“Chi vede la situazione, pensa al popolo e ha il coraggio di negoziare è più forte. Oggi, grazie all’aiuto delle potenze internazionali, la parola ‘negoziare’ è coraggiosa. Quando ci si rende conto di essere sconfitti e che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Non bisogna avere vergogna, ma chiedersi con quante morti finirà la situazione attuale. È importante negoziare in tempo, cercando la mediazione di altri paesi, come la Turchia e altri, per evitare che le cose peggiorino. Papa Francesco ha ribadito queste parole in un’intervista con la Radiotelevisione svizzera.
Quando gli è stata posta la domanda se si sia proposto di negoziare nei conflitti attuali, il Papa ha risposto: ‘Io sono qui, punto. Ho inviato una lettera agli ebrei di Israele, invitandoli a riflettere sulla situazione. Il negoziato non è mai una resa, ma il coraggio di evitare che il paese precipiti nel suicidio. Gli ucraini hanno sofferto enormemente durante il regime di Stalin, e questo deve essere tenuto presente’. Infine, il Papa ha riaffermato la sua convinzione che dietro ogni guerra ci sia sempre l’industria delle armi.”
