Sessismo, perché i prodotti da donna costano di più?
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Sessismo, perché i prodotti da donna costano di più?

In Inghilterra polemiche per il prezzo dei prodotti di uomo e da donna (più costosi)

Stessa marca, stesso prodotto: a cambiare è il destinatario finale. In un caso uomini (o ragazzi o bambini), nell'altro donne (o ragazze o bambine). Il prezzo? E' differente e, guarda caso, più alto se si tratta di oggetti per clientela "rosa". La polemica impazza in Inghilterra, dove sono stati analizzati i prezzi di una serie di prodotti, in alcuni casi identici, nei quali cambiava solo il colore: quelli rosa, appunto, costano di più rispetto a quelli azzurri. Perché?

Sessismo e discriminazione

L'accusa è proprio quella di discriminare il genere femminile, facendo pagare più denaro a chi vi appartiene. Spesso, infatti, gli stessi prodotti arrivano a costare il doppio di quelli per uomini. Gli esempi sono molti: si va dai rasoi, che se sono per donne costano circa 3 sterline, mentre nella versione maschile ne costano poco meno di 2.

Secondo una ricerca realizzata ad hoc, i prodotti da donna costano in media il 37% in più di quelli da uomo, arrivando però a toccare punte del 49%.

Il precedente dei giocattoli

Il tema del sessismo è caldo in Gran Bretagna, dopo che persino un colosso dei giocattoli come Toys R Us ha deciso, lo scorso dicembre, di eliminare le distinzioni di genere per i prodotti venduti online e nei negozi, mantenendo una classificazione solo in base ad età e tipo di prodotto. Ma il problema di costi differenti tra i due sessi esiste anche Oltreoceano, come dimostra una ricerca del New York City Department, secondo la quale i prodotti "rosa" hanno un sovrapprezzo del 7% in media.

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Eleonora Lorusso

Nata a Milano, laureata in Lettere Moderne all’università Cattolica con la specializzazione in Teoria e Tecnica dell’Informazione, è giornalista professionista dal 2001. Ha lavorato con Mediaset, Rai, emittenti radiofoniche come Radio 101 e RTL 102,5, magazine Mondadori tra i quali Panorama dal 2011. Specializzata in esteri e geopolitica, scrive per la rivista di affari internazionali Atlantis, per il quotidiano La Ragione e conduce il Festival internazionale della Geopolitica europea dal 2019. Dal 2022 vive negli USA.

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