Lorenzo Fragola e Francesca Michielin al Medimex: le dichiarazioni
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Lorenzo Fragola e Francesca Michielin al Medimex: le dichiarazioni

La quinta edizione del Salone dell'innovazione musicale di Bari ha richiamato 50.000 spettatori

E’ un bilancio assai positivo, quello della quinta edizione del Medimex, il Salone dell’innovazione musicale ospitato per tre giorni nella Fiera del Levante di Bari, che ha richiamato nel capoluogo pugliese 20.000 visitatori, 20% in più dell'anno scorso. Un dato a cui vanno aggiunti i 30.000 spettatori che hanno seguito per tutto il mese di ottobre le iniziative di Fuori Medimex, l’insieme di 280 appuntamenti collaterali programmati a Bari e Lecce.

Internet è un termometro affidabile del successo di una manifestazione e i numeri parlano chiaro: nei soli tre giorni di salone, la pagina Facebook ha registrato un milione e 200mila visualizzazioni, con quasi 723mila persone raggiunte, mentre l’account Twitter ha ottenuto 438mila visualizzazioni da giovedì a sabato.

Grande sucesso per gli incontri d'autore con Brian Eno, Gianna Nannini,Carmen Consoli, Vinicio Capossela e The Kolors. E' stato affidato a Lorenzo Fragola e Francesca Michielin, entrambi ventenni e già vincitori di X Factor, l'onore di chiudere gli incontri d'autore della quinta edizione del Medimex.

Vediamo insieme, cliccando le frecce laterali, le loro dichiarazioni più interessanti.

Primo tour

L.F: "E' stato un mese splendido, che mi ha dato tanto. E' una cosa che scopri piano piano, è bellissimo vedere come il pubblico reagisce in modo diverso da città in città, dove cambia sempre l'acustica e anche il modo in cui canti.Mi è piaciuto mettermi in gioco e provare ogni sera a fare una canzone diversa".

Esordi

F.M: "Avevo il sogno di essere musicista e compositrice, fin da quando ho inizato a studiare il pianoforte. Avevo bisogno di scrivere e di raccontare qualcosa di me, di comunicare. Ho iniziato a cantare in una band,dove facevo la bassista e la seconda voce. Sono nata negli anni 90, un periodo in cui andavano di moda vocalità alla Celine Dion e Mariah Carey, mentre io allora avevo una voce scura e roca, tanto che cantavo in un coro di maschi. Poi, con il tempo, ho trovato la mia voce".

Live e nuovo album

L.F.:"Avere un'dea di come viene un pezzo live ti può indirizzare anche nel lavoro in studio di registrazione. Dopo il tour mi sono reso conto che mi sarebbe piaciuto fare pezzi più movimentati. Mi piace muovermi e vedere gente che balla e che salta, magari il prossimo disco sarà più movimentato di 1995. Voglio inserire almeno due pezzi con un groove che mi faccia divertire durante i live".

Il peso del confronto con la musica del passato

F.M.: "Ho ascoltato tanta musica degli anni Sessanta e Settanta, una volta si facevano i dischi con più tempo e maggiori possibilità di elaborazione. Oggi siamo dominati dall' ansia, devi fare tutto velocemente, magari avresti voglia di prenderti più tempo, ma non puoi. Non sarò mai Jim Morrison o Jimi Hendrix, ma spero, nel mio piccolo, di incidere canzoni interessanti che lascino qualcosa in chi mi ascolta".

L.F. "Io penso che avere oggi 20 anni e fare musica sia più complicato che in passato, devi dimostrare di valere un certo standard e di essere già un artista compiuto. Io sono cresciuto ascoltando i Queen e i Beatles, ma non mi permetterei mai a fare qualcosa di simile, nè tanto meno di paragonarmi a loro. Nessuno impone certi standard, l'importante è fare quello che ti senti di fare".

Sogni nel cassetto

F.M.: "Oggi, da un lato, c'è una grossa crisi del mercato musicale, sia l'ascolto che la produzione sono bulimici. Dall'altra parte, perchè non osare e fare qualcosa di diverso? Spero di non avere paura di esprimere quello che ho dentro e di avere il coraggio di osare, di rischiare. Quello che conta sono le emozioni che lasci alle persone, a prescindere dai numeri che fai".

L.F.: "Io sono più pratico. Sogno di fare un album di cui sono soddisfatto al 100%. Non che non sia soddisfatto di 1995, ma avrei voluto fare qualcosa di più e al tempo stesso di meno, forse incidere meno brani e dare un ordine a quello che voglio fare. Sto in fase post tour, sono molto felice, ho conosciuto meglio me stesso e i miei limiti. Nell'ultima tappa a Torino non avevo voce, ma non volevo cancellarla. Sono salito sul palco e ho detto: 'Sono senza voce, però voglio dare il 100% e mettercela tutta'. Alla fine dell'ultimo brano sono stati 3 minuti ad applaudirmi, un'emozione che neanche il palco di Sanremo mi ha dato".

La canzone più importante

F.M.: "Lilac wine di Jeff Buckley è un pezzo che mi ha cambiato la vita, mi ha dato il coraggio di salire su un palco e di cantare".

Libertà artistica e messaggio

L.F: "Oggi, grazie a internet e alle nuove tecnologie, c'è più libertà artistica e ce ne sarà sempre di più, anche come contenuti. Dieci anni fa sentire un artista italiano cantare in inglese era strano, oggi lo è molto di meno. Magari prossimamente arriverà qualcuno che canta in spagnolo, spero che ci sia maggiore apertura mentale per acettarlo. Io non sento questo peso di dover lanciare messaggi a tutti i costi, c'è il rischio che diventi un ostacolo o una gabbia, che ti impedisce di migliorare".

Sfida

F.M: "Alcune canzoni funzionano bene in inglese, altre in francese. Lo ha dimostrato Battiato negli anni Ottanta. La sfida è sperimentare a livello sonoro, ma rimanere comprensibili con la tua lingua, che è meno malleabile dell'inglese, ma è anche più ricca".

Rapporto con le proprie radici

F.M.: "Il Veneto ha talenti incredibili nel mondo dell'elettropop, pensate a Bloody Beetroots, che è conosciuto a livello internazionale. Nella mia città, Bassano del Grappa, c'è una famosa scuola jazz dedicata a Dizzie Gillespie,in qualche modo mi ha influenzato.  Io ho studiato piano jazz e basso jazz, mi ha molto aiutata a scoprire la storia della musica".


L.M.: "Quando sono nato, negli anni Novanta,  Catania era un po' bombardata mediaticamente. Mio padre lavora in polizia, non era un ambiente bello e felice, allora non mi sentivo orgoglioso della mia città. Quando sono cresciuto la mia visione è cambiata totalmente, ho capito che rinnegavo ciò che non veniva detto, i silenzi e le omissioni. Per questo motivo è nata in me  la voglia di scrivere e di comunicare, di andare contro ai silenzi".

La collaborazione con Fedez

F.M.: "Mi sono divertita molto a lavorare con Federico. I nostri due linguaggi, l'hip hopo e il pop, insieme hanno creato una terza dimensione. In Cigno nero mi sono messa in gioco, il ritornello  l'ho creato da zero".

Capelli biondi

(A una giovane spettatrice che gli ha chiesto il motivo del cambio di look) L.F: "Per sentirmi chiedere perchè me li sono fatti biondi. Non c'è un motivo".

Battito di ciglia

F.M: "Ha tanti significati e frasi emblematiche. E' una canzone sulla maturità dell'amore, quando puoi dire all'altro 'ho bisogno di te perchè ti amo', non 'ti amo perchè ho bisogno di te".

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Gabriele Antonucci