Stagione dopo stagione la moda riscrive le regole del vestire contemporaneo assecondando quella necessità di cambiamento e di evoluzione estetica implicita nella definizione stessa della parola “Moda”.
Calato il sipario sulle presentazioni delle collezioni maschili pensate per la prossima stagione invernale, tra dubbi e perplessità sull’andamento attuale dei mercati compresi quelli del lusso, rimane un’analisi significativa delle tendenze che abbiamo ammirato alla Fortezza da Basso di Firenze, negli showroom milanesi e sulle passerelle parigine.
Sicuramente il trend generale che abbraccia la maggior parte delle categorie di abbigliamento è quello che vede un forte ritorno alla formalità, alla qualità del prodotto e soprattutto all’artigianalità che, in quanto italiani, gioca decisamente a nostro favore. Lo conferma il fatto che questa tendenza non si riferisca esclusivamente alle aziende sartoriali ma si estenda anche a tutte le collezioni diverse, dalla maglieria, all’abbigliamento casual e anche a quello sportivo. Utilizzo di materiali pregiati come lane e cashmere, finiture artigianali, uso di palette cromatiche naturali e classiche e soprattutto ricerca e recupero degli archivi storici. L’heritage, per le aziende che lo possiedono, diventa la parola chiave nonché il valore aggiunto, classicismo e tradizione che spesso, per definizione, non suggeriscono l’idea di evoluzione di stile.
Per fortuna esistono, tuttavia, una generazione di creativi e di imprenditori che non si sottomettono a questa istituzionalità e a questo “stile moderato” apparentemente pensato per dinamiche commerciali più sicure, ma che riscrivono l’estetica contemporanea con la penna della sperimentazione e dell’innovazione.
Nasce così un nuovo codice estetico, fatto di contaminazione, di nuova interpretazione dell’eleganza, di qualità materica e di funzionalità performante. Questa nuova estetica ripensa il vestire urbano attraverso volumi nuovi, spesso over e rubati allo stile streetwear degli anni 2000, colori e fantasie in sintonia con il contesto metropolitano, tessuti sia classici che tecnici ma sempre con una particolare attenzione e rispetto verso la definizione di “vestire formale”.
Non manca la dinamicità e lo stile performante dell’abbigliamento sportivo che suggerisce materiali innovativi e finiture e dettagli performanti.




Tra le varie collezioni portavoce di questa nuova estetica sicuramente Mordecai, nata da poche stagioni sotto la direzione creativa di Ludovico Bruno. Volumi oversize sia per pantaloni che per capispalla, vero focus della collezione. Protezione la parola chiave insieme a funzionalità, pezzi singoli pronti ad interagire tra loro con un rigore quasi militaresco. Affascinante la proposta cromatica, morbida, naturale e sofisticata.




Ricerca e sperimentazione materica sono alla base della collezione Ten C, marchio di proprietà del gruppo FGF Industry S.p.A., già proprietaria del rinomato marchio Blauer. Focus ovviamente sull’outerwear, dinamico, performante grazie agli speciali trattamenti riservati ai tessuti, ma anche grazie ai volumi, comodi e che strizzano l’occhio all’estetica streetwear.




Tradizione, heritage americano e contemporaneità sono i valori alla base della visione creativa di Todd Snyder, visionario direttore creativo della collezione Woolrich Black Label. Ice Fall, il nome di questa collezione per il prossimo Autunno Inverno, si ispira ai paesaggi vulcanici e glaciali del Nord Europa per rivisitare i capispalla tecnici in versione urbana unendo funzionalità, lusso e nuova eleganza.




Infine un altro marchio storico nel mondo dello streetwear e dello sportswear, Napapijri. La nuova collezione è decisamente in una fase di rilancio di questo brand iconico che non a caso rilegge in parte gli archivi e li reinterpreta con materiali innovativi e raffinate tecniche di composizione, una collezione che combina perfettamente funzionalità outdoor ed estetica urbana.