Fabri Fibra e i The Dub Sync: l'intervista a Madaski per il singolo "POT (Presto o tardi)"
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Fabri Fibra e i The Dub Sync: l'intervista a Madaski per il singolo "POT (Presto o tardi)"

Intervista al membro storico degli Africa Unite nel suo progetto elettronico e sperimentale, che per la prima volta tocca le corde del rap mainstream insieme all'uomo "Controcultura"

The Dub Sync non è un progetto discografico votato ai vertici delle classifiche. Eppure ne avrebbe gli ingredienti.

Mira al live ed è un progetto elettronico realizzato da Madaski, Paolo Baldini e Papa Nico degli Africa Unite. Suoni sperimentali, sapore dub e un metodo di lavoro immediato, diretto, senza troppe sovrastrutture.

Un progetto che parte da lontano, inizia nel 2007 e si snoda in due album: il primo, del 2008, si chiama "Dub Ex Machina". Il secondo invece prende il nome del trio ed è in formato digitale dallo scorso marzo.  

Un album di collaborazioni, "The Dub Sync", tra le quali spicca il nome del rapper dei rapper, Fabri Fibra. Hanno dato vita a "P.O.T (Presto o tardi)", singolo lanciato il 30 giugno su Youtube. Abbiamo intervistato Madaski per raccontarci il brano e il progetto, e anche delle numerose polemiche figlie di questa featuring che ha scatenato (in parte) le ire del web.

Come nasce la collaborazione con Fabri Fibra?
Avevo voglia di fare un pezzo con un rapper. Semplicemente ho scelto il migliore e il più vicino al mio modo di vedere la musica. Una scelta di gusto e di stima. La sua intelligenza creativa è indiscutibile. Gli ho chiesto se era interessato al progetto ancor prima di conoscerlo personalmente. Mi ha detto sì. La registrazione è stata fatta quasi live, in modo immediato e diretto. È così che vanno fatti featuring, senza pensarci troppo.

È stata una scelta criticata.
Criticata da chi? Immagino siano stati due fricchettoni reggofili e due rapper "incazzusi" e puristi. Sono cose che sul web succedono sempre, sono aspetti su cui si può serenamente soprassedere. Sono due mondi che si incontrano, i nostri, ma la realtà rispetto a certe polemiche che vorrebbero Fibra come un "venduto" è stata ironicamente spiegata da Fabri Fibra nel suo brano "L'Italiano balla" con i Crookers. "Dici che sono commerciale, ti sbaglio, io sono iper commerciale al cubo". Io faccio sperimentazione, ma non per questo non mi deve piacere un nome come Fabri Fibra, anzi.

Cosa troviamo nell'album "The Dub Sync" che difficilmente troviamo nel mercato italiano?
Non esiste un sound simile al nostro nel panorama italiano. Qualche band, solo oggi, inizia a avvicinarsi a quel sound, ma noi di fatto stiamo facendo qualcosa di molto particolare, ovvero unire il reggae all'elettronica. Le parole chiave che ci guidano sono potenza e coinvolgimento. Vogliamo far ballare, ma con gusto.

"POT" è un videoclip sopra la media.
Mi viene da ridere perché sento che piace, ma pochi lo cliccano e nessuno lo trasmette nelle tv musicali. Chissà perché! Forse bisogna fare delle schifezze come i videoclip italiani che piacciono. Abbiamo lavorato con Ago Panini, un grande regista a livello europeo che lavora nella pubblicità. Ci offre tanta qualità e soprattutto uno stile incredibile. Mi affido a lui totalmente.

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Alessandro Alicandri