è un lavoro delicato, reso ancor più difficile dal fatto che l'operazione, che dovrebbe durare almeno 12 ore, non potrà contare sulla "regia" della Torre piloti, crollata nel tragico incidente dell'8 maggio 2013 , nel quale persero la vita 9 persone. Genova, ancora segnata dalla ferita di quella tragedia, prova però a voltare pagina: il coordinamento delle manovre avverrà così tutto via radio, tra sale di comando in contatto tra loro e in particolare tra Ponte Parodi, Ponte Cristoforo Colombo e Capitaneria.

Prima di iniziare lo smantellamento della Concordia, dunque, l'ex dream boat dovrà fare il suo ingresso, trainata per primo dal rimorchiatore "Messico": un gigante da 80 tonnellate di potenza di tiro, con due motori della potenza di quasi 7.200 cavalli complessivi. Il pilota a bordo del relitto dovrà dare indicazioni al rimorchiatore. Da terra ci saranno poi gli ormeggiatori, alle prese con cavi e manovre in prossimità delle bitte. Le evoluzioni all'interno del porto, in uno spazio ridotto nonostante le altre attività si fermeranno per l'occasione, saranno rese più difficili dalla pesantezza della Concordia, che non si muoverà con motori propri come le altre navi, ma sarà piena d'acqua e dunque più difficoltosa da manovrare.

A Genova, però, l'attendono con ansia, anche perché si tratterà della prima demolizione da decenni a questa parte: "Porterà lavoro a molti" ripetono in porto le maestranze. Nei 22 mesi stimati per la rottamazione saranno impegnati in circa 700 lavoratori, alle dipendenze di 50 aziende coinvolte a vario titolo nei lavori. Nel capoluogo ligure, infatti, entrerà in azione un consorzio formato dal cantiere San Giorgio del Porto e da Saipem, il costruttore di infrastrutture di Eni, per smontare e smaltire le parti della nave. Per prima cosa saranno rimossi gli arredi interni, poi si passerà al taglio dello scafo, cercando di recuperarne le lamiere. Il tutto per un costo stimato in 70 milioni di euro, subappalti compresi, perché la rottamazione dovrebbe interessare aziende come i Rimorchiatori Riuniti e i camalli della Culmv. Nel riciclaggio, invece, dovrebbero rientrare Sepor Terrestre e Marittima, Ambienthesis, Riccoboni, Santoro, Petroltecnica, Feralpi Siderurgica e San Zeno Acciai Duferco.

Insomma, anche dal punto di vista economico l'interesse per lo smaltimento è altissimo e questo spiega perché nelle scorse settimane si sia assistito ad una vera e propria battaglia tra porti italiani per aggiudicarsi lo smaltimento della Concordia. Al momento tutte le spese sono a carico di Costa Crociere, ma la cifra già messa a bilancio rischia di salire: secondo uno studio, commissionato dalla stessa Costa al Politecnico di Milano, "la stima del Prodotto interno lordo attivato dalla spesa diretta relativa al progetto di recupero in Italia è pari a quasi 765 milioni di euro", ovvero quasi il doppio di quanto era costata la costruzione della Concordia (450 milioni). 

A ciò si aggiungano anche i costi già sostenuti per la prima fase dell'intervento per il rigalleggiamento della Concordia (300 milioni di dollari, poco più di 200 milioni di euro di commessa vinta dal consorzio italo-americano Titan-Micoperi), quelli da sostenere per gli indennizzi a passeggeri ed equipaggio (Costa pensava di offrire 14 mila euro per ogni passeggero, ma sono già arrivate richieste fino a 2 milioni ciascuno) e per i rischi ambientali. Sono delle scorse ore le parole, neppure troppo velate, del sindaco del Giglio, Ortelli, che ha presentato il conto del fermo dei traghetti per le operazioni di rigalleggiamento, per il divieto di accesso alle spiagge per i turisti e bagnanti e per la pulizia dei fondali dopo la partenza del relitto. 

Il tutto mentre tra pochi giorni quel che resta della Concordia dovrebbe lasciare per sempre l'Isola del Giglio, scortato da rimorchiatori e 10 imbarcazioni di supporto, considerando soltanto quelle messe in mare da Titan-Micoperi per interventi di emergenza che dovessero rendersi necessari durante il viaggio verso Genova.

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Eleonora Lorusso