Alessio Vinci: "Vi spiego io come funzionano le primarie in tv"
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Alessio Vinci: "Vi spiego io come funzionano le primarie in tv"

«Il conduttore lasci parlare tutti ma non transiga sul rispetto delle regole». Alessio Vinci, ex corrispondente della Cnn, spiega come funziona negli Stati Uniti e dà un suggerimento a Renzi e uno a Bersani in vista del confronto televisivo di questa sera in onda su Sky

«A chi condurrà il confronto delle 20.30 su Sky e su Cielo consiglierei  di lasciar parlare i candidati ma essere ferreo sul rispetto delle regole e dei tempi.  È così che funziona in America».  Alessio Vinci, ex conduttore di Matrix ed ex corrispondente della Cnn da Belgrado, non si smentisce. Il dibattito tra i cinque candidati del centrosinistra che sarà condotto questa sera da Gianluca Semprini richiede una conduzione imparziale, «all’americana»: «Il tempo di un minuto e mezzo per ciascun intervento tv può apparire pochissimo per i nostri politici abituati agli interventi torrenziali» dichiara Vinci. «Ma è un principio essenziale che i nostri politici, se davvero vogliono le primarie, devono seguire».

Pensa anche lei che la presenza di tutti i candidati allontani lo spettatore? Non era meglio, televisamente parlando, un faccia a faccia tra Renzi e Bersani?
Ma no. È così che funziona. Del resto, prima di ricevere l'investitura, anche Romney ha dovuto confrontarsi in Tv con tutti i candidati del Gop, anche quelli senza chance di vittoria.

Promuove lo strumento delle primarie e dei confronti televisivi all'americana nel nostro Paese?
Certo, è uno strumento fondamentale che per fortuna sta facendo breccia anche da noi. Il fatto paradossale è che siamo uno strano Paese: da un lato facciamo le primarie, dall'altro abbiamo una legge elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere il loro candidato. Son dieci mesi che l'Italia politica discute del premio da dare alla coalizione vincente. Ma ci rendiamo conto di quante cose sono accadute in America negli ultimi dieci mesi?

Un consiglio a Renzi e uno a Bersani in vista del dibattito di questa sera.
Ai candidati suggerirei di non competere tra loro, ma cercare di  convincere chi è a casa. Quanto ai due favoriti suggerirei di non  fare l’errore di Obama nel primo dibattito: adagiarsi sui loro rispettivi punti di forza: Renzi non si deve accontentare di rimarcare l'elemento di novità che rappresenta e Bersani, che è il favorito, non deve apparire come troppo sicuro di vincere. Sono entrambi atteggiamenti che in America nuocciono ai candidati.

Il sindaco è costretto a giocare all'attacco?
Penso che lui se la possa giocare solo se rimane se stesso e se evita di dare l'impressione che se se perde se ne va via dal partito. Renzi, questa volta, deve dimostrare di saper ascoltare gli altri e di non voler spaccare il Pd. Pensi allo scontro Obama-Hillary quattro anni fa. Se le sono date di santa ragione ma alla fine Hillary è stata chiamata dal suo ex rivale alla segreteria di Stato. È così che succede dove la tradizione delle primarie è ben più radicata che da noi.

Le faccio una domanda tecnica: non pensa che i politici in tv abbiano stancato?  
Il politico italiano finisce per stancare perché non passa settimana in cui non faccia capolino in tv, a differenza che negli altri Paesi. Dopodiché, le confesso quella che è la mia esperienza: agli italiani vedere sempre le stesse facce. E quando mi è capitato di portare facce nuove l'indice di ascolto crollava. Siamo uno strano Paese dove la gente non vuole più le stesse facce ma, quando gliele togli, il pubblico non gradisce. Non è paradossale?

Il confronto di questa sera andrà in onda su Sky.
Io sono contento che Sky abbia ottenuto questo successo. Dopodichè non capisco perché nel nostro Paese questi dibattiti non si facciano sulla tv pubblica.

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Paolo Papi