“I record sono fatti per essere battuti”, aveva detto qualche giorno fa a una televisione belga “sua maestà del volante” Michael Schumacher a chi gli chiedeva notizie del connazionale Sebastian Vettel, la promessa diventata fantascienza della Formula 1 di oggi. Dopo la vittoria (la quarta consecutiva) sul tracciato del Gran premio della Corea, il pilota della Red Bull ha messo di fatto le mani sul quarto titolo mondiale di fila. Sono infatti 77 i punti di vantaggio che il leader della classifica può vantare nei confronti del suo avversario più diretto, quel Fernando Alonso che con la Ferrari fa fatica a tenere il passo del collega bibitaro e che proprio non ne può più di vederlo dal basso verso l’alto durante le premiazioni di fine gara. Vettel, quattro mondiali quattro. Uno dopo l’altro. Conquistati con una determinazione e un talento da mettere tutti sull’attenti, pronti a tributare al campione di Heppenheim un applauso lungo e caloroso. Altro che fischi e musi lunghi.
Juan Manuel Fangio negli anni Cinquanta e Michael Schumacher negli anni Duemila. Soltanto loro due sono riusciti a fare come e meglio di Vettel in materia di trionfi consecutivi. Fangio ne ha conquistati quattro, come Vettel. Mentre Schumacher è arrivato addirittura a quota cinque. Le differenze ci sono e non sono da poco. Intanto, l’asso del volante argentino arrivò sul tetto del mondo con ben tre scuderie diverse: Mercedes, Ferrari e Maserati. Al contrario di Vettel e Schumacher, che invece hanno fatto sempre festa con lo stesso team, Red Bull e Ferrari. E poi, è cosa nota, la portata di un trionfo si misura con la qualità e le possibilità degli avversari. Fangio era un fuoriclasse impareggiabile, unico e inimitabile. Schumacher ha dettato legge in F1 in stagioni in cui la concorrenza era ben poca cosa e la Rossa di Maranello viaggiava come un missile. Al contrario di Vettel, che indiscutibilmente può contare su una monoposto che non ha rivali in quanto a capacità di fare la differenza in pista, ma in gara deve guardarsi il fianco dalle sortite tutt’altro che prevedibili di fenomeni come Alonso, Raikkonen e Hamilton.
Si dice, Vettel vince facile perché la sua Red Bull fa storia a sé. Vero, ma fino a un certo punto. Basta dare un’occhiata ai numeri della stagione in corso per capire che c’è qualcosa di più. Il confronto più facile e pure più logico va fatto con il suo compagno di squadra, Mark Webber, che guida una macchina al 99% simile a quella del fuoriclasse tedesco. Bene, Vettel guida la sfida delle qualifiche 14-0. Significa che per 14 volte su 14 Vettel ha chiuso i giri che definiscono la griglia di partenza davanti alla guida australiana. Chiamasi in gergo cappotto. Tutto a niente. E le cose non cambiano se si parla di risultati in gara. Il conto fa 13-1, sapete perché? Perché a Silverstone Vettel ha dovuto fermarsi prima del tempo a causa della rottura del cambio.
Gerhard Berger, ex McLaren e Ferrari, non ha dubbi. Vettel riuscirà a scalzare Schumacher dalla vetta della F1. Questione di età e di possibilità. A 26 anni, il pilota Red Bull ha già collezionato quattro titoli mondiali. Per arrivare a sette, primato assoluto che spetta all’ex mastino di rosso vestito, la strada è ancora lunga ma certamente percorribile. “Ha chiaramente preso questa direzione e penso che avrà successo – ha detto Berger -. Non ha ancora 30 anni ed è già quattro volte campione del mondo. Quello che ha fatto finora è piuttosto sorprendente”. Vettel, dal canto suo, fa un passo indietro e gira al mittente tutti i paragoni possibili con Schumacher. Gioca di umiltà, Seb il magnifico, come fanno i grandi. “E’ ridicolo che io possa paragonarmi a lui – ha detto Vettel a proposito -. Ho vinto tre titoli che non sono niente se comparati ai suoi sette. Battere il suo record non è qualcosa che possa accadere nei prossimi due anni quindi non me lo pongo. Ho avuto alcuni anni molto buoni ma potrebbe cambiare tutto improvvisamente”. La legge della vita. La gioia dell’oggi che fa a spintoni con l’entusiasmo presunto del domani. Il tempo dirà.
Vettel e Schumacher, numeri a confronto
Mondiali vinti: Vettel 3 – Schumacher 7
Titoli mondiali consecutivi: Vettel 4 – Schumacher 5
Campione del mondo più giovane: Vettel, 23 anni e 134 giorni (2010) – Schumacher, 25 anni e 314 giorni (1994)
GP disputati: Vettel 115 – Schumacher 307
Stagioni disputate: Vettel 7 – Schumacher 19
GP vinti: Vettel 34 – Schumacher 91
Vincitore Gp più giovane: Vettel, 21 anni e 73 giorni (Gp Monza 2008) – Schumacher, 23 anni e 240 giorni (Gp Spa 1992)
Vittorie consecutive: Vettel 4 – Schumacher 7
Vittorie in una stagione: Vettel 11 (2011) – Schumacher 13 (2004)
Vittorie con la stessa scuderia: Vettel 33 (Red Bull)– Schumacher 72 (Ferrari)
Podi: Vettel 57 – Schumacher 155
Giri veloci: Vettel 21 – Schumacher 77
Pole position: Vettel 42 – Schumacher 68
Pole position in una stagione: Vettel 15 (2011) – Schumacher 11 (2011)
Giri percorsi in testa: Vettel 2.037 – Schumacher 5.111