Rod Stewart, gli 80 anni del rocker che si è fatto crooner
Il cantante angloscozzese, inserito due volte nella Rock & Roll Hall of Fame e nominato baronetto dalla Regina, è riuscito a reinventarsi più volte in una carriera di rara longevità
Sono passati 60 anni dalla pubblicazione del suo primo singolo, Good morning little school girl, e da allora Rod Stewart, uno degli artisti più iconici del rock inglese, ha venduto oltre 200 milioni di dischi, ha avuto un numero imprecisato di flirt e alcuni matrimoni alle spalle e oggi riempie ancora i suoi concerti con un pubblico di almeno due generazioni. Some guys have all the luck (Alcuni ragazzi hanno tutte le fortune), oltre ad essere una delle canzoni più famose del repertorio del rocker anglo-scozzese (tifosissimo del Celtic di Glasgow, in omaggio ai natali scozzesi del padre), è anche il manifesto della sua longeva carriera, le cui fortune non accennano a diminuire. Oggi l’artista anglo-scozzese, nato a Londra il 10 gennaio del 1945 e tra i pochi cantanti a essere inserito due volte nella Rock & Roll Hall of Fame, taglia l’invidiabile traguardo degli 80 anni, portati splendidamente, con il suo ciuffo biondo platino, i lineamenti ancora giovanili e quella faccia da schiaffi che fa impazzire le signore di tutte le età. La sua voce inconfondibile, il suo stile e il suo talento di cantautore hanno attraversato tutti i generi della musica popolare, tra cui rock, folk, soul, R&B e il Great American Songbook, rendendolo una delle poche star a piazzare album in cima alle classifiche in ogni decennio della sua carriera. Stewart ha ricevuto alcuni dei premi più prestigiosi del settore, tra cui due inserimenti nella Rock & Roll Hall of Fame, l'ASCAP Founders Award per il songwriting, autore di best-seller secondo il New York Times, Grammy Living Legend e nel 2016 è stato ufficialmente insignito del titolo di "Sir Rod Stewart" dopo essere stato nominato cavaliere a Buckingham Palace per i suoi servizi alla musica e alla beneficenza.
Dopo essere stato uno degli artisti-simbolo del rock britannico, sia come frontman dei Faces (in cui suonava anche un certo Ron Wood) che come cantante solista, Stewart ha prestato la sua inconfondibile voce roca e duttile al glorioso American Songbook, regalandosi all’inizio del Duemila una nuova carriera da crooner confidenziale alla Frank Sinatra con cinque album di grande successo e vincendo nel 2004 il suo primo Grammy Award per Stardust: The Great American Songbook Volume III. L’amore per lo swing d'epoca è tornato prepotentemente nel 2024, quando Rod ha pubblicato il suo 33° album in studio, Swing Fever, una frizzante collaborazione con Jools Holland e la sua Rhythm & Blues Orchestra. Lo scorso anno il rocker ha intrapreso un lungo tour in Asia e in Europa prima di concludere la sua residenza record di 13 anni a Las Vegas, Rod Stewart: The Hits, dove tornerà al Colosseo del Caesars Palace da marzo a giugno 2025 con The Encore Shows, in cui presenterà i suoi più grandi successi, sorprese dal repertorio swing, brani meno noti e nuove produzioni. Il pubblico italiano, dopo il successo del suo concerto della scorsa estate al Lucca Summer Fest, avrà l’opportunità di riabbracciarlo sabato 10 maggio 2025 all’Unipol Forum di Milano in una serata che, a giudicare dalla scaletta dell’ultimo tour, si preannuncia memorabile. Sono davvero pochi gli artisti che possono vantare un repertorio come il suo, a partire dal suo primo successo Maggie May del 1971.
La canzone più famosa di Rod Stewart, graffiante folk-rock scritto dallo stesso cantante insieme a Martin Quittenton, è ispirata al suo primo rapporto con una donna più grande di lui. Alle chitarre l’amico di sempre Ronnie Wood, che alcuni anni dopo entrerà nei Rolling Stones. Pur essendo tecnicamente una canzone dei Faces, band dove ha militato Stewart prima di intraprendere la sua fortunata carriera solista, anche Stay with me è diventata negli anni un brano fondamentale del suo repertorio, che non può mancare nel momento più rock dei suoi concerti. Every picture tells a story è la canzone che apre e che dà il nome a quello che è universalmente considerato il migliore album di Rod Stewart, non a caso classificato da Rolling Stone al numero 172 tra i 500 migliori album rock di sempre. Sailing, registrata nel 1972 nei leggendari Muscle Shoals Sound Studio di Sheffield, in Alabama, è uno dei momenti più emozionati dei concerti di Stewart, dove viene immancabilmente cantata in coro dal pubblico, dalla prima all’ultima strofa. Tonight’s the night(gonna be alright) è una delle ballad più sensuali della sua produzione, responsabile di non poche nascite nel 1976, che ha trascinato il suo settimo album A Night on the Town, celebre per la bella copertina ispirata al Bal du Moulin de la Galette di Renoir. Passando a brani più movimentati, non potranno mancare in concerto a Milano due successi come Hot legs, trascinante rock-blues nel quale il cantante celebra la bellezza femminile, di cui è notoriamente un cultore, e in particolare quella delle gambe affusolate, mentre Do Ya Think I'm Sexy? è uno dei primi esempi, insieme a Miss you dei Rolling Stones, di disco-rock, che ha suscitato più di una perplessità negli integralisti del rock. Do Ya Think I'm Sexy? è ancora oggi un brano godibilissimo, che ha conosciuto una seconda giovinezza nel 1997 grazie alla versione house degli N Trance, che ha spopolato per un anno nei dancefloor di tutto il mondo