Maneskin, Rush!: è solo rock and roll (con una robusta dose di pop)
Delacroix
Musica

Maneskin, Rush!: è solo rock and roll (con una robusta dose di pop)

Il nuovo album ribadisce senza se e senza ma l'attitudine mainstream della band italiana più popolare nel mondo

Poche cose in ambito musicale sono stucchevoli come le polemiche che circondano la cifra musicale dei Maneskin. Ci sono quelli che dicono che il vero rock è un'altra cosa, quelli che li considerano dei banali poseur, quelli che non si rassegnano a considerarli ciò che sono, ovvero la band italiana più popolare del mondo di sempre. Piaccia o meno...

Per fortuna è appena uscito il nuovo album, Rush! che forse una volta per tutte chiarisce un paio di concetti fondamentali. I Maneskin sono puro intrattenimento, spettacolo, show business. Con qualche peculiarità: fare successo con il rock in un'era di musica plastificata e di rapper noiosi sempre uguali a se stessi, e saper suonare. Un dettaglio quest'ultimo che fa sì che i loro show siano vivi, vitali, pulsanti e a volte imprevedibili. L'opposto dei concerti prefabbricati dove tutto suona uguale ogni sera perché metà di quel che si sente sono basi preregistrate.

Rush! è un album catchy, pieno di ritornelli e sonorità che acchiappano, in buona parte derivative, ma in fondo chi se ne frega. Il disco funziona e si fa ascoltare specie in brani come Gossip (con Tom Morello alla chitarra) Own my mind e Gasoline. Ci sanno fare i Maneskin anche perché suonano davvero come una band del loro tempo che assorbe tutte le influenze e le rielabora con una discreta dose di originalità. Sono sulla cresta dell'onda e si divertono a scrivere (evitando prendersi troppo sul serio) di sesso, droga, eccessi e vizi dello show business. Senza voler suonare come se venissero da un altro tempo della musica o cercare di fare i fenomeni dell'originalità a tutti i costi. Non male anche Mark Chapman, uno dei tre pezzi in italiano del disco.

I Maneskin, è bene ribardirlo, sono un gruppo rock dall'attitudine pop, che vuole assolutamente essere mainstream, perfetto per il 2023 e per il modo in cui oggi si ascolta la musica. Non c' è altro, non c'è truffa nè inganno, solo quattro ragazzi che piacciono e che dal vivo hanno una carica irrefrenabile. Va bene così.

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Gianni Poglio