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ANSA / MICHELE NUCCI
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Come funziona la nuova legge elettorale "alla tedesca"

Quante schede e quanti voti? Come vengono assegnati i seggi? Capilista bloccati sì o no? Ecco le risposte, punto per punto

La nuova proposta di legge elettorale, che nasce dall'accordo tra dem, Forza Italia e M5S, è un sistema annunciato alla tedesca ma molto all'italiana.

Il 31 maggio il relatore del Pd Emanuele Fiano ha presentato in Commissione Affari costituzionali della Camera un maxi-emendamento al testo base, che ridisegna il Rosatellum. Fino alle ore 9 del 3 giugno sono stati presentati i sub-emendamenti all'emendamento (oltre 700), quindi dal pomeriggio dello stesso giorno sono iniziate le votazioni, che proseguono fino a lunedì 5 giugno, così da portare il testo in Aula il 6 giugno

Gli elementi cardine sono: impianto proporzionale e soglia di sbarramento al 5%. E poi metodo del quoziente per la ripartizione dei seggi, come proposto da Lega e FI. Dall'intesa tra Pd (orlandiani inclusi e felici), FI, M5S e Lega sono saltati i capilista bloccati e le pluri-candidature, inizialmente previsti.

Ecco come funziona, punto per punto, la legge elettorale alla tedesca. 


225 collegi e in 28 circoscrizioni

Per eleggere i deputati alla Camera (606 seggi da assegnare, tolti i 24 eletti dagli italiani all'estero e in Trentino Alto Adige e Val d'Aosta), l'Italia viene divisa in 225 collegi uninominali (non più 303 come diceva il testo Fiano) e in 28 circoscrizioni (invece di 27) che coincidono con le Regioni, tranne le più popolose divise in più circoscrizioni (2 in Piemonte, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia, 4 in Lombardia). 

La diminuzione dei collegi risolve il problema dei cosiddetti collegi sopranumerari, cioè quelle situazioni per cui i candidati dei partiti più grandi (Pd e M5S) potrebbero non essere eletti in certe Regioni pur risultando i più votati.

Per il Senato, per eleggere 315 senatori, i collegi uninominali sono 150 e le circoscrizioni 20 come le Regioni. 

Un solo voto

C'è una sola scheda e c'è un solo voto, sia alla Camera che al Senato. Cosa diversa, quindi, da quanto capita in Germania dove è contemplato il voto disgiunto e l'elettore, per l'elezione del Bundestag, può porre due "X", una sul candidato del collegio uninominale e una sul simbolo di un partito, anche diverso dal partito del candidato votato. 

I partiti presentano dei listini bloccati da 2 a 6 nomi in ciascuna circoscrizione e un candidato in ciascuno dei collegi uninominali. L'elettore con un solo segno voterà sia per il collegio uninominale che per i listini proporzionali. Col suo voto sceglie il candidato del suo collegio e la lista di partito collegata.


Come vengono assegnati i seggi

La ripartizione dei seggi interessa solo le liste che superano la soglia di sbarramento del 5% a livello nazionale. Le liste che la superano ottengono un numero di seggi proporzionale ai voti ricevuti, secondo il metodo del quoziente e dei più alti resti.

Tramite questo meccanismo avviene una ridivisione dei voti "dispersi", cioè di quei voti presi dalle liste rimaste fuori dalla soglia. Le forze politiche maggiori ottengono così una sorta di premio. Come spiega il costituzionalista Stefano Ceccanti, se ad esempio la prima lista raggiunge il 40% e va "sprecato" un 20% di voti appartenenti alle liste sotto la soglia, la prima lista prenderebbe il 50% dei seggi, visto che avrebbe ottenuto il 40% sull'80% dei voti validi. 

Non è stata mutuata dal sistema tedesco la norma che prevede il ripescaggio del partito che, pur sotto la soglia di sbarramento, ha guadagnato tre collegi uninominali. 

Quali candidati vengono eletti

Viene meno l'ipotesi iniziale dei capilista bloccati (richiesta che va incontro alla minoranza interna del Pd rappresentata dagli orlandiani).

In ogni circoscrizione il capolista del listino bloccato non sarà più il primo a scattare come eletto, ma scatteranno prima i vincitori dei collegi uninominali e poi i candidati delle liste proporzionali.  

Secondo quanto richiesto dai partiti medio e piccoli, se un partito ha superato il 5% ma non ha vinto nessun collegio in una circoscrizione, in essa viene eletto il miglior perdente e poi i candidati del listino bloccato.

No multi-candidature

Vengono eliminate le pluricandidature: ci si potrà candidare solo in un collegio e in un listino, e non più in tre listini.

Numero delle firme

Si sta lavorando a una diminuzione del numero delle firme necessarie per presentare liste e candidati, semplificandone le procedure, come chiedono i piccoli partiti.

Quote rosa

Per garantire l'alternanza di genere, nei collegi uninominali i candidati di ciascun partito non possono essere più del 60% di un solo genere (quindi almeno il 40% di donne). 

Anche tra i capilista del listino proporzionale almeno il 40% dovrà essere costituito da donne

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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